Bullismo e Cyberbullismo

Il cyber-bullo agisce non solo per esercitare violenza su un individuo, ma anche per attrarre su di sé tutte le attenzioni possibili. Alcuni dei meccanismi che utilizza sono l’invio di e-mail, sms, mms offensivi e insultanti o dai contenuti minacciosi, la diffusione nel web di immagini, foto o video-clips miranti a danneggiare la reputazione della vittima.

Scuola e famiglia hanno il compito morale ed istituzionale di formare i giovani. Le problematiche di quest’epoca sono molto gravi. Si devono affrontare, ad esempio, fenomeni drammatici quali il bullismo ed il cyberbullismo. Il primo fenomeno si diffonde sempre più in ambito scolastico, il cyberbullismo è la moderna evoluzione del bullismo, supportata dalle tecnologie di comunicazione, quali telefoni cellulari e rete web. Nel mondo virtuale, con un uso scorretto della tecnologia, il cyber-bullo agisce contro vittime designate con il preciso intento di danneggiarle tramite “aggressioni sociali on-line”. Alcune tra le forme più comuni sono l’invio di e-mail, sms, mms offensivi e insultanti o dai contenuti minacciosi, la diffusione nel web di immagini, foto o video-clips miranti a danneggiare la reputazione della vittima, le chiamate telefoniche ripetute e moleste, l’esclusione da una chat rooms, la creazione di siti web offensivi, la condivisione on-line di informazioni imbarazzanti o personali riguardanti un’altra persona. Fra i vari tipi di cyberbullismo, il più diffuso è il flaming, che esprime uno stato di aggressività durante l’interazione con altri utenti del web. Il cyber-bullo agisce non solo per esercitare violenza su un individuo, ma anche per attrarre su di sé tutte le attenzioni possibili: con il metodo del file-sharing, è sempre più facile far circolare un video o una notizia in tutta la rete. Lo sviluppo di siti per la condivisione di file, come ad esempio YouTube, ha contribuito notevolmente a sviluppare il fenomeno del cyber-bullying. Evitare che tali siti diffondano i video di bullismo sarebbe certamente un passo importante per contrastare il fenomeno. Le ricerche condotte in Europa dal prof. Peter Smith, individuano attorno al 20% le vittime di cyberbullismo.A livello nazionale, l’IFOS ha realizzato nel 2008 una ricerca su un campione di ragazzi tra gli 11 e i 20 anni, studenti di scuole medie e superiori. Per quanto riguarda il campione delle scuole medie, le cyber-vittime risultano essere il 14%, senza differenze sostanziali tra i due sessi.

Quelli che dichiarano di aver preso parte, almeno una volta, ad episodi di cyberbullying, rappresentano il 12,2%. Più alto è il numero dei maschi cyber-bulli: 15%. Bassa, ma significativa, è la percentuale delle ragazze: 10%. Due, invece, gli aspetti interessanti emersi dal campione delle scuole superiori: l’alta percentuale di vittime fra ragazze, il 23%, quasi 1 su 4. Bassa la percentuale di ragazzi: il 6%. Complessivamente, nel campione delle scuole superiori, le cyber-vittime risultano essere il 16%. Così come apparentemente più esposte a subire cyber-prepotenze, le femmine, quindi, sembrano allo stesso tempo le più coinvolte anche nell’attuarle. Il 17,4% degli studenti ha ammesso di aver fatto cyber-violenze almeno una volta negli ultimi mesi. In questo caso, la percentuale più alta di cyber-bulli risiede tra le ragazze: 19,2% contro il 15% dei ragazzi. La possibilità di possedere on-line un’altra identità lede le remore morali: spesso si fanno e si dicono on-line cose che non si farebbero o non si direbbero nella vita reale. Il cyber-bullo è definito come un “soggetto che indossa una sorta di maschera virtuale”. In poche parole, un vigliacco! Ma l’impressione di essere invisibile non è propria solo dell’autore. La percezione è rivolta anche alla sua stessa vittima, che appare al bullo non come una persona vera, ma come un’entità semi-anonima, priva di emozioni o sentimenti. Qualcuno deve far capire al bullo che la vittima soffre e che ha sentimenti reali. Qualcuno dovrà spiegare a questi ragazzi che non sono e non potranno mai conservare l’anonimato. Ogni “azione” in rete è rintracciabile! Qualcuno dovrà far loro comprendere che il valore di un individuo è dato da altri parametri e canoni, e che la forza, anche quella psichica, non si manifesta creando vittime. Qualcuno dovrà “ripristinare” l’importanza di determinati valori, ritenuti obsoleti negli ultimi anni. Qualcuno… Ma chi è questo “qualcuno”?

Antonella Di Luzio

Conduttrice di rubriche dell’emittente Videolina

Coordiantore editoriale di “Panorama Sardo”

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