Recuperare e reinserire i ragazzi con progetti completi

Strappare gli adolescenti alla cultura criminale si può, ma occorrono strumenti flessibili che si adeguino a tempi e contesti. Centomani: “Problemi complessi non si affrontano in maniera semplice”

Giovanni Taranto

“Per contrastare un fenomeno complesso ci vogliono progetti complessi, seri, concreti, di qualità. Problemi complessi non si possono affrontare in maniera semplice”. E’ lapidario Giuseppe Centomani nell’esporre la lucida linearità della strategia degli interventi messi in atto in Campania per il recupero e il reinserimento dei minori che hanno visto le loro vite intrecciarsi con il crimine.


“Non bisogna innamorarsi di prassi operative standardizzate, ma essere pronti a cambiare ogni qualvolta ci si accorge che un metodo non funziona o non funziona più” – commenta il dirigente del Centro di Giustizia minorile campano.
Proprio rifacendosi a questo modello di concretezza operativa sono stati messi in campo programmi di formazione professionale di alta qualificazione che puntano sull’esperienza attiva sul campo e non, semplicemente, sull’acquisizione di diplomi e brevetti troppo spesso destinati a rimanere pezzi di carta.

“Problemi complessi
non si possono affrontare
in maniera semplice”

“Anzitutto – aggiunge Centomani – è nostro dovere specializzare operatori ed educatori perché siano sempre al passo coi tempi. I costrutti culturali che influenzano i giovani e li mettono oggi a contatto col crimine sono profondamente cambiati e abbastanza diversi da quelli di un tempo. In costante evoluzione.


Anche la struttura psicologica dei ragazzi è molto differente da quella di venti anni fa. Tutto va adeguato.
Compresi i piani di intervento, recupero e prevenzione”. Così, ad esempio, con una stretta collaborazione fra il Ministero della Giustizia e l’Amministrazione comunale di Santa Maria Capua Vetere, l’ex carcere minorile della città è stato trasformato in un centro adibito al servizio diurno polifunzionale. Gestito dal Comune, lo spazio ospiterà corsi di formazione, attività sportive, musica, teatro e corsi di recupero scolastico aperti a tutti i ragazzi del territorio. All’interno della struttura, inoltre, un’area verrà adibita all’allestimento di un reparto concretamente operante di un’importante industria calzaturiera dell’Aversano. Gli operatori affiancheranno i ragazzi in una fase reale del ciclo produttivo consentendo ai “tirocinanti” di imparare concretamente un mestiere e diventare in breve tempo parte viva del ciclo produttivo.

“Anche la struttura
psicologica dei ragazzi
è molto differente da
quella di venti anni fa.
Tutto va adeguato.”

“Prevenzione e inserimento nel mondo del lavoro, da un lato; dall’altro –prosegue Centomani– puntiamo su una formazione professionale concreta e di qualità”.
Due le grandi aree di intervento attualmente operative: il settore mare e quello alimentare.
Nel primo sono attivi progetti di “pesca turismo”.
Un’imponente imbarcazione a vela – il Green Pepper – è stata acquisita presso la Guardia di Finanza di Otranto. Il natante era stato sequestrato nel corso di un’operazione che aveva indagato i proprietari per una serie di crociere-truffa. Ora, quel veliero è al centro di un programma che avvia i ragazzi ad imparare sul campo i principi della “pesca-turismo” nel golfo di Napoli. Per imparare facendo.


Contemporaneamente, si lavora a progetti di “charter sociale”: la ristrutturazione di un veliero di venti metri permetterà di far fare l’esperienza della crociera a disabili, anziani e persone colpite da disagio sociale. Così si lavora nel “Cantiere del possibile”, imparando i mestieri legati alla cantieristica navale e studiando fino a conseguire le patenti nautiche a motore e a vela. Il che può letteralmente aprire molte “rotte” per i giovanissimi sulla strada del recupero e dell’inserimento nel mondo del lavoro. Sul versante alimentare, invece, dal 1° marzo 2017 diverrà operativo un importante centro di formazione-lavoro presso la stazione di Gianturco delle Ferrovie dello Stato. Un intero padiglione verrà adibito al progetto “Freccia Azzurra”
per la “formazione di Prima Classe”. Importanti aziende alimentari (Rosso Pomodoro, Bellavia, Leopoldo Infante, Caffè Moreno, Di Martino) cureranno la formazione pratica dei ragazzi con programmi da 600 ore al termine delle quali i partecipanti conseguiranno un brevetto regionale. “Ma – conclude Centomani – cosa ancora più importante, grazie ad un protocollo con le aziende, il 10% dei ragazzi così formati verrà assunto dalle ditte con le quali il percorso è stato intrapreso”.

 

 

 

Giovanni Taranto, giornalista professionista, esperto di cronaca nera e giudiziaria e collaboratore di SocialNews

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