Ciascuna Regione si è dotata di un modello organizzativo per la Salute in Carcere all’interno del proprio Sistema Sanitario Regionale. È necessaria una corretta interazione dei due Sistemi, Giustizia e SSN, che devono collaborare sinergicamente.
È passato poco più di un anno dall’entrata in vigore del DPCM afferente al transito della competenza sulla Salute dei detenuti ed internati al SSN, alle Regioni ed alle Aziende Sanitarie. Dal 1 ottobre 2008, le Regioni sono titolari anche della relativa spesa sanitaria. La Commissione Salute delle Regioni e Province Autonome ha prestato grande attenzione al percorso in atto e si è dotata di un Gruppo Tecnico Interregionale specifico. È opportuno sottolineare subito due criticità significative: a) ad oggi, Regioni e Province a Statuto Speciale non hanno ancora recepito il DPCM, perché non ancora convocate dal Governo all’apposito Tavolo Paritetico; b) il ritardo nel Riparto delle risorse previste nella Finanziaria 2008, sia per lo stesso anno, sia per il triennio 2009-2011. L’iter interministeriale è ancora in corso e le Regioni si trovano a dover responsabilmente anticipare le risorse necessarie. Malgrado ciò, il Gruppo Tecnico Interregionale per la Salute in Carcere (GISC) ha lavorato alacremente, a partire dall’aprile 2008, svolgendo un percorso tematico, interattivo, condiviso e preparatorio all’attivazione dei due Tavoli Interistituzionali previsti dal DPCM in Conferenza Unificata, con il coinvolgimento anche dei Ministeri della Giustizia e della Salute. Il primo risultato concreto è avvenuto il 20 novembre 2008 con l’approvazione, in Conferenza Unificata, del fondamentale Protocollo di Collaborazione Interistituzionale previsto nell’Art.7 del DPCM, dotato di valenza di protocollo quadro.
Nello stesso Protocollo nazionale sono previsti, in sequenza logica e per ciascuna Regione, gli Osservatori Regionali Interistituzionali. A loro volta, questi dovranno prevedere appositi Protocolli Regionali più aderenti alle realtà ed alle relazioni territoriali, ivi compresi i Protocolli locali tra singolo Istituto di Pena e singola Direzione Aziendale. Con lo stesso metodo di lavoro condiviso, il GISC ha elaborato anche gli schemi delle Convenzioni previste nel DPCM (Locali Sanitari nelle Carceri ed Esperti Psicologi) oltre ad un terzo schema relativo alle prestazioni Medico-Legali per gli agenti di Polizia Penitenziaria. Quest’ultimo si è reso necessario nell’ambito della leale collaborazione. Il GISC sta anche ultimando l’elaborazione di diversi documenti operativi, relativi ai Dati Sanitari e Cartella Clinica Informatizzata, le Strutture Sanitarie Penitenziarie e i Centri Clinici, il delicato percorso del superamento degli OPG previsto nell’Allegato C del DPCM, le modalità di Monitoraggio dello stesso DPCM, le problematiche specifiche dei Minori nel circuito penale, le prestazioni extra LEA in Carcere. Tutte queste sono attività specifiche del GISC. Dal 2009 sono operativi, in Conferenza Unificata, anche il Tavolo di Consultazione permanente per il DPCM ed il Tavolo Paritetico sugli OPG. Entrambi sono previsti dallo stesso DPCM e risultano determinanti per fornire un concreto indirizzo nazionale e per definire normativamente alcuni dei temi già elaborati nei mesi precedenti. Grazie al loro lavoro, la Conferenza Unificata ha già approvato gli schemi nazionali di Convenzione per l’utilizzo dei Locali sanitari (29 aprile 2009) e per le Prestazioni Medico-Legali alla Polizia Penitenziaria (29 ottobre 2009). È attualmente in fase avanzata l’elaborazione di un documento condiviso sul percorso OPG e sugli altri temi sopra citati.
A proposito degli OPG, sono state avviate riflessioni comuni su territorializzazione, modelli organizzativi e prevalenze gestionali, Bacini Interregionali, ecc., come previsto dall’Allegato C del DPCM. In ciascuna Regione sono inoltre in corso ipotesi organizzative territoriali a vario gradiente di protezione (programmi territoriali, Residenze Territoriali, Strutture alternative, Custodie Attenuate, ecc.). Si parte sempre dalla presa in carico individuale degli internati idonei da parte delle Aziende Sanitarie territorialmente competenti. Ciascuna Regione si è dotata, o si sta dotando, di un modello organizzativo per la Salute in Carcere all’interno del proprio Sistema Sanitario Regionale, ed anche dell’Osservatorio Interistituzionale (con il Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria ed il Centro per la Giustizia Minorile). In alcune Regioni, si è anche colta l’occasione del DPCM per ridefinire le relazioni istituzionali con l’Amministrazione Penitenziaria. Tra queste, la Regione Toscana ha istituito un’apposita Cabina di Regia Intersettoriale Carcere per tutte le politiche e le tecniche regionali in ambito carcerario: Salute, Sociale, Lavoro, Cultura, Formazione, Informazione, Università, ecc. Altro tema determinante all’attenzione delle Regioni è quello relativo alla formazione congiunta degli operatori, sanitari e penitenziari. È necessaria una corretta interazione dei due Sistemi, Giustizia e SSN, che devono collaborare sinergicamente, nel rispetto delle proprie competenze, per migliorare il Pianeta Carcere. In sintesi, il primo anno di applicazione della riforma ha visto un intensissimo lavoro interistituzionale, volto a garantire un passaggio non traumatico ed a porre le basi per un salto di qualità dell’assistenza sanitaria nelle carceri. Il percorso del DPCM si sta presentando, come previsto, complicato, articolato, delicato. Si intreccia con il problema del sempre più grave affollamento delle strutture penitenziarie, che rischia di invalidare tutti gli sforzi di qualificazione e ristrutturazione della sanità nelle carceri. La linea tracciata resta pur sempre qualcosa di irreversibile e che, con l’impegno di tutti, potrà realizzare una riforma di civiltà e giustizia degna del nostro Paese. Un atto fondamentale per l’affermazione del Diritto alla Salute dei detenuti e degli internati, al pari dei cittadini non sottoposti a limitazione della libertà personale, a prescindere dai delitti e dalle pene.
Roberto Bocchieri
Coordinatore del Gruppo Tecnico delle Regioni per la Salute in Carcere
Angelo Fioritti
Responsabile del servizio salute mentale,
dipendenze patologiche e salute nelle carceri, Regione Emilia-Romagna