L’attività fisica permette di superare quasi tutti gli ostacoli, specialmente per le persone che convivono con la disabilità. Sono fermamente convinto che il potere della mente possa prevalere sul dolore, qualsiasi esso sia. È anche grazie all’attività motoria che si possono far regredire le nostre avversità.
Il mio nome è Luca Galimberti. Ho 37 anni e sono affetto da una malattia genetica rara, l’Adrenoleucodistrofia, e dal Morbo di Addison. Faccio parte di un gruppo di persone che hanno avuto la “fortuna” di avere una malattia rara. Fortuna perché uno dei pochi mezzi per contrastare l’evolversi della stessa è la pratica fisica, LO SPORT.
Lo sport aiuta e migliora la qualità della vita. L’allenamento, svolto al meglio, comporta comunque delle difficoltà, difficoltà che, se affrontate con grande forza d’animo, permettono di concretizzare i nostri ideali più irraggiungibili. La forza di volontà è il mio trampolino di lancio per riuscire nell’intento, conseguire gli obiettivi e raggiungere i risultati. L’attività fisica permette di superare quasi tutti gli ostacoli, specialmente per le persone che convivono con la disabilità. Sono fermamente convinto che il potere della mente possa prevalere sul dolore, qualsiasi esso sia. Ed è anche grazie all’attività motoria che si possono far regredire le nostre avversità. È grazie a questa convinzione che ho deciso di mettermi in gioco. Ho sfidato me stesso per riuscire a comprendere quale fosse il limite che potevo toccare con il mio corpo e capire quale fosse la disciplina sportiva più adatta a me. Sapevo che, per le mie problematiche fisiche, non avrei potuto scegliere una disciplina sportiva basata prevalentemente sull’uso degli arti inferiori. Il primo passo era mettermi in contatto con il C.I.P. (Comitato Italiano Paralimpico).
Ho raggiunto telefonicamente il Presidente della Sezione Emilia e Romagna il quale, valutando la mia condizione, ma anche la mia situazione globale, mi ha proposto alcune discipline sportive, tra le quali il tiro con l’arco e la vela. Le due discipline, che trovo comunque interessanti, non hanno inizialmente suscitato in me una risposta: avevo bisogno di praticare uno sport di “sfogo”, uno sport che mettesse in circolo adrenalina! Quando mi è stato proposto di praticare la canoa-kayak, l’entusiasmo è stato immediato. Per verificare le mie attitudini psico-fisiche, ho effettuato il test di acquaticità, equilibrio e gestione dell’imbarcazione. Il risultato è stato positivo, e mi ha permesso di incominciare il mio iter sportivo. Il percorso è stato davvero particolare: abbiamo trasformato una missione impossibile in possibile. Mi alleno al Canoa Club Rimini ed è doveroso, da parte mia, ringraziare i miei istruttori, Enzo Perazzini e Maurizio Tognacci. Danno veramente il cuore per questo sport. La mia avventura in questo fantastico mondo è cominciata insieme ad Enzo Perazzini. Lui ha messo a frutto tutta la sua esperienza per riuscire in questa impresa perché è difficile individuare una tipologia di allenamento con problematiche così particolari. Le prime volte non ci credevo, ma tutto questo allenamento costituisce un vero lavoro, continuo e mirato, finalizzato al solo raggiungimento di un traguardo.
Non tutti i giorni sono però uguali per me: non sto sempre bene e non sono sempre in forma. Le prime volte in kayak sono state faticose: ogni volta che entravo in barca avvertivo subito delle contrazioni. Grande sforzo fisico, quindi, ma anche grande sforzo mentale, per controllare il disagio fisico. Ad ogni allenamento, in base ai progressi o regressi compiuti, si pianificava e si riorganizzava la lezione successiva, con le opportune modifiche. Grazie a questo metodo, ho acquisito al meglio la tecnica, conseguendo una buona definizione anche nello stile. Anche con Maurizio Tognacci il mio percorso è stato alquanto travagliato: il nostro obiettivo erano i 5 km, una prova classica del Campionato Regionale. Il mio pensiero più vivo era fisso sullo sviluppo dell’allenamento: nel mio credo non esiste la parola arrendersi, ma, per riuscire a completare il tracciato, dovevo impegnarmi al massimo. Ho impiegato molto tempo prima di riuscire a completarlo, e, una volta tagliato questo traguardo, bisognava mettere in pratica tutti questi progressi. Con un tempo di 26.59, siamo diventati campioni regionali. La gara era in k2, e so perfettamente che il nostro non era un equipaggio come tutti gli altri: ero supportato da un grande “motore“, il mio propulsore! La strada che ho di fronte sarà ancora più dura e in salita. Punto, infatti, a gareggiare in competizioni internazionali per preparare le Paralimpiadi di Rio de Janeiro 2016. E non finisce qui…
Già, perché il mio percorso sportivo non si limita soltanto alla canoa, ma anche al nuoto. Mi alleno a Cattolica, supportato, anche in questo caso, da un grande coach: Alessandro Fuzzi. Come per la canoa, anche per il nuoto Alessandro sta definendo un piano di allenamento tarato sulla mia persona. Mi sono reso subito conto come solo grazie alla tecnica sia stato possibile migliorare. Con il nuoto cercherò di qualificarmi per le Paralimpiadi di Londra 2012. Mi sono immerso in un mondo fantastico, sorprendente e gratificante. L’attività sportiva mi ha dato davvero tanto. Sono riuscito a riemergere da situazioni davvero brutte. Proprio per questo motivo è nata dentro di me l’esigenza di portare la mia esperienza nelle scuole. Da circa due anni collaboro con il Presidente del Comitato Italiano Paralimpico Regione Emilia e Romagna e coordino, insieme al Delegato Provinciale ed alla Referente scolastica Provinciale, il progetto scuole sport-integrazione. Il mondo dello sport mi ha davvero folgorato. Lo considero a 360°, unisce i principi, le ideologie, le persone… Mi rendo conto di essere fortunato anche perché molte persone gravitano attorno a me dandomi forza, coraggio e stimoli. L’appoggio delle persone è per me fondamentale per riuscire in questa sfida, nella quale le mie sole forze, in alcuni momenti, potrebbero non bastare a superare gli ostacoli. I miei conoscenti, i miei sostenitori, e, con un po’ di ottimismo, i miei tifosi, saranno il PROPULSORE per la mia ascesa verso quel sogno chiamato OLIMPIADE.
Luca Galimberti
Atleta iscritto al Comitato Italiano Paralimpico
Coadiutore Progetto scuola sport-integrazione Comitato Italiano Paralimpico Regione Emilia Romagna