L’abc della comunicazione

Il web offre la possibilità di dare una mano al “sociale”. Una recente ricerca svolta dall’Università di Bologna “Alma Mater Studiorum”, ha messo in luce il grande sviluppo che in questi ultimi anni hanno avuto le attività di comunicazione, che consentono a migliaia di organizzazioni no profit di meglio svolgere la propria mission.

Anche la solidarietà oggi si moltiplica grazie alla Rete delle reti. In tempi di globalizzazione, internet è uno strumento utilissimo per promuovere la solidarietà, i diritti umani e la responsabilità individuale, facendo divenire fruttuosi i sentimenti di compassione che tutti noi proviamo quando, alla tv, vediamo spettacoli di estrema povertà e fame. Poi, però, tutto finisce lì, perché non sappiamo come fare per metterci in contatto con chi è sul posto e può aiutare concretamente quelle popolazioni. Invece, internet consente di mettersi subito in contatto con le organizzazioni no profit. I volontari sono on line e possono fornire consigli e ricevere messaggi, o anche fondi. Pertanto, sono sempre più numerose le organizzazioni no profit che impiegano internet per mantenere i contatti con gli stati ed altri gruppi che operano nel settore, ma anche con benefattori, o anche semplici curiosi. Si creano così nuove reti di comunicazione a rinforzo delle iniziative di solidarietà, cattoliche e non, che ogni giorno, in tanti Paesi in via di sviluppo, ma anche in quelli già sviluppati –perché anche in Italia vi sono mille forme di vecchie e nuove povertà– aiutano a curare i malati, insegnano ai bambini, costruiscono pozzi nel deserto. Il web offre la possibilità di dare una mano al “sociale” nel mondo attraverso le piccole e grandi realtà del volontariato. Una recente ricerca svolta dall’Università di Bologna “Alma Mater Studiorum” per conto del Co.Ge., il Comitato di Gestione del Fondo speciale per il volontariato in Emilia-Romagna, ha messo in luce il grande sviluppo che in questi ultimi anni hanno avuto le attività di comunicazione, che consentono a migliaia di organizzazioni no profit di svolgere meglio la propria mission. Il volume La comunicazione al servizio del volontariato [di S. Martelli, Franco Angeli, Milano 2009] ha illustrato le molte iniziative che i nove Centri operanti in Emilia-Romagna hanno realizzato nel triennio 2004-06, il primo di applicazione della l. 266/91, al fine di sostenere e potenziare le attività degli oltre 3.600 organismi di volontariato attivi in regione, così distribuiti: Bologna (19%), Ferrara (8%), Forlì-Cesena (12%), Modena (13%), Parma (14%), Piacenza (8%), Ravenna (10%), Reggio Emilia (10%), Rimini (6%). Nelle organizzazioni di volontariato, l’attività di comunicazione ha indubbiamente una rilevanza strategica, tanto nelle relazioni interne, quanto nelle attività rivolte verso l’esterno.

Per questo, ad essa vanno dedicate molte risorse. Si tratta di un’attività molto delicata, visto che la comunicazione sociale ha per interlocutori la coscienza del cittadino e l’utilità comune. La comunicazione è uno strumento essenziale per affermare le proprie finalità, realizzare la propria mission, promuovere le proprie iniziative sul territorio e diffondere i valori di solidarietà, reciprocità non utilitaristica e cooperazione che aumentano il capitale sociale e rendono più civile una comunità. Internet, poi, può attirare l’interesse dei giovani, i più frequenti “navigatori”, e li può sensibilizzare alla mission dell’organizzazione, fino a coinvolgerli in forme non convenzionali di attività volontaria. Internet, infine, consente di rivolgersi ad un target di benefattori più ampio, rendendo trasparenti i mezzi impiegati per le iniziative –per esempio, tramite la pubblicazione del bilancio sociale dell’organizzazione– ed attirare così nuovi fondi. Per comunicare in modo efficace, l’organizzazione no profit non può limitarsi a trasmettere notizie ed informazioni, ma deve costruire messaggi coerenti con i propri principi. A tal fine, è opportuno che l’organizzazione identifichi i propri obiettivi e li traduca in messaggi, i quali possono essere veicolati dai mezzi di comunicazione più diversi: tv, radio, stampa, manifestazioni, eventi, internet. Ovviamente, occorre tenere presente le differenze di format esistenti tra i mass media ed i new media, altrimenti si rischia che il messaggio resti vago od oscuro e che sia quindi poco incisivo. Un sito internet aperto da un’organizzazione no profit, in particolare, ha delle priorità da rispettare e delle qualità che devono essere necessariamente presenti. È importante non perdere di vista il fine che l’organizzazione vuole raggiungere ed il target di navigatori che aspira ad attirare. Il cybernauta che intende offrire un contributo volontario, sia in denaro, sia in termini di attività svolte all’interno dell’organizzazione no profit, deve sentirsi membro ben accetto di una comunità che ha bisogno di lui, «proprio di lui»!

Per questo è essenziale che il sito web dell’organismo di volontariato sia facilmente identificabile, in modo che chiunque ne abbia bisogno capisca di trovarsi nel “luogo” che cercava. È, quindi, fondamentale che il logo di una Onlus sia facilmente riconoscibile e che veicoli i valori e gli obiettivi dell’associazione. Deve poi avere un forte impatto sull’utente, cosicché questi se ne ricordi e lo suggerisca ad altri. Altro aspetto fondamentale è quello informativo: un aspirante donatore, o un potenziale volontario, devono avere la possibilità di acquisire tutte le informazioni che riguardano la loro eventuale donazione. Soprattutto, devono essere motivati a farlo, attraverso l’elenco pubblicato dei risultati ottenuti dall’organizzazione. Altri elementi utili sono il registro coi commenti di chi lavora presso l’associazione, o di chi ne riceve il supporto, così come la pubblicazione di immagini a testimonianza degli obiettivi realizzati. In tal modo, il benefattore sarà rassicurato del fatto che i soldi da lui donati sono stati spesi proprio per il fine per cui lui li ha versati. Elemento di notevole importanza risulta essere il linguaggio utilizzato, che deve presentarsi in maniera chiara e semplice, scorrevole e privo di vocaboli di difficile comprensione. Il contenuto deve essere esaustivo e privo di inutili ridondanze, deve catturare l’attenzione dell’utente e trattenerlo davanti allo schermo del proprio computer. L’architettura del sito deve consentire una facile navigazione e, soprattutto, devono essere messi in evidenza gli elementi e le informazioni fondamentali, quali indirizzo, numero di telefono, logo, finalità dell’associazione. Hanno una certa rilevanza anche la presenza di link utili che rimandano ad altre organizzazioni no profit, ovvero ad enti operanti per la solidarietà sociale, i quali possono costituire anch’essi un valido aiuto per il netsurfer interessato.

Stefano Martelli
Professore Ordinario di Sociologia dei Processi Culturali e Comunicativi
Università di Bologna

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