Malgrado i progressi compiuti nella gestione, e quindi nel riciclo e nel recupero, i rifiuti totali prodotti nel territorio nazionale hanno regi- strato una sensibile crescita passando dal 1995 al 2002 da circa 75 Mt a circa 122 Mt (APAT, Annuario dati ambientali 2004) e, per i rifiuti urbani, da 501 kg/ab. nel 2000 a 533 kg/ab. nel 2004 (APAT, Rapporto rifiuti 2005). Anche a livello europeo la produzione procapite di rifiuti urbani è in costante aumento ed è arrivata a 580 kg/ab. Nel 2004 (Europa a 15 Paesi, 537 se si considera l’Europa a 25), mentre si è rilevata una lieve diminuzione nella produzione di rifiuti totali (dati Environmental Signals 2002). L’aumento della produzione dei rifiuti è dovuto sostanzialmente alla crescita della ricchezza e della produttività che, in una società come la nostra, comporta conseguentemente un aumento della domanda di prodotti con ciclo di vita sempre più breve. Tutto ciò si traduce in un maggior quantitativo di rifiuti costituiti da prodotti ormai fuori uso e derivanti dall’estrazione e dalla fabbricazione. Inoltre molti di questi prodotti, per essere competitivi sul mercato, sono più complessi e costituiti da sostanze diverse, alcune di queste pericolose. La quantità di rifiuti può essere considerata un indicatore di quanto la società usi con efficacia le risorse a disposizione. I rifiuti rappresentano infatti una perdita di risorse preziose che potrebbero essere recuperate, riciclate e reimmesse nel ciclo produttivo, richiedendo di conseguenza meno materie prime e ottenendo una riduzione dei rifiuti provenienti dall’estrazione delle stesse. In sintesi un’eccessiva generazione di rifiuti è sintomo di processi di produzione inefficienti, bassa durabilità dei prodotti e meccanismi di consumo non sostenibile. Il modo più efficace per cercare di risolvere il problema è agire a monte, riducendo la quantità di rifiuti generati. L’effetto risultante, a prescindere dai miglioramenti nella gestione dei rifiuti, è quello di limitare gli impatti: dal trasporto, che provoca inquinamento atmosferico e rischio di incidenti e sversamenti, allo smaltimento e recupero, che oltre a presentare rischi di inquinamento del suolo, aria e acqua presentano problemi legati alla saturazione degli impianti esistenti e alla difficoltà nel localizzarne di nuovi. Il problema della prevenzione nella produzione dei rifiuti deve quindi essere affrontato sia in termini quantitativi, riducendo i volumi prodotti, che qualitativi, riducendo la pericolosità. La prevenzione è strettamente legata all’aumento dell’efficienza delle risorse, alla possibilità di influenzare i modelli di consumo e alla riduzione dei rifiuti connessi con i prodotti dell’intero ciclo vita: dalla produzione all’uso, fino al momento in cui il prodotto stesso diventa rifiuto. Per ridurre la produzione dei rifiuti è necessario agire alla fonte e cioè ampliare la durata di vita dei prodotti, utilizzare meno risorse con processi di produzione più puliti e con meno sprechi, influenzare le scelte e la domanda dei consumatori affinché si favoriscano prodotti e servizi che generano meno rifiuti e che contengono meno sostanze dannose per l’ambiente. In pratica si potrebbe procedere a: • favorire il ricorso a strumenti economici come le eco-tasse su prodotti e processi ad alta intensità di risorse e rifiuti; • influenzare le scelte dei consumatori a favore di prodotti e processi che generano meno rifiuti (ad esempio attraverso politiche che incentivano gli appalti pubblici verdi, marchi ecologici, campagne di informazione, ecc.); • avviare uno studio che contribuisca a individuare i flussi di rifiuti più problematici e pericolosi generati da diversi settori produttivi (estrazione, produzione di energia, industria manifatturiera, ecc.) e collaborare con i settori interessati per trovare soluzioni per ridurre o eliminare tali flussi di rifiuti. Tra le soluzioni possibili possono figurare il cofinanziamento delle attività di ricerca e sviluppo di tecnologie di processo più pulite e innovative e la diffusione delle migliori tecnologie e prassi; • identificare le sostanze pericolose più problematiche nei vari flussi di rifiuti e favorire, ove possibile, la loro sostituzione con sostanze meno pericolose o la progettazione di prodotti alternativi e, ove non lo fosse, cercare di garantire l’esistenza di sistemi a ciclo chiuso, dove il produttore abbia la responsabilità di garantire la raccolta, il trattamento e il riciclaggio dei rifiuti secondo modalità che minimizzino i rischi e l’impatto sull’ambiente; • integrare gli obiettivi e le priorità di prevenzione dei rifiuti nella politica integrata dei prodotti IPP della Comunità Europea, con lo scopo di individuare e mettere in pratica soluzioni per ridurre il contenuto di sostanze pericolose nei prodotti, per ampliare la durata di vita dei prodotti e per facilitare il riciclaggio e il condizionamento. Gli sforzi per la prevenzione nella produzione dei rifiuti sostanzialmente sono mirati al raggiungimento di due obiettivi riportati nel 6° Environmental Action Program, e cioè: • riduzione della produzione di rifiuti totali e di determinate categorie di rifiuti (PCB, veicoli a fine vita, fanghi, costruzione e demolizione, elettrici ed elettronici, oli, ecc.); • riduzione delle sostanze pericolose e quantità di rifiuti pericolosi. Il 6EAP pone come obiettivo la riduzione della quantità di rifiuti pericolosi prodotti del 20% nel 2010 e del 50% nel 2020 rispetto al 2000. Un terzo obiettivo di carattere generale è quello di perseguire una crescita economica senza che questo comporti un aumento dei rifiuti prodotti.
Da ARPA Piemonte