Le prospettive dei ragazzi del terzo mondo

Alla Sapienza Le “Giornate di studio sulle politiche di genere nella tutela delle bambine e delle adolescenti nei Paesi poveri” hanno dato vita ad un seminario innovativo, distribuito in 10 incontri e realizzato con la collaborazione del ministero degli Affari Esteri.  L’iniziativa ha messo in luce i tanti problemi che, nell’era della globalizzazione, colpiscono e affliggono milioni di bambine ed adolescenti nelle zone più povere del mondo.

Quali sono per le giovani di tutto il mondo le prospettive di godimento dei diritti umani, dell’accesso agli interventi della cooperazione internazionale e in conclusione allo sviluppo?

Da questo interrogativo è nata l’idea di un percorso formativo ad hoc, promosso dal Prof. Stefano Petilli, docente di Teorie e Metodi della Pianificazione Sociale all’Università “La Sapienza” di Roma, e dall’esperta di diritti dei minori Paola Viero dell’Ufficio Tecnico Centrale della Cooperazione Italiana del Ministero degli Affari Esteri. Nel seminario di durata trimestrale sono stati messi in evidenza i principali problemi che devono ancora essere affrontati per parlare davvero di tutela delle bambine e delle adolescenti in tutto il mondo; questioni colpevolmente assenti dall’agenda mediatica che hanno trovato un’importante veicolo comunicativo nel principale ateneo romano.

Dopo il primo incontro, aperto dal Min. Giuseppe Morabito (Responsabile dell’Unità tecnica centrale – Direzione generale cooperazione allo sviluppo del Ministero degli Affari esteri), si è succeduta una variegata serie di interventi. Tra i tanti quello di Giulio Cederna, responsabile del settore comunicazione AMREF, che con “African spelling book”, un’originale documentario realizzato con interviste a ragazzi di strada angolani, ha  presentato un vivo ed efficace spaccato della quotidianità e dei valori dei giovani africani. Un’altra viva testimonianza è venuta dal documentario “Picolè” realizzato da Marco Nicoletti a Luanda tra i bambini di strada. I documentari hanno dato in aula dimostrazione concreta dell’importanza del ruolo della comunicazione nei processi d’intervento: non pochi tra gli studenti hanno confessato di aver conosciuto così alcune realtà scottanti dell’attualità mondiale.

Per spiegare la dimensione del fenomeno della tratta, dello sfruttamento sessuale e delle peggiori forme di sfruttamento del lavoro minorile sono intervenuti tra gli altri il Maggiore dei Carabinieri Giorgio Manzi (Capo divisione speciale per la lotta al traffico dei bambini attraverso la pedopornografia in Internet), gli esperti di diritti dei minori Teresa Albano (Project Manager dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni), Pippo Costella e Vittoria Tola. La loro esperienza si è rivelata cruciale per catturare l’interesse degli studenti, che hanno manifestato successivamente l’interesse per aspetti a loro ignoti di questi fenomeni. La formula si è rivelata altrettanto innovativa per divulgare le questioni dei bambini impiegati nei conflitti armati: le testimonianze dirette di Davide Cavazza (Coordinatore della campagna di Amnesty International “Stop all’uso dei bambini soldato”), Stefano Verdecchia (esperta per la cooperazione allo sviluppo della Caritas) e Massimiliano Fanni Canelles (Direttore di Social News), hanno fatto luce sulla particolarità del fenomeno delle bambine soldato, tema legato a doppio filo a quello dei minori in carcere con gli adulti, cui hanno fornito un’importante apporto informativo il Direttore di UNICRI-ITALIA Gioacchino Polimeni, la Direttrice del Dipartimento giustizia minorile Serenella Pesarin, l’esperta dei diritti dei minori in Angola Graziella Boat e l’esperto di giustizia minorile Joseph Moyersoen.

In conclusione il seminario ha avuto il cappello dell’On. Emma Bonino e della presidente dell’AIDOS Daniela Colombo, che hanno descritto il problema delle mutilazioni genitali femminili, pratica tradizionale diffusa in 28 paesi del mondo che secondo l’ultima ricerca condotta dall’Istituto degli Innocenti di Firenze riguarda circa 130 milioni di donne in fase puberale, e colpisce ogni anno 3 milioni di bambine.

L’ultimo incontro ha fatto ancora luce sull’importanza della divulgazione di tradizioni culturali e contesti sociali dove le bambine e le adolescenti, in quanto femmine, non godono di prerogative e diritti elementari: la giornalista Sveva Sagramola ha portato in aula la sua esperienza con il documentario “Marocco occhi di donna”, offrendo ampia opportunità di confronto non solo agli studenti ma anche agli altri relatori.

Fin dal primo incontro il seminario ha conseguito un importante successo, comprovato dagli oltre 140 studenti iscritti, moltissimi provenienti da altre facoltà e da altri atenei, e dalla presenza nell’uditorio di professionisti e volontari appartenenti ad organizzazioni governative e non. Un successo dovuto fondamentalmente alla rilevanza e all’interesse che suscitano temi di primaria importanza per tutti coloro che intendono approfondire le dinamiche della cooperazione allo sviluppo e sono sensibili alle questioni di genere legate all’infanzia e all’adolescenza. Questioni che, necessitando di un’analisi approfondita, hanno dato il la ad un’importante confronto tecnico-scientifico tra i principali attori della cooperazione internazionale, trasmettendo importanti spaccati agli studenti.

 

Coordinatrice del Seminario
Dott.ssa Elisa Serangeli
Segreteria del Seminario
Dott.ssa Serena Saquella
Dott. Federico Bevilacqua
Dott.ssa Ornella Sinigaglia

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