Giornata in ricordo della schiavitù, Save the Children diffonde il dossier “Piccoli schiavi invisibili”

Oggi è la giornata che ricorda le vittime della schiavitù e della sua abolizione. Il dossier della nota Ong informa che l’Italia è il paese dove vi è il maggior numero di piccole vittime.

Proprio nel giorno della commemorazione delle vittime della schiavitù e della sua abolizione, Save the Children presenta il dossier “Piccoli schiavi invisibili”, realizzato sulla base di vari rapporti e documenti prodotti recentemente sul tema della tratta e dello sfruttamento, e sulle informazioni ottenute in collaborazione con numerosi enti ed associazioni.

La data del 23 agosto – si ricorda – fa riferimento all’insurrezione del 1791 sull’isola di Santo Domingo, guidata da Toussaint Louvertoure, il primo generale maggiore di colore. La sommossa portò alla prima decisiva vittoria nella storia dell’umanità degli schiavi contro gli oppressori.

Da allora molto tempo è passato e la schiavitù è stata formalmente abolita, ma i numeri che emergono dal dossier dicono tutt’altro, anzi, sono a dir poco allarmanti in quanto segnalano il fenomeno della tratta e dello sfruttamento in crescita in Europa e in Italia e non attaccato dalla crisi.

Si stimano in 20,9 milioni le vittime di lavoro forzato nel mondo, incluse le vittime di quella che viene definita la moderna schiavitù, ossia la tratta ai fini dello sfruttamento sessuale e lavorativo.

Una fetta consistente è ancora una volta rappresentata da minori (circa 5, 5 milioni nel mondo).

Secondo un recente rapporto Eurostat, in Europa, sono oltre 9.500 le vittime presunte e accertate nel 2010 (di cui il 15% è rappresentato da minori), con un incremento pari al 18% nel triennio 2008-2010.
Le principali forme di sfruttamento sono: sessuale (62 %), lavoro forzato – in edilizia, agricoltura, commercio, attività domestiche (25 %) – altre forme di  sfruttamento (14 %) come accattonaggio, attività illegali, prelievo di organi. Romania, Bulgaria, Nigeria e Cina i principali paesi di provenienza

L’Italia è il Paese dove è stato segnalato il maggior numero di vittime, pari a quasi 2.400 nel 2010, con un calo rispetto alle 2.421 del 2009 ma un notevole aumento rispetto alle 1.624 del 2008(4) .

Tra i minori, le vittime sono per lo più ragazze, sfruttate principalmente nella prostituzione e provenienti dall’Est Europa o dalla Nigeria.

Una buona parte di esse resta invisibile a causa della forte mobilità sul territorio, o perché spostate nei circuiti indoor (appartamenti, locali notturni, centri massaggi) o perché dotate di documenti che ne attestano false generalità.

Ma cominciano ad affiorare evidenze anche di sfruttamento nel lavoro di ragazzi (egiziani, cinesi) mentre fenomeni di tratta e grave sfruttamento riguardano anche minori provenienti per lo più dalla Romania e in particolare di origine Rom, coinvolti in circuiti di prostituzione, accattonaggio, attività illegali.

Si stima che siano 30.000 i minori coinvolti nel Belpaese in lavori pericolosi per la loro salute, sicurezza o integrità morale. Fra di essi ci sono sia ragazzi italiani che minori di origine straniera, soprattutto egiziani. Giovani tra i 13 e i 16 anni sfruttati principalmente nel settore commerciale (frutterie, bar, ristorazione, panifici, mercati generali).

A rischio di sfruttamento e tratta sono poi i numerosi i minori stranieri non accompagnati “in transito” nel nostro paese, come gli afgani.
In genere arrivano via mare e per una breve permanenza di 5-8 giorni per poi riprendere il cammino verso il Nord Europa. In Italia al momento non risultano evidenze di un loro sfruttamento ma il rischio che esso si verifichi è reale.

“Non possiamo chiudere gli occhi davanti al fatto che a tutt’oggi centinaia di migliaia di esseri umani sono costretti a vivere in uno stato di sfruttamento estremo. Si tratta di adulti ma anche di moltissimi adolescenti e bambini. “Piccoli schiavi invisibili”  in situazioni di forte emarginazione sociale, talvolta appesantiti dai debiti contratti dalle famiglie, che non vedono alternative e vie di fuga dalla loro condizione e che con la loro sofferenza alimentano un mercato fiorente, in mano ai circuiti criminali e alle mafie ”, commenta Raffaela Milano, Direttore Programmi Italia-Europa Save the Children.

“La tratta e lo sfruttamento di minori – gli fa eco Carlotta Bellini, Responsabile Area Protezione della nota Ong – è un fenomeno ancora largamente sommerso e i dati ufficiali descrivono  la punta di un iceberg”.

Il dossier indica anche le strategie per combattere il fenomeno: “’emersione del fenomeno, l’immediata presa in carico e l’assistenza. E’ indispensabile un forte coordinamento tra tutti i soggetti coinvolti, le forze dell’ordine, i servizi sociali, le reti delle organizzazioni non profit. Una particolare attenzione va inoltre dedicata alla prevenzione del fenomeno, anche attraverso accordi con i paesi di origine per contrastare le reti criminali che gestiscono i traffici e mettere in guardia le potenziali vittime circa i rischi cui vanno incontro. In Italia si sono fatti passi avanti considerevoli sul piano normativo, sia a tutela delle vittime che nei riguardi di chi usufruisce – come sfruttatore e come “cliente” – di questo mercato. Tuttavia è indispensabile rafforzare gli interventi sul campo, con una programmazione ed una rete adeguata di protezione”.

In particolare Save the Children Italia raccomanda di: procedere tempestivamente all’adozione del Piano Nazionale d’Azione contro la tratta di esseri umani e al riavvio dell’Osservatorio Nazionale anti-tratta per le vittime di tratta e sfruttamento.

Per saperne di più: www.savethechildren.org

di Ornella Esposito

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