Fermeranno i tumori?

Le cellule staminali pur essendo pochissime all’interno di un tumore, sono responsabili della crescita della malattia e della sua diffusione (metastasi). Se vogliamo bloccare la crescita del tumore, dobbiamo quindi essere in grado di riconoscere e colpire le cellule staminali che lo compongono.

Negli ultimi 20 anni, molto è stato scoperto su come si moltiplicano le cellule tumorali, ma poco, o quasi nulla, sulla moltiplicazione delle cellule staminali del cancro. Queste cellule, pur essendo pochissime all’interno del tumore, sono quelle responsabili della crescita della malattia e della sua diffusione (metastasi). Molte delle terapie in uso oggi non risultano ottenere ottimi effetti, in quanto sono in grado di distrugge la maggior parte delle cellule che compongono il tumore (progenitori), ma non le cellule staminali, uniche in grado di mantenere la crescita tumorale. Se vogliamo bloccare la crescita del tumore, dobbiamo essere in grado di riconoscere e colpire le cellule staminali che lo compongono. La scoperta su come riconoscere e distruggere le cellule staminali del tumore al seno arriva da uno studio pubblicato su una delle autorevoli riviste scientifiche internazionali, Cell, guidata dal Prof. Pier Giuseppe Pelicci, direttore dell’Oncologia Sperimentale dell’Istituto Europeo d’Oncologia (IEO) e condotta da Giuseppina Bonizzi ed Angelo Cicalese. Normalmente, le staminali si dividono in due, dando vita ad un’altra staminale e ad una cellula destinata a diventare adulta e specializzarsi in una determinata funzione all’interno dell’organismo. Questo tipo di divisione viene chiamata “asimmetrica”. Quando l’onco-soppressore p53 non funziona, come in una grossa parte di tumori al seno, si passa ad una divisione “simmetrica”: dalla staminale madre si formano due figlie, entrambe staminali. Non restano “bambine”, né diventano “adulte”, ma continuano a vivere in una perpetua adolescenza, “l’eterna giovinezza”, generando altre cellule figlie e facendo crescere la massa tumorale.

Il meccanismo errato di divisione delle cellule staminali tumorali è talmente importante da aver meritato la rappresentazione grafica della copertina della rivista “Cell”, dove il caos delle divisioni asimmetriche e simmetrche è stato rappresentato, dalla grafica Alessandra Caradonna, ispirandosi alla pittura di Victor Vasarely (1906–1997), uno dei leader dell’arte ottica. L’utilizzo di un farmaco, come la Nutlina, che ripristina nelle cellule tumorali l’espressione normale dell’onco-soppressore p53, fa cessare la divisione simmetrica e riporta le staminali tumorali sulla retta strada della divisioni asimmetrica, tipica di un tessuto sano. Esaminando i topi che mostravano un difetto del gene p53, abbiamo notato che l’assenza/riduzione della proteina codificata da questo gene portava anch’essa ad un’espansione simmetrica delle staminali, con la conseguente formazione di tumore al seno. Purtroppo, la Nutlina non può essere usata sui pazienti, a causa di effetti collaterali troppo tossici. Ciononostante, la scoperta è di notevole importanza, in quanto è stato individuato il meccanismo che regola la crescita delle staminali del tumore al seno, meccanismo che probabilmente è alla base della crescita di altri tipi di tumori. Diventa ora essenziale la produzione di nuovi farmaci, chiamati “farmaci intelligenti”, che agiscano direttamente sulle staminali senza provocare danni sulla persona. Le industrie farmaceutiche ci stanno già lavorando, ma serviranno alcuni anni prima di poter sperimentare direttamente sull’essere umano i nuovi farmaci. La corsa del cancro può dunque essere fermata, colpendo il male alla radice senza colpire tutto l’organo.

Giuseppe Pelicci
Direttore del Dipartimento di Oncologia Sperimentale all’Istituto Europeo di Oncologia (IEO) – Milano
Giuseppina Bonizzi
Ricercatrice dell’Istituto Europeo di Oncologia

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