La storia di un imprenditore italiano colpito dalla crisi.

Fonte: google. L'entrata ad Auschwitz.

Fonte: google. L’entrata ad Auschwitz.

Giuseppe Maciullo, 54 anni, di Roncaro, provincia di Pavia. Era imprenditore di un’azienda con una decina di dipendenti, fallita nel 2005. Ora, dopo un susseguirsi di problemi familiari, lavorativi e giudiziari, si ritrova disoccupato, sfrattato e cancellato dalle liste anagrafiche, per irreperibilità. Vive, infatti senza dimora, gode solo del riparo della sua auto Honda Civic, dentro cui dorme, già da un anno. Le sue condizioni di salute non sono le migliori ed ha anche dovuto affrontare un intervento chirurgico, ma ormai, non avendo una residenza non ha neanche più diritto ad avere un medico di base, non ha più l’assistenza sanitaria e non riesce ad avere i farmaci somministrati dopo l’intervento. Lui stesso si è reso narratore di una vicenda che è la sua vita e di cui ne è il protagonista e l’ha raccontata ai giornalisti del quotidiano locale “La provincia Pavese”. La sua testimonianza è un grido di aiuto, suo e dei tanti che vivono nella sua stessa situazione, di cui si rende portavoce. In un’Italia, in cui ci mobilitiamo, per accogliere profughi di una nazione, sembra inaudito che uno dei nostri sia ridotto a non avere più dignità. Eppure, Roncaro è un piccolo paese, di 1.248 abitanti, possibile che nessuno si sia attivato per indicare possibilità di aiuto per una vita umana in difficoltà? Eppure, casi come questi stanno macchiando la nostro società. L’art. 2 della Costituzione Italiana, afferma: “L’ Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro…” Oggi gran parte della popolazione italiana si ritrova disoccupa. Le conseguenze sono drastiche, perché senza lavoro non si riesce a vivere. Nei campi di concentramento vi era scritto “Il lavoro rende liberi”, oggi ci viene privato anche il lavoro!

di Tiziana Mazzaglia

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