In Italia operano il maggior numero di risorse di origine bancaria. Il settore d’intervento cui è di gran lunga destinato annualmente è certamente quello denominato “arte, attività e beni culturali”. Un determinante contributo al restauro, agli enti lirici ed ai teatri, al sostegno di biblioteche ed archivi, alla realizzazione di pubblicazioni di gran pregio, di mostre di alto valore, di importanti collezioni di pittura, scultura ed arte contemporanea.
La profonda riforma che, all’inizio degli anni novanta, ha interessato il mondo del credito e, in particolare, quello delle Casse di Risparmio italiane, ha consentito, come effetto “collaterale”, la nascita di un nuovo soggetto giuridico: le fondazioni bancarie. In realtà, ciò che interessava a Giuliano Amato – allora Ministro del Tesoro e padre della riforma – era la privatizzazione delle Casse, enti pubblici storicamente legati al territorio e non sempre gestiti in un’ottica manageriale. Lo scorporo dell’originaria azienda bancaria dalle Casse di Risparmio (“enti conferenti” trasformati in Fondazioni) ed il contestuale conferimento della stessa in S.p.A. di nuova costituzione, la cui partecipazione azionaria rimane interamente in capo alle fondazioni, rendono necessario individuare per queste ultime, rimaste delle scatole vuote, una nuova mission. La soluzione individuata è quella, forse, più semplice: proseguire e sviluppare maggiormente l’attività che, tradizionalmente, seppure in via residuale, le banche già facevano: il sostegno alle associazioni culturali, al volontariato, agli enti benefici, alle scuole e al mondo della ricerca e dello sport. Negli anni, le fondazioni, ceduta progressivamente, in tutto o in parte, la partecipazione bancaria – spesso realizzando cospicue plusvalenze ed incrementando così sensibilmente il proprio patrimonio – prendono coscienza di sé e del ruolo sociale che loro compete, diventando sempre più un importante motore dello sviluppo economico e sociale del territorio.Dai dati di sistema, in Italia operano 88 fondazioni di origine bancaria. Il settore di intervento cui è di gran lunga destinato annualmente il maggior numero di risorse (513 milioni di euro nel 2008, pari al 30,6% del totale erogato) è certamente quello denominato “arte, attività e beni culturali”. Il determinante contributo al restauro del ricco patrimonio storico ed artistico del nostro Paese, il sempre più necessario supporto (a seguito della progressiva riduzione delle risorse del Fondo unico per lo spettacolo) agli enti lirici ed ai teatri, il sostegno a biblioteche ed archivi, la realizzazione di pubblicazioni di gran pregio in campo artistico, di mostre di alto valore culturale e di grande richiamo turistico, la costituzione ed implementazione di importanti collezioni di pittura, scultura ed arte contemporanea, rendono le fondazioni di origine bancaria un player fondamentale per l’intera politica culturale italiana.Soltanto per ricordare alcuni dei più significativi interventi realizzati in proprio dalle fondazioni in questi ultimi anni – anche attraverso la costituzione di apposite società strumentali, o in partnership con altre istituzioni – basti citare la nascita della “Fondazione per l’arte moderna e contemporanea”, ad opera della Fondazione CRT di Torino, il riallestimento del Museo Stibbert da parte dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, la grande mostra sul Rinascimento, attualmente in corso, organizzata dalla Fondazione Monte dei Paschi di Siena, il nuovo allestimento del Castello Sforzesco, promosso dalla Fondazione Cariplo ed il Museo del Corso, istituito dalla Fondazione Roma.
Il comune denominatore di queste iniziative, promosse da alcune delle fondazioni di origine bancaria italiane più dotate patrimonialmente, è il forte impegno per la valorizzazione dell’arte e della cultura espresse dal territorio di appartenenza. Si tratta, si badi, non di una visione provinciale e localistica tout court, ma di un localismo rivolto all’Europa: conoscere chi siamo e da dove veniamo fa di noi dei cittadini europei migliori. “Chi investe in cultura non sarà mai povero” è lo slogan utilizzato dalla Fondazione CRTrieste nella comunicazione delle proprie iniziative in ambito artistico e culturale. In un frangente storico ed economico come il presente, in cui la crisi finanziaria globale suggerisce di destinare gran parte delle risorse a vantaggio delle fasce più deboli e per soddisfare le esigenze primarie della comunità, abbandonare la promozione ed il sostegno alle principali manifestazioni culturali ed artistiche espresse dal territorio rappresenterebbe uno degli errori più gravi. Per questa ragione la Fondazione CRTrieste, accanto ad una ancora più accentuata attenzione alle tematiche sociali, prosegue a promuovere essa stessa e a sostenere importanti progetti in campo culturale ed artistico. A partire dal 1992, anno della propria costituzione (il 25 luglio 2010 diventerà maggiorenne!), la Fondazione CRTrieste ha erogato a favore della propria comunità oltre 130 milioni di euro, il 48% dei quali, circa 64 milioni, nel settore della cultura e dell’arte. Tra le principali iniziative realizzate in quest’ambito vanno innanzitutto citate alcune importanti opere pubbliche, segnatamente dei contenitori espositivi e museali, finanziate integralmente dalla Fondazione. In primo luogo, la ristrutturazione dell’ex Pescheria comunale, prestigioso edificio liberty dei primi del Novecento, ora riconvertito, con un investimento di quasi 7 milioni di euro, in un moderno e flessibile polo espositivo destinato ad eventi di grande rilievo, inaugurato nel 2006 con l’inedita mostra “Andy Warhol’s Timeboxes”. Sempre nel 2006 è stato inaugurato il Museo d’Arte Contemporanea “Ugo Carà” di Muggia, nato per ospitare una collezione permanente dello scultore, ma destinato anche ad accogliere apprezzate mostre temporanee. Particolarmente significativi i progetti volti a restituire alla città l’antica bellezza della storia, permettendo a cittadini e turisti di apprezzarne il fascino: in questo senso, vanno citati il restauro dei preziosi mosaici della Cattedrale di San Giusto e quello del Teatro Romano. Da non dimenticare il determinante sostegno ai teatri cittadini, lirico e di prosa, alle principali mostre organizzate dal Comune e dalla Soprintendenza e la prosecuzione della Collana d’Arte della Fondazione, giunta ormai all’undicesima monografia, dedicata agli artisti di area locale. Di particolare rilievo, infine, la valorizzazione ed implementazione della propria collezione d’arte, recentemente arricchita dalle dodici tele della collezione “Arte e Industria Stock”. Tali interventi, oltre che per il loro valore intrinseco, risultano ancor più apprezzabili in quanto costituiscono, per una città come Trieste – nota soprattutto per la bellezza dei palazzi storici e per la multiculturalità che ne caratterizza il tessuto sociale – un invidiabile volano turistico ed economico, con l’opportunità di nuovi sbocchi occupazionali.
Paolo Santangelo
Segretario Generale della Fondazione CRTrieste