Rileggere ciò che si è letto nelle varie fasi della nostra vita, è un’esperienza particolare e importante. Ripercorriamo il nostro essere diventati, la costruzione della nostra identità; le emozioni e i pensieri su cui abbiamo fondato sentimenti, convinzioni e credenze. Rileggendo incontriamo le prime suggestioni che la pagina scritta ci ha evocato, a partire da quelle vissute nell’infanzia
Costruiamo la nostra esperienza attraverso racconti, e sotto forma di racconti. Dovendo scrivere poche righe sull’importanza della lettura, scelgo di parlare di quella dei testi letterari, ritenendo che i romanzi offrano un percorso fondamentale per la formazione dell’individuo. I racconti costituiscono, tra l’altro, un legame tra la consapevolezza di sé e la consapevolezza degli altri nella realtà sociale in cui siamo immersi, un modo per confrontare la nostra esperienza con quella che ci forniscono gli scrittori, con i vissuti ed i comportamenti narrati, con i quali possiamo identificarci. Come afferma Bruner, poliedrico psicologo e studioso di letteratura, i racconti sono moneta corrente di una cultura: la vita collettiva non sarebbe stata possibile senza la capacità di organizzare e comunicare l’esperienza in forma di narrazione. La lettura dei romanzi ci offre, attraverso intrecci, trame, storie di vita, personaggi, un terreno di indagine della psiche degli altri ed un luogo di riconoscimento di noi stessi. Molto di ciò che sappiamo sulla complessità dei rapporti interpersonali, sui conflitti, sull’amore e la gelosia, lo dobbiamo a Flaubert, Stendhal, Proust, Laclos, Virginia Woolf. La nostra conoscenza delle dinamiche del profondo, dei sottofondi della psiche, del male e del bene, ci vengono da Dostoevskij e da altri grandi scrittori russi. Attraverso queste letture, ci esercitiamo ad affrontare la vita, ad immaginare ed anticipare cose che potrebbero succedere, a fronteggiare l’imprevisto. La narrativa organizza la struttura dell’esperienza e dell’io, così che la vita finisce per intrecciarsi con l’arte: il personaggio di Flaubert, Emma Bovary, si ispirava ai romanzi sentimentali della sua epoca. Noi, a nostra volta, comunichiamo nella realtà dicendo: è una Bovary, è un Raskòlnikov, e suggeriamo di che tipi di carattere e di azioni si tratta, facendo riferimento a questi personaggi letterari, alla loro psicologia, ai loro comportamenti. Rileggere ciò che si è letto nelle varie fasi della nostra vita è un’esperienza particolare e importante. Ripercorriamo il nostro essere diventati, la costruzione della nostra identità, le emozioni ed i pensieri su cui abbiamo fondato sentimenti, convinzioni, credenze. Rileggendo, incontriamo le prime suggestioni che la pagina scritta ci ha evocato, a partire da quelle vissute nell’infanzia. Nel rievocare le prime letture, cerchiamo stupore, divertimento, anche paure, tristezza e, inoltre, scoperta di parole nuove, sconosciute, affrontate come una sfida alla ricerca di significati nuovi. Letture di bambini, bambine, favole, filastrocche. Dell’adolescenza, Pinocchio, Cuore, I Tre Moschettieri, Piccole Donne. Della prima giovinezza, gli Americani appena giunti in Italia, che ci hanno aperto a panorami, storie lontane; che ci hanno lasciato nelle orecchie i ritmi asciutti di Hemingway, Salinger, come quelli di Pavese e Vittorini. E le poesie di Montale e Ungaretti.. Letti sottobanco, mentre i professori ci invitavano a godere di Foscolo e Carducci. Anche quelli ci sono rimasti nella testa e nel cuore. “Ei fu siccome immobile” ci faceva un po’ ridere. Ci ricordiamo, comunque, a memoria le odi di Manzoni e le poesie di Pascoli. Ma nel rispecchiarci nelle nostre letture di allora, troviamo anche le differenze tra i noi di ieri e i noi di oggi: rileggere è anche scoprire le proprie trasformazioni, la differenza tra come eravamo e come siamo diventati. Perché è importante motivare i bambini e le bambine alla lettura, sottraendoli, in parte, alla full immersion di stimoli visivi e auditivi della TV e dei giochi elettronici? Per i bambini e gli adolescenti, la lettura è forse uno dei pochissimi momenti, in mezzo alle loro molteplici attività, in cui sono costretti a concentrarsi, fermarsi, riflettere. Indotti a dare spazio all’immaginazione, ad apprezzare la libertà di giocare con le possibilità, costruire con la mente ciò che viene suggerito dalle parole, anziché riceverlo passivamente dai prodotti confezionati e standardizzati forniti dai media. Leggere è stare soli con se stessi. Imparare che un libro può riempire i vuoti, la noia, l’isolamento. O anche stare veramente insieme con una madre, un padre, con cui condividere la lettura, costruendo insieme un luogo dove si creano complicità, attraverso figure, storie, personaggi di libri che entrano nella conversazione di ogni giorno.
Marina Mizzau
Psicologia della comunicazione