Nelle malattie da disfunzione metabolica, un enzima catabolico mutato altera il percorso funzionale, causando accumuli di sostanze tossiche nelle cellule colpite e nei tessuti circostanti. Sostituendo il gene funzionale, è quindi possibile ripristinare la via metabolica corretta.
La mielina è un involucro che isola, protegge e permette la conduzione elettrica delle cellule del sistema nervoso. Questo tessuto è composto da due cellule simili, e per alcuni versi diverse, in base alla loro collocazione: l’oligodendroglia (cellule della glia) si trova solo nel SNCentrale (cervello e midollo spinale), le cellule di Schwann si trovano solo nel SNPeriferico (nervi esterni al cervello e midollo). Le cellule staminali neuronali sono una popolazione di cellule che può trasformarsi, generando neuroni e cellule gliali. Nuove ricerche stanno studiando le metodologie per isolare, moltiplicare, manipolare geneticamente e differenziare in vitro queste cellule. Così trattate, esse possono essere reintrodotte nel sistema nervoso centrale in via di sviluppo, adulto o patologicamente alterato. Recentemente, è stato scoperto che le cellule staminali neuronali possiedono anche la caratteristica di migrare autonomamente verso aree del cervello che presentano disfunzioni o patologie, come lesioni ischemiche, degenerative o neoplastiche. Fino ad ora, l’obiettivo è stato quello di sostituire le cellule malate con nuove cellule sane.
Le capacità di differenziazione e migrazione possono essere sfruttate per sostituire i neuroni malati o degenerati. Piuttosto, però, che cercare di sostituire le cellule malate, le cellule staminali potrebbero essere usate anche come esclusivi strumenti di consegna di geni o molecole necessari al ripristino del funzionamento dei neuroni. Infatti, nel caso di disfunzione di alcune proteine, la terapia potrebbe essere proprio quella di ripristinare la proteina stessa o il suo funzionamento, usando vettori di espressione genica appropriati che codificano per le proteine funzionanti. Nelle malattie da disfunzione metabolica, un enzima catabolico mutato altera il percorso funzionale, causando accumuli di sostanze tossiche nelle cellule colpite e nei tessuti circostanti. Sostituendo il gene funzionale, è quindi possibile ripristinare la via metabolica corretta. Nella malattia di Alzheimer, l’inserimento di un enzima (colina acetiltransferasi) permetterebbe di compensare il deficit di acetilcolina presente nella malattia. Nel Parkinson, la mancanza di dopamina, causata dalla degenerazione dei neuroni, ha un ruolo centrale nella patogenesi.
La terapia farmacologica attuale è quella di somministrare un farmaco chiamato L-DOPA, ma è già da un po’ di tempo che si stanno sperimentando impianti di cellule produttrici di dopamina. Nella Sclerosi laterale amiotrofica, la terapia cellulare potrebbe essere il modo più efficace per portare i fattori di crescita (GDNF) in aree specifiche del sistema nervoso centrale per permettere una maggiore sopravvivenza dei neuroni. Anche nelle Neoplasie cerebrali le cellule staminali potrebbero essere utili. Esse sembrano essere attratte da alcuni tumori e questa caratteristica può essere sfruttata per veicolare in maniera mirata alcune terapie, come chemioterapie, proteine immunomodulatrici, proteine con attività anti-angiogenica e citochine con attività anti-tumorale diretta. In sintesi, le cellule staminali neuronali potrebbero essere sfruttate come veicoli di consegna per le molecole terapeutiche necessarie al trattamento di patologie del SNC. Per ottenere questo effetto, è necessario “correggere” le cellule geneticamente, in vitro o in vivo. Attualmente, il modo più efficace è quello di utilizzare vettori lentivirali. Vi è però la preoccupazione che l’inserimento del gene corretto attivi degli oncogeni, i quali trasformerebbero la cellula sana in tumorale.
Eva Donelli, Institute for Global Studies