Quando Lucio Lucertola incontrò Mrs. Mooney

Quello che succederà a Lucio Lucertola e Mrs. Money non è dato saperlo. Inutile pure chiederlo a Stefano Benni o a James Joyce, che gentilmente ci hanno prestato due dei loro personaggi per entrare in una storia mai scritta, ma già raccontata in ogni sua parte.

La notte del 30 agosto 2039, un’ondata di caldo eccezionale soffocava gli Stati Uniti. C’era un gran rumore negli universi. Lucio Lucertola festeggiò il suo settantesimo compleanno svegliandosi. S’arrisbigliò malamente: i linzòla, nel sudatizzo del sonno agitato per via del chilo e mezzo di sarde a beccafico che la sera avanti si era sbafàto, gli si erano strettamente arravugliate torno torno il corpo, gli parse d’essere addiventato una mummia. A stimare da come l’alba stava appresentandosi, la iurnata s’annunziava certamente sméusa, fatta cioè ora di botte sole incaniato ora di gelidi stizzichii di pioggia, il tutto condito da alzate improvvise di vento. Ma indove erano andate a finire quelle prime matinate nelle quali, appena arrisbigliato, si sintiva attraversato da una speci di correnti di filicità pura, senza motivo? Il piccolo battello a vapore che fa il servizio postale una volta alla settimana, fra Nuova York, la più popolosa città degli Stati Uniti d’America settentrionale, e la piccola borgata dell’isola Nantucket, quella mattina era entrato nel piccolo porto con un solo passeggero. “Banco di aringhe a sinistra!” annunciò il gabbiano di vedetta, e lo stormo del Faro della Sabbia Rossa accolse la notizia con strida di sollievo. Il cielo, che gravava minaccioso a pochi palmi dalle teste, sembrava una pancia d’asino rigonfia. È cosa nota e universalmente riconosciuta che uno scapolo in possesso di un solido patrimonio debba essere in cerca di moglie. Emma Woodhouse, bella, intelligente e ricca, con una casa confortevole e un carattere allegro, sembrava riunire in sé il meglio che la vita può offrire, e aveva quasi raggiunto i ventun’anni senza subire alcun dolore o grave dispiacere.
“Allora, non c’è nessuno qui?”
Per pronunciare le sue frasi tronche socchiudeva appena la bocca e lasciava venir fuori un sussurro di cinque, al massimo sette parole, sempre difficili da capire.
“Per capire che una risposta è sbagliata non occorre una intelligenza eccezionale, ma per capire che è sbagliata una domanda ci vuole una mente creativa”.
Non importa sapere come nacquero quelle sorprendenti parole.
“E lei come si chiama?”
“Potrei, egregio signore, senza rischiare d’importunarla, offrirle i miei servizi?”
Mrs. Mooney era figlia di un macellaio. Era una donna che sapeva il fatto suo, una donna di carattere. L’autobus stava per partire, rombava sordo con improvvisi raschi e singulti. Impossibile far la passeggiata quel giorno.
“Signora, sto per darvi un’indiscutibile prova del fatto che i vostri desideri sono per me ordini ai quali non mi posso sottrarre”.
Quello che succederà a Lucio Lucertola e Mrs. Money non è dato saperlo. Inutile pure chiederlo a Stefano Benni o a James Joyce, che gentilmente ci hanno prestato due dei loro personaggi per entrare in una storia mai scritta, ma già raccontata in ogni sua parte. Leggere è volare con la fantasia, percorrere sentieri nuovi, e in parte già noti, che ci condurranno un passo più avanti e un pizzico più dentro di noi. Leggendo la prima riga di un libro, entriamo in un mondo creato da una mente diversa dalla nostra, che ci invita a compiere un viaggio unico, ma sempre diverso, a seconda dei sogni, delle attese e delle traiettorie dell’anima di chi abbandona gli occhi su quella pagina. Un libro letto da due persone non è mai lo stesso. La potenza creativa del “C’era una volta”, e dei miliardi di altri incipit che ci invitano a vivere un’avventura di carta, è forse il punto più alto del piacere della lettura, la porta che si apre su un universo tutto da scoprire. Così, un po’ per gioco e un po’ per riconoscenza verso alcuni compagni di strada, ho evocato alcuni degli incipit più famosi. L’inizio del racconto che avete appena letto si compone di ventuno incipit di grandi autori: da Stefano Benni a John Cleland, passando per Andrea Camilleri, Emilio Salgari, Luis Sepulveda, Jane Austen, Alessandro Baricco, Gianrico Carofiglio, Henry James, Umberto Eco, Albert Camus, Leonardo Sciascia e Charlotte Bronte. Ad ogni punto un nuovo inizio, la parola passa a disegnare nuove possibilità che, una dentro l’altra, ci hanno portato all’incontro di due personaggi, vissuti in epoche diverse e con storie diverse, finché la pagina bianca non li ha fatti incontrare per dare vita ad un’altra avventura, che continuerà nella tua mente, non appena avrò messo questo punto.

Luca Casadei
Giornalista e lettore incallito
luca.casadei@socialnews.it

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