Il lungo viaggio di Rototom Sunsplash

Il “Rispetto” è stato il tema scelto per l’edizione del 2006.
Un rispetto per i diritti di un uomo maltrattato, offeso, sfruttato, ucciso e malnutrito in ogni angolo di un  mondo governato da società opulente ed egoiste che lo sacrificano in nome degli interessi di pochi

 Come un  grande fiume sotterraneo, dall’energia antica e preziosa, il Rototom Sunsplash reggae festival ogni anno esplode e riversa in superficie la forza delle culture antiche e moderne allo stesso tempo. Impetuoso, generoso nella sua solidarietà e nel suo credere nell’uomo, anche per il 2006, il Rototom Sunsplash reggae ha voluto, ancora una volta, segnare una tappa di quel percorso che lo ha visto protagonista da tredici anni di un lungo viaggio che non trova uguali nel panorama musicale italiano e internazionale.
In un crescendo “etico”, che ha sempre cercato un giusto dosaggio tra musica e parole è diventato negli anni lo strumento indispensabile per diffondere un messaggio di pace e tolleranza. Ed anche in questa edizione lo è stato: il “Rispetto”, il tema scelto per l’edizione del 2006 si è svolto nel parco del Rivellino a Osoppo dal 7 al 15 luglio. Un “rispetto” per i diritti di un ‘UOMO maltrattato, offeso, sfruttato, ucciso e malnutrito in ogni angolo di un  mondo governato da società opulente ed egoiste che lo sacrificano in nome degli interessi di pochi. Crimini verso un’umanità contro il quale il Rototom Sunsplash ha sempre lottato impegnandosi, in questa come nelle passate edizioni, contro le guerre e le ingiustizie, nella difesa della pace, dell’ambiente e dei più poveri.
Liliana Boranga, capo ufficio stampa del Rototom Sunsplas presenta così il più importante festival della musica reggae in Europa, un autentico rito, il cui nome deriva dall’usanza di protrarre lo spettacolo fino a quando il sole fa “splash”, ovvero schizza fuori dal mare per inaugurare il nuovo giorno. Il reggae è proprio un modus vivendi, non solo musica ma convivenza pacifica, libertà e tolleranza. All’interno del festival, hanno trovato spazio corsi, stages, conferenze,  filmati e dibattiti frutto di ricerche e collaborazioni con molte realtà  sociali del territorio nazionale.
Al dibattito “Una politica alternativa sulle droghe: La ragione contro  l’intolleranza”, svoltosi giovedì 13 luglio, sono intervenuti: Franco Corleone, Claudio Cipitelli, Peter Cohen e don Andrea Gallo.
L’incontro si è aperto con Franco Corleone, ex sottosegretario alla  Giustizia, Presidente di Forum Droghe, l’organismo che si batte per superare l’approccio penale, per ridurre l’area dell’illegalità e far avanzare le strategie di riduzione del danno. Corleone ha definito la legge Fini-Giovanardi, una barbarie sul diritto, una legge anticostituzionale e punitiva perché equipara tutte le sostanze dal punto di vista penale e che si accanisce con chi fuma canapa perché ritenuto vizioso.
”La legge và abrogata -afferma- perché persecutoria nei confronti dei nostri giovani che subiranno gli effetti della legge. La giusta politica è quella della riduzione del danno, senza arrivare al proibizionismo ricordandosi dei valori di libertà e tolleranza”.
Successivamente Claudio Cipitelli, responsabile del Coordinamento Nazionale Nuove Droghe, ha sottolineato “la necessità disperata di scienza” che dia alle persone gli strumenti per capire e valutare le diverse sostanze, “il compito della politica è quello di tutelare la salute del cittadino non quello di fare moralismi, è importante che la legge venga cambiata – ribadisce- che preveda nuove forme di intervento sociale come ad esempio i test delle sostanze da strada, il diritto da parte degli operatori e non solo da parte delle forze dell’ordine di detenere, a scopo di studio ed analisi, sostanze stupefacenti e che vengano affrontate le problematiche legate all’uso di tutte le sostanze compreso l’alcool.”
Il terzo intervento è stato fatto dal docente di sociologia dell’Università di Amsterdam, Peter Cohen, il quale ha presentato una ricerca condotta in vari Stati non solo Europei sull’uso della canapa, della coca e delle anfetamine evidenziando che il proibizionismo, stimola il consumo di droghe e che il 95% dei consumatori usano sostanze stupefacenti in modo consapevole, per un certo periodo della loro vita, per piacere e che quando lo decidono, smettono senza problemi. In Olanda, dove da 30 anni è in vigore una liberalizzazione dell’uso di droghe, circa il 20% della popolazione ha fatto uso di queste sostanze mentre in paesi dove vige una rigida legge proibizionista come negli USA la , percentuale di assuntori sale al 40%. “Per emancipare il consumo è necessaria una politica di liberalizzazione” conclude lo studioso.
L’ultimo’intervento è stato quello del “vulcanico” don Andrea Gallo, fondatore della Comunità San Benedetto al Porto di Genova. Con grande impatto comunicativo si è rivolto al numeroso pubblico rivendicando una cultura di non violenza, di tolleranza, di pace. Il suo è un NO alla demonizzazione dei tossicodipendenti e delle sostanze e un SI alla creazione di una rete di sostegno. Nel suo intervento non sono mancate frasi polemiche nei confronti del mondo politico ed ecclesiastico in materia di politiche “repressive” ed intolleranti. Don Gallo afferma anche con forza il “No al sopruso, alle restrizioni ed alle sottomissioni, la democrazia è un’altra cosa! Giusto o sbagliato, non è reato”. Questa è la frase di chiusura del suo appassionante discorso da prete sempre in lotta per la libertà dell’uomo. Fra gli applausi di un pubblico entusiasta, partecipe e stregato dal carisma
di un uomo che da sempre combatte una guerra contro le diversità.
Come ogni anno in silenzio, proprio come un fiume che scorre tra le viscere della terra, necessario ma impercettibile, il Rototom Sunsplash imperterrito e implacabile, con l’aiuto di personaggi protagonisti della cultura e della politica internazionale s’infrange in ogni barriera nel tentativo di trovare un’uscita ai problemi sociali che affliggono il mondo.

Claudio  Cettolo
Paola Pauletig

Redazione Social News

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