La biblioterapia

Con il termine biblioterapia si intende la terapia attraverso la lettura, lettura quale strumento di promozione e crescita culturale, personale e collettiva, come strumento di autoaiuto, acquisizione di conoscenze e promozione di consapevolezza in situazioni di disagio psicologico e sociale, oltre che come tecnica psicoeducativa e cognitiva in ambito psicoterapeutico.

L’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, definisce la salute come un equilibrio tra gli aspetti fisico, psichico e sociale, non semplicemente come assenza di una qualsiasi patologia fisica o psichica. Il riferimento è dunque al benessere e alla crescita culturale dell’individuo e della società. Un processo culturale dinamico e complesso. La biblioterapia, la terapia attraverso la lettura, si inserisce in questo processo di sviluppo e crescita culturale dell’individuo e della società. Con il termine biblioterapia, si intende la terapia attraverso la lettura, lettura quale strumento di promozione e crescita culturale, personale e collettiva, strumento di autoaiuto, acquisizione di conoscenze e promozione di consapevolezza in situazioni di disagio psicologico e sociale, oltre che tecnica psicoeducativa e cognitiva in ambito psicoterapeutico. In psicoterapia, nell’edizione italiana del dizionario di Psichiatria di Leland E. Hinsie e Robert J. Campbell, dell’Università di Oxford, Londra, della Casa Editrice Astrolabio – Ubaldini Editore, Roma, 1979, la Biblioterapia viene definita “Utilizzazione della lettura in aggiunta alla psicoterapia“, una tecnica integrata in sintesi nel percorso terapeutico del paziente che si svolge anche attraverso letture scelte e mirate. “Prescrivere un libro“, in psicoterapia, aiuta la persona sofferente a riflettere su di sé, a confrontarsi con gli altri, a potenziare le sue capacità cognitive ed emotive sviluppando risorse ed abilità empatiche, acquisendo conoscenze ed elaborando strategie di gestione del disagio psicologico adeguate ed efficaci. Molti clinici di diverso orientamento psicoterapeutico, ma, soprattutto, quelli ad indirizzo cognitivo-comportamentale, adottano la biblioterapia come un homework, un “compito a casa” e “prescrivono” la lettura di un libro specifico o l’uso di moduli psicoeducazionali ai propri pazienti, al fine di aiutarli nel loro percorso terapeutico.

L’obiettivo condiviso è l’empowerment della persona, lo sviluppo delle risorse ed il potenziamento delle life skills: autostima, autoefficacia, empatia, in particolare. La biblioterapia, in psicoterapia, si sviluppa negli Stati Uniti ad opera del Dr. William Menninger, psichiatra, anche se si hanno alcune applicazioni già negli anni ‘20. Negli anni ’30, Menninger inizia a prescrivere ai suoi pazienti la lettura di romanzi nell’ambito del trattamento di diversi disturbi psichici, in particolare la depressione. Ma da sempre il libro è considerato uno strumento di riflessione, conoscenza, promozione culturale, soggettiva e collettiva. Che si tratti di romanzi o di fiabe, spesso, nelle storie, la narrazione implica percorsi in cui è visibile una struttura dinamica legata alle vicende dei protagonisti, che si trasforma e cambia, delineando un percorso di crescita psicologica. I meccanismi psicologici sottesi alla lettura, attività complessa e creativa, sono molti. Tra questi, possiamo evincerne alcuni, come la necessità di soddisfare un bisogno di conoscenza, la necessità di alleviare una sofferenza e, in questo senso, la lettura consente di immedesimarsi in un personaggio ed elaborare, attraverso le sue vicende, paure, pensieri, emozioni, sviluppando capacità empatiche, fondamentali nei processi di maturazione psicologica e socializzazione individuale e di gruppo. Proprio l’assenza di abilità empatiche, o la loro scarsa presenza e qualità, risulta essere tra le cause di comportamenti violenti o atti di bullismo tra i giovani. La lettura consente un processo di crescita e maturazione culturale, psicologica e sociale. Un personaggio può piacerci per alcune caratteristiche, che sentiamo simili alle nostre, o perché ci piacerebbe avere quelle qualità e vorremmo essere “come lui“.

Al contrario, un personaggio può non piacerci proprio perché in lui leggiamo tratti della nostra personalità che non amiamo. Le fiabe, le poesie, i romanzi hanno un potere evocativo potente e consentono anche l’espressione di emozioni vissute in assoluta solitudine. Ritrovare in una poesia, in un racconto, in un romanzo, in un saggio, similitudini con la propria vita aiuta la persona a gestire le proprie emozioni ed i propri pensieri attraverso la condivisione di situazioni che possono avere un impatto emotivo significativo sulla propria mente. I gruppi di lettura, ad esempio, costituiscono un elemento significativo di aggregazione nel tessuto sociale. Leggere ad alta voce, come nello svolgimento di percorsi di lettura guidati, condividendo con altre persone la lettura di un libro ed esponendo i propri rilievi critici, aiuta inoltre la persona non solo ad acquisire strumenti e contenuti culturali, ma anche ad “esporsi” agli altri, superando spesso timidezza, paura, sensi di inferiorità.
Lo psicologo Raymond A. Mar, della York University di Toronto, ha recentemente condotto alcuni studi sugli effetti dell’esposizione prolungata alla narrativa. È emerso che le persone che avevano appena letto un racconto rispondevano in modo migliore ad un test sulle interazioni sociali rispetto alle persone di un altro gruppo, che partecipava all’esperimento, le quali, invece, avevano letto soltanto un articolo su una rivista. La lettura induce un processo psicofisiologico di rilassamento ed apre la mente a nuovi paesaggi, nuove architetture interiori indotte dalla narrazione. Strettissima è poi la relazione tra scrittura e lettura, dotate entrambe di un elevato potere terapeutico. Uno degli strumenti terapeutici utilizzati in psicoterapia, oltre al libro, è la scrittura: la scrittura della propria autobiografia e la scrittura diaristica. Ciò consente alla persona sofferente di oggettivare le proprie emozioni, i propri pensieri, la propria storia, evidenziando situazioni, rilievi critici, fatti, che potranno costituire il punto di partenza del percorso terapeutico.

Un processo creativo. Un cammino verso la pienezza della maturità e della bellezza dell’essere una persona. In ambito psicoterapeutico, la biblioterapia si colloca all’interno della relazione terapeutica ed il libro diventa “un altro luogo”, condiviso da paziente e terapeuta, in chiave simbolica. Un libro si legge “altrove”, fuori dallo studio del terapeuta, a casa del paziente o dovunque egli voglia, ma la lettura del libro non si colloca al di fuori del contesto terapeutico e, soprattutto, della relazione terapeutica. Il libro ha una sua fisicità, i suoi colori, i suoi caratteri, i suoi contenuti, il suo stile, è scritto da un autore o da più autori, ha caratteristiche specifiche. Si tratta di letture scelte: saggi, romanzi, letteratura classica e moderna, teatro, poesia, testimonianze, storie vissute, autobiografie. Negli Stati Uniti ed in Inghilterra, ed in Europa in genere, la biblioterapia è più diffusa, e da più lungo tempo, che in Italia. Numerosi sono gli studi prodotti anche in ambito accademico internazionale, pubblicati su autorevoli giornali scientifici, che ne attestano la validità nel trattamento di diversi disturbi psichici presenti in età adulta, ma anche in età infantile ed adolescenziale. Il Servizio di Salute Mentale inglese ha adottato la biblioterapia ed ha stilato una lista di 35 titoli ritenuti validi per il trattamento di disturbi psicologici. In clinica, la biblioterapia viene utilizzata, in particolare, nel trattamento di disturbi d’ansia, depressione, disturbi del comportamento di lieve e media entità, nella psicoeducazione, nell’insegnamento di abilità di fronteggiamento e di gestione dei problemi comportamentali e del disagio psichico. Viene utilizzata anche in ordine alle life skills, come il problem solving, la comunicazione efficace, l’assertività.

Ansia, bassa autostima, depressione, ossessioni e compulsioni, difficoltà relazionali sono anche comprese nei quadri clinici delle nuove dipendenze: le internet dipendenze, la dipendenza sessuale, la dipendenza dal lavoro, lo shopping compulsivo, il gioco d’azzardo patologico, la dipendenza da cellulare. Un libro può diventare uno strumento potente di riflessione, squarciare il buio della dipendenza ed aprire la mente ad altri contenuti, altri paesaggi ed architetture, un’altra dimensione temporale. La biblioterapia consente il ritrovamento o la scoperta di un tempo per sé, uno spazio di crescita, una solitudine positiva dalla quale si può uscire senza fuggire e alla quale si può tornare senza paura. Lo psichiatra Ian Falloon, noto per il suo trattamento integrato della Salute Mentale, ha scritto testi psicoeducazionali per aiutare operatori sanitari, pazienti e familiari a gestire insieme, attraverso appunto l’uso di moduli psicoeducazionali, il disagio psichico e le diverse situazioni che si possono presentare al paziente, alla famiglia, agli operatori. Si tratta di strumenti utilissimi, che non trasmettono solo conoscenze, ma anche competenze agli operatori, ai pazienti, ai loro familiari. Ciò contribuisce notevolmente a costruire alleanze terapeutiche indispensabili per la realizzazione di buone pratiche socio-sanitarie. In diversi studi pubblicati sul Journal of Counsulting and Clinical Psychology, è emerso che la biblioterapia possiede un’efficacia significativa sia a livello statistico, sia clinico nell’alleviare i sintomi ansiosi e depressivi e nel ridurre i pensieri e gli atteggiamenti disfunzionali. I terapeuti cognitivo-comportamentali, in particolare, utilizzano la biblioterapia. Ma già Jung rilevava l’importanza e l’utilità del libro e della lettura in ambito psicoterapeutico. In un’altra accezione, la biblioterapia è semplicemente uno strumento di autoaiuto, al di fuori di un contesto terapeutico, e non è quindi necessariamente utilizzata solo in psicoterapia. Si tratta, appunto, di un’altra accezione della biblioterapia, quale autocura e crescita culturale.

Come Auto-Aiuto, dalla lettura di un libro, ad esempio sull’ansia, si può sviluppare la consapevolezza del proprio disagio psicologico. Superando paure ed inibizioni, si può chiedere aiuto ad un’associazione per entrare in un gruppo di auto aiuto o rivolgersi ad un counselor o ad uno specialista psicologo psicoterapeuta o psichiatra psicoterapeuta per iniziare una psicoterapia individuale, di coppia, familiare o di gruppo. È noto che il libro e la lettura stimolano l’attenzione, la riflessione, gli aspetti cognitivi ed emotivi. Da qualche anno, anche in Italia, diverse strutture sanitarie hanno iniziato a svolgere attività di promozione della lettura e di biblioterapia per i degenti. A volte si tratta di percorsi di lettura guidata, letture fatte ad alta voce in gruppo nelle sale comuni dei reparti, su diverse tematiche e con libri di diversi autori, con un programma definito ed una particolare attenzione alla socializzazione ed al confronto. Crescita culturale e sviluppo di abilità psicologiche e sociali sono anche gli obiettivi di altre iniziative promosse da diverse biblioteche riguardo la biblioterapia. Lo psicoterapeuta che utilizza la biblioterapia “prescrive“ libri tematici correlati al disturbo psichico presentato dal paziente, ma utilizza anche libri di narrativa, teatro, poesia, letture scelte. I saggi utilizzati devono essere correttamente basati su informazioni scientifiche e scritti in modo chiaro e semplice. La semplicità non è sinonimo di banalità. Accessibilità dell’informazione, chiarezza espositiva e contenutistica, onestà intellettuale fanno di un libro un buon libro, adatto alla biblioterapia. Anche libri di testimonianze possono essere molto utili. Si tratta di libri scritti da persone che hanno raccontato la loro sofferenza ed il loro percorso di crescita e guarigione. Occorre, invece, diffidare di quei libri che promettono facili e miracolose guarigioni, felicità e risoluzione dei propri problemi in 24 ore. Non aiutano nessuno. La biblioterapia può essere utilizzata in modo efficace anche con i bambini e gli adolescenti per curare diversi disturbi: disturbi d’ansia, problemi comportamentali, problemi di autostima, bullismo, disturbi del comportamento alimentare.

È utile per iniziare un programma psicoeducativo, per un training di comunicazione assertiva, per l’educazione sessuale. Può essere diretta al bambino, all’adolescente e prevedere anche il coinvolgimento dei genitori. Autopromozione, intelligenza emotiva, pensiero laterale sono impliciti nel concetto di biblioterapia. La biblioterapia promuove la crescita cognitiva e socio affettiva dell’individuo e, attraverso il confronto, promuove la consapevolezza di sé e la capacità di relazione interpersonale. Nella lettura, l’immaginazione assume un grande potere. La lettura è un’attività mentale creativa. L’intelligenza emotiva, conquista della mente, é un tipo di intelligenza che consente la padronanza di se stessi, l’automotivazione, ed implica capacità empatiche ed abilità sociali. Il concetto di intelligenza emotiva si è diffuso con un famoso libro di Daniel Goleman a metà degli anni ‘90. Lettura e cambiamento, dunque, come un processo evolutivo che trae dall’esperienza del proprio disagio psicologico e dalla propria sofferenza gli stimoli al superamento degli ostacoli e dei vincoli generati. Lo stesso libro può essere letto in momenti diversi della propria vita e un nuovo insight, nuove emozioni e nuove consapevolezze possono verificarsi. Un buon libro è uno strumento di conoscenza, ricchezza ideativa, sviluppo cognitivo, affettivo e sociale nel percorso di tutta la vita ed è un buon compagno di viaggio.

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Rosa Mininno
Psicologa Psicoterapeuta, Biblioterapeuta.
Fondatrice del primo sito web italiano sulla Biblioterapia

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