Attenti alle bufale!

Un blogger anonimo annuncia che alla World Wide Web conference di Madrid quest’anno, è stato presentato un progetto portato avanti da ricercatori austriaci, definito promettente: un software che analizza automaticamente il contenuto dei siti. Stabilendo un criterio di credibilità, il contenuto verrebbe classificato altamente credibile, mediamente credibile o poco credibile. L’assenza di regole nella rete è indice di libertà e democrazia, oggi chiunque può aprire un sito web, ma in mezzo all’enorme proliferazione di siti agli utenti manca una bussola per orientarsi. I bassi costi di pubblicazione fanno si che una massa di enti e persone colgano questa opportunità per esprimersi. In rete è quindi disponibile una sterminata quantità di informazioni, a cui ogni singolo utente, in qualsiasi parte del mondo si trovi, può accedere anche se il problema da risolvere è come valutarne l’attendibilità. L’autore della pagina, l’emittente o il responsabile dei contenuti del sito è autorevole nel suo campo? È qualificato a scrivere sulla materia? Oppure si tratta di un dilettante autoproclamatosi esperto? È consigliabile seguire alcune regole per testare l’attendibilità delle notizie: verificare sempre il gestore del sito, la presenza di un indirizzo e-mail per contattare l’autore, la data dell’ultimo aggiornamento. I siti di enti e organismi ufficiali, come università, centri di ricerca, case editrici, aziende specializzate, offrono maggiori garanzie, ma ciò non toglie che spesso il sito di un adolescente appassionato di musica o un forum di discussione forniscano risposte e spiegazioni puntuali, talvolta insperate ed irreperibili altrove. Il criterio di affidabilità, quindi, varia con il tipo di ricerca. Chi dovrebbe decidere l’attendibilità di un blog? C’è chi si è preso la briga di aprire blog appositi come il Disinformatore, che forniscono servizi “antibufale” gratuiti. Paolo Attivissimo, giornalista informatico, ha svolto dal 2002 a oggi oltre 300 indagini antibufala, “suddivise per categoria e presentate con una breve descrizione e le rispettive parole chiave”. La scrittura telematica non deve sottostare ad obblighi, chi scrive ha il vantaggio di poter restare anonimo, chi legge fruisce di un servizio gratuito, tanto che ormai studenti, e professori per praticità, spesso evitano di consultare libri di testo ricercando le notizie direttamente su Internet. Oggi c’è Wikipedia, l’enciclopedia in linea che viene scritta e corretta continuamente dal pubblico o dalle voci stesse dell’enciclopedia come nel caso del semiologo Umberto Eco, che non ha 12 fratelli e non è sposato con la figlia del suo editore. Nel web si sa, si può inciampare in informazione imprecise, ma sembra esserci una sorta di credenza diffusa: la notizia falsa prima o poi viene corretta.

Eva Donelli, Institute for Global Studies

Rispondi