Investire in borsa: gli errori da evitare

L’ultimo appuntamento di questa nostra rubrica dedicata ai consigli pratici per orientarsi nel mondo dell’economia e della finanza è stato relativamente impegnativo per l’esempio pratico ed i molti numeri messi in campo, ma ho voluto dimostrare che nel mediare una posizione in perdita non si fa altro che peggiorare una situazione già sfavorevole e persistere contro tendenza.

L’appuntamento odierno è molto più rilassante, ma non per questo meno importante. Anzi. A volte le cose semplici sono date per scontate e commettiamo errori facilmente evitabili soltanto perché abbiamo abbassato la guardia.

Un esempio rapido: speso si pensa che occorre un rialzo del 10%, ad esempio, per recuperare una perdita del 10%… niente di più errato. Occorre un rialzo dell’11,11% per recuperare una perdita del 10%. È cosi semplice che è dato per scontato. Perdo 10 e recupero con 10, ma non funziona con le percentuali, ma è giusto ragionando in valore assoluto.

Dopo un quarto di secolo trascorso, professionalmente, sui mercati ci si scopre un po’ psicologi (con tutto rispetto alla professione) in quanto per tutto questo tempo ho avuto a che fare con delle persone e, soprattutto, con il loro modo di operare sui mercati, quindi il loro modo di pensare.

L’essere umano, io compreso, ha degli atteggiamenti a quanto strani in certe situazione.

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Fonte: Startupitalia.eu

Gli errori da evitare

Prima di tutto la ricerca dell’appartenenza ad un gruppo

L’essere umano è un animale sociale e, quando ha poco fiducia in se stesso (ma non solo esclusivamente per questo motivo) ricerca il gruppo. Cerca di fare parte di un’elite per sentirsi sostenuto e per dimostrare al mondo di essere un vincente. Questo accade in qualsiasi contesto, che sia economico, religioso, collegato allo spettacolo o altro, poco importa. Negli investimenti, molti perdono costantemente soldi perché non adeguatamente preparati e continuano ad alimentare e ricreare il capitale investito pure rimanere in questo magico mondo degli investimenti. L’importante è che sia noto che quel tale sia un “investitore”. Un po’ come quelli che si indebitano per farsi vedere con un macchinone… Niente di male, ognuno fa quello che vuole, ma occorre essere preparati per investire e non basta coprire le perdite con nuovi versamenti. Investire non è da tutti, come fare la ballerina, l’insegante o il pilota. Non è mica il dottore a prescrivere di investire sui mercati finanziari e, soprattutto, a fare parte di questa “famiglia” non aiuta a migliorare le proprie performance.

Non scegliere la consulenza nei momenti difficili

Ho notato che spesso i picchi di richiesta di consulenza coincidono con i momenti decisamente positivi di mercati quando, obiettivamente, non servirebbe neanche più di tanto. Nei periodi di incertezza o negativi, invece, la richiesta di consulenza tende ad accusare un lieve calo. Questo comportamento è ancora oggi un mistero per me. Penso che sia per il fatto che il cliente medio pensa di recuperare più rapidamente i costi della consulenza in un mercato rialzista che in un contesto negativo. Io, però, vado dal medico quando ho dei problemi e non quando sto bene… Penso realmente che occorre rivolgersi ad un consulente quando le cose sono difficili e quando l’incertezza è molto elevata. Se non a cosa servono il consulente e il medico?

Cercare la consulenza quando sono nei guai, per giustificarsi

Questo è il caso peggiore in assoluto. Ho scritto lo scorso 20 marzo nell’articolo intitolato “Come gestire le perdite?” che “Una perdita importante può mettere a rischio anche il matrimonio”. In effetti, in molti fanno da soli e, magari dopo aver mediato in varie occasioni, si trovano in grosse difficoltà con una posizione molto importante in perdita e, quasi sempre, il marito o la moglie di turno non lo sa nemmeno. Solo a questo punto l’investitore fai da te cerca aiuto, ma non è un aiuto sincero, cerca di deviare la colpa su terzi. Mi spiego. Prima o poi quel tale dovrà rendere conto in casa della perdita potenziale in essere e la cosa potrebbe non essere semplice. Pertanto, se trova un consulente che accetti di gestire la sua posizione, ecco che il problema diventa tutta colta del consulente. Molto più facile, magari il giorno stesso, dire in casa che la famiglia ha sì una grossa perdita potenziale, o meno, ma ovviamente la colpa ricadrà tutta sul consulente anche se non ne ha alcuna. Il cliente fai da te scarica il suo fardello su terzi per non aver nessun problema in casa e si toglie il peso anche mentalmente. Credetemi, succede costantemente. Lì è il consulente a non dover mai accettare di gestire una posizione aperta da altri. Ma accade anche questo. Il cliente rifiuta la realtà e cerca di deviare la colpa su terzi per non aver problemi diversi della perdita di denaro che, in certi casi, possono essere decisamente peggio.

Perché dicono “gioco in borsa” e non “investo in borsa”?

Dopo aver visto il caso peggiore in assoluto, vediamo il nuovo caso peggiore in assoluto… Sono in molti a dire “gioco in borsa” e non “investo in borsa”, ma se partiamo con una simile condizione mentale abbiamo perso in partenza. Si gioca a carte o a calcio, mentre si investe in borsa o sui mercati finanziari internazionali. Dove ci sono i soldi non è mai un gioco e basta vedere in quanti ci hanno rimesso le penne. Alcuni pensano che sia un gioco probabilmente perché il banco vince sempre e che è molto difficile, ma cosi facendo si perde a priori. Non è questo il modo di affrontare il problema. Il gioco non presume una solida preparazione a monte, mentre i mercati finanziari richiedono un’elevata preparazione iniziale seguita da constanti aggiornamenti. Il gioco, fissate le regole iniziali, è poi statico. Il settore degli investimenti è in costante evoluzione che non va e che non andrà mai a favore del cliente fai da te o che “gioca in borsa” solo per appartenere ad un gruppo. Uno che pensa di giocare deve allontanarsi dai mercati.

Oggi abbiamo fatto una semplice riflessione e ho evidenziato alcune cose da evitare assolutamente ossia; investire per fare come gli altri, non ricercare l’aiuto di un professionista quando le cose vanno male, non scaricare la colpa su altri e non giocare, ma investire.

 

Giovanni Maiani

Appassionato di matematica e statistica da quando era sedicenne approfondisce l’analisi finanziaria (analisi tecnica, fondamentale e macroeconomica) sino a proficue collaborazioni professionali nell’editoria nazionale ed internazionale quali, dal 1994, Borsa&Finanza per il quale ricopre il ruolo di supervisore dell’ufficio studi, Dow Jones Telerate, Finanza&Mercati e pubblica studi originali su Stock&Commodities, Patrimoni, Investire, Fondi&Sicav e molte altre testate locali. Da alcuni anni è collaboratore di un importante istituto di credito, cura un suo blog personale http://giovannimaiani.blogspot.com/ e pubblica alcuni studi propri sul quaderno ufficiale della Siat per la quale è riferimento locale per San Marino. 

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