Prima di essere singoli documentari, TV SLUM, Pinocchio Nero e Sillabario Africano sono parte di un “progetto”. TV SLUM è stato interamente filmato da sei ragazzi e due ragazze di uno slum alla periferia orientale di Nairobi. Sulle stesse premesse e con la stessa filosofia Marco Baliani ha creato, con un gruppo di venti ragazzi, Pinocchio Nero, uno spettacolo che sta girando il mondo. Sillabario Africano è composto da brevi documentari, ispirati ciascuno a una lettera dell’alfabeto, che sono stati scritti, narrati e filmati da un gruppo di settanta ragazzi e ragazze di Kawangware
In questo caso è l’Africa, perché l’Africa è il continente che maggiormente ha sofferto di un’informazione distorta, passiva e unidirezionale, che perpetua inevitabilmente stereotipi e una visione neocoloniale dei suoi “problemi”. Ma il punto da cui siamo partiti era anche un altro: il tentativo di rendere autori (soggetti) ragazzi che generalmente sono oggetto dei mezzi di comunicazione e di scoprire attraverso il loro punto di vista un nuovo modo di guardare il mondo che li circonda. E in questo caso il mondo è quello delle periferie e delle baraccopoli di una grande metropoli africana. Nairobi.
A noi offrono il loro sguardo sulla moltitudine di esperienze e personaggi della vita di strada. Uno sguardo duro che, pur provenendo da un mondo così lontano e difficile (o forse proprio per questo) ha tanto da insegnare anche a noi. Uno sguardo poetico ma disincantato che, allo stesso tempo, fornisce nuove chiavi di interpretazione delle realtà in cui vivono e forse suggerisce nuove forme di intervento. Per loro, gli strumenti artistici, il documentario e il teatro, diventano stimoli per riflettere sul loro vissuto, per distaccarsene e, spesso, per intraprendere un percorso di recupero che li porterà a scuola, darà loro la forza per affrontare situazioni familiari difficili o inserirsi nel mondo del lavoro.
Prima di essere dei singoli documentari TV SLUM, Pinocchio Nero e il Sillabario Africano sono il prodotto di questa impostazione e sono dunque parte di un “progetto”.
Questo scambio di strumenti e di esperienze è cominciato per noi nel 2001, ed è stato un inizio caratterizzato da scelte radicali. Il documentario TV SLUM è stato interamente filmato da sei ragazzi e due ragazze di uno slum alla periferia orientale di Nairobi. I ragazzi, in particolare, dormivano all’aperto nella discarica di Kawangware che viene usata come base dai ragazzi di strada. Le ragazze erano sotto la tutela di John Muiruri (manager del progetto “Children in Need” di AMREF) perché considerate a rischio a causa di abusi domestici o per l’impossibilità di andare a scuola. Il nostro compito è stato quello di raccogliere le storie che ci raccontavano e mettere loro nelle condizioni per poterle filmare in libertà. In TV SLUM i ragazzi e le ragazze hanno fin da subito avuto la videocamera in mano: solo attraverso questa prova di responsabilità è stato possibile per noi ottenere la loro fiducia e rendere produttivo questo scambio. Abbiamo deciso di correre il rischio di essere sommersi da una gran quantità di materiale filmato per cercare di non sacrificare niente dell’immediatezza del loro modo di lavorare con il video. Per questo abbiamo anche lasciato che le situazioni ci sfuggissero di mano, cercando a posteriori gli snodi narrativi che le potessero collegare. Poca teoria, poca preparazione e molta libertà e sperimentazione.
TV SLUM (prodotto da AMREF, e FANDANGO con la collaborazione di INDIGO film) ha ricevuto premi e apprezzamenti. E’ andato in onda in Kenya, in diverse occasioni e su diverse emittenti. E’ stato visto a Nairobi e a Kawangware, dove il quartiere ha potuto conoscere e apprezzare quei ragazzi di strada che normalmente considera una minaccia all’ordine pubblico. Lo sguardo più intimo delle ragazze ha reso poetica la normalità della vita del quartiere. Ma il documentario è stato trasmesso anche su Tele+, La7 ed è stato proiettato in numerosi festival, ricevendo un’accoglienza calorosa da un pubblico non solo italiano. Per noi è stata la conferma che un percorso di recupero attraverso uno strumento artistico può essere anche una maniera per raccontare in modo diverso l’Africa urbana e per avvicinare un pubblico più vasto alla vita, ai problemi e alle aspettative di ragazzi marginalizzati.
Sulle stesse premesse e con la stessa filosofia Marco Baliani ha creato con un gruppo di venti ragazzi della base di Kawangware uno spettacolo che sta girando il mondo. Alcuni di questi ragazzi sono gli stessi che avevano partecipato a TV SLUM. Lo spettacolo, una versione africana di Pinocchio, ha debuttato a Nairobi (anche a Kawangware) e poi in Italia ed è stato visto da oltre 25 mila spettatori. Il documentario PINOCCHIO NERO (prodotto da AMREF e INDIGO film con la collaborazione del National Geographic Channel e il sostegno del progetto MEDIA della Comunità Europea) ne racconta la soria. Il film si apre con una riflessione di Baliani che suona come una dichiarazione di intenti ma che è anche l’espediente per entrare nella storia attraverso il suo (nostro) sguardo sui ragazzi di strada. Dopo due anni di lavoro, poco prima di partire per la tournèe italiana, Ibrahim, uno dei ragazzi, comincia a scrivere un diario. Sarà il diario di Ibrahim, il suo punto di vista, a chiudere il racconto di questa esperienza. In questo passaggio di consegne (dal punto di vista di Baliani a quello di Ibrahim) c’è il tentativo anche in questo documentario di suggerire una riflessione sul punto di vista. Il National Geographic Channel stà distribuendo il documentario in oltre 150 paesi del mondo.
La scrittura è l’elemento da cui è nato il progetto successivo. Il SILLABARIO AFRICANO è composto di una serie di brevi documentari, ispirati ciascuno a una lettera dell’alfabeto, che sono stati scritti, narrati e filmati da un gruppo di settanta ragazzi e ragazze di Kawangware. Al contrario di TV SLUM, poco margine qui è stato affidato al caso. I ragazzi hanno partecipato a un laboratorio di scrittura dal quale sono uscite oltre 450 storie. Di queste ne abbiamo scelte 21 insieme a loro. I giovani autori, affiancati dagli assistenti di AMREF a Nairobi, si sono incaricati di fare ricerche e sopralluoghi, di prendere contatto con i protagonisti e di verificare la possibilità di filmare. Insieme abbiamo pianificato le riprese e infine siamo entrati in produzione. Sia l’esperienza di TV SLUM che quella di Pinocchio Nero hanno contribuito alla riuscita del Sillabario. Dal 2001 i ragazzi hanno continuato ad usare le videocamere, hanno girato matrimoni e feste, hanno realizzato piccoli filmati divulgativi sui progetti di AMREF in Kenya. Al momento di filmare gli episodi del Sillabario molti di loro erano tecnicamente preparati. Anche gli abitanti di Kawangware si erano abituati a vedere girare ragazzi con la videocamera nel loro quartiere.
Alcuni personaggi di TV SLUM e del Pinocchio Nero si incontrano nuovamente negli episodi del Sillabario: Daniel, uno dei protagonisti di TV SLUM, nell’episodio VIDEOCLIP sogna di diventare un cantante hip hop. Kavò, l’imbonitore del circo di Mangiafuoco, è il protagonista dell’episodio HOME (casa) in cui decide di cambiare casa per andare a vivere “nei quartieri alti”. La madre di Patrick, un altro protagonista del Pinocchio Nero, si è comprata un carretto per vendere pomodori ed è la protagonista dell’episodio EQUALITY (eguaglianza). Ma il Sillabario ha dato soprattutto spazio alle ragazze che, nonostante la durezza e l’abisso di difficoltà delle loro storie individuali, hanno raccontato le vicende e i personaggi più diversi e toccanti. Julia ha parlato della mutilazione genitale femminile raccontando e facendoci conoscere la sua bisnonna, una donna eroica che le ha consigliato di scappare dal villaggio natale per evitare di sottoporsi all’intervento (episodio TRADITION); Frasial che va a trovare il nonno, ex combattente per l’indipendenza del Kenya, il quale le racconta come la vera indipendenza sia costituita dal possesso di quel poco di terra che costituisce il suo appezzamento (episodio INDEPENDENCE). Grace, una ragazza timida di tredici anni, poco considerata e quasi emarginata dal resto del gruppo, ci ha raccontato, sorprendendo tutti, il significato che lei dà alla parola “bellezza”, nel contesto di degrado dello slum in cui vive (episodio BEAUTY).
Il Sillabario Africano ha vinto il primo premio della sezione “Ragazzi” dell’African Television Programme Market organizzato dall’Unione delle Organizzazioni Radiotelevisive Africane (URTNA).
Alla fine della realizzazione del Sillabario (prodotto da AMREF e Mestiere Cinema con la collaborazione del National Geographic Channel), le videocamere e il montaggio sono rimasti a Nairobi. Marco Baliani ma anche Maria Maglietta e Letizia Quintavalla continuano a lavorare facendo teatro con i ragazzi e le ragazze; nascono progetti musicali. Il centro di recupero di AMREF a Nairobi si sta trasformando in un’accademia di strada. La nostra speranza è ora quella di riuscire a creare una televisione di quartiere, una TV SLUM appunto, gestita dai ragazzi di Kawangware con la supervisione di AMREF, con il proposito di condividere e discutere i problemi e le speranze della comunità. La speranza di sviluppare uno strumento di dialogo e di recupero che si sostenga da solo e che non abbia più bisogno di noi.
di Angelo Loy e Giulio Cederna