Il tema dell’omofobia viene trattato per la prima volta in un’opera cinematografica nel 1919, con il film muto “Anders als die Anderen” (in italiano “Diversi dagli altri”) di Richard Oswald. Prodotto in un periodo di apertura culturale che coincideva con l’esperienza della Repubblica di Weimar, è un documentario sulle persecuzioni causate dal paragrafo 175, la norma tedesca del 1871 che metteva fuori legge gli atti omosessuali tra uomini. Il protagonista è Paul Körner, un musicista gay che si innamora, ricambiato, di un suo giovane studente. Ricattato da Franz Bollek, che gli estorce del danaro con la minaccia di rivelare il suo segreto, Paul trova la forza di rivolgersi alla giustizia per essere protetto. Ma legge criminalizza sia l’accusato che l’accusatore, facendo perdere a Paul il suo amore, la carriera ed infine la vita stessa. La pellicola costituiva un vero e proprio strumento di propaganda politica sui temi che il movimento gay stava affrontando: la sua proiezione veniva promossa da attivisti che si occupavano di spiegare la normalità dell’omosessualità. A partecipare alla stesura del film fu il medico e scrittore tedesco di origini ebraiche Magnus Hirschfeld, instancabile sostenitore dei diritti degli omosessuali e fondatore dell’Institut für Sexualwissenschaft: fu lui ad elaborare la teoria di un sesso “intermedio” tra uomo e donna e ad utilizzare per primo il termine “transessuale”. Non è difficile immaginare la sorte che l’opera ebbe negli anni successivi. Già le leggi di censura reintrodotte nel 1920 per contrastare i film considerati «immorali» ne limitarono la diffusione ai soli ambienti di ricerca medica. Dopo l’ascesa al potere di Hitler nel gennaio del 1933, poi, le copie originali del film, insieme a molti altri lavori considerati “decadenti”, vennero bruciate dai nazisti. Sotto il regime il paragrafo 175 fu ulteriormente inasprito: la sua applicazione portò all’arresto, tra il 1933 e il 1945, di più di 100.000 persone. Alcuni di essi vennero imprigionati e altri furono mandatiin campo di concentramento: solo 4.000 sopravvissero. Nel 2000, si sapevano ancora in vita meno di dieci di questi uomini. Cinque di loro narrarono le loro storie nel documentario “Paragraph 175”, diretto da Rob Epstein e Jeffrey Friedman e raccontato da Rupert Everett.
Il film riporta le esperienze di uomini e donne omosessuali durante il nazismo: un combattente della resistenza gay che durante la guerra aiutò i rifugiati a Berlino, un’ebrea lesbica che fuggì in Inghilterra con l’aiuto della sua compagna, un ragazzo che vide il suo amante torturato e ucciso in un lager… Sulla questione omosessuale, il nazismo ed il fascismo ebbero un approccio molto diverso. Mentre la Germania di Hitler aveva perfezionato il Paragrafo 175 e prevedeva per gli omosessuali il campo di concentramento, l’Italia di Mussolini, che basava la sua giurisprudenza sul “Codice Rocco”, non prevedeva una specifica normativa antiomosessuale. Il nazismo, insomma, puntava ad eliminare fisicamente l’omosessuale uccidendolo mentre il fascismo utilizzava come arma il silenzio, o il confino in qualche isola remota. Tra i capolavori del cinema italiano che raccontano la situazione dei gay durante il fascismo, non si può non citare l’indimenticabile “Una giornata particolare” di Ettore Scola, film del 1977. La storia ruota attorno a due persone segregate in casa dal fascismo: Antonietta, madre di sei figli, sposata a un impiegato statale, e Gabriele, un radiocronista omosessuale epurato per le sue tendenze. I due si conoscono in una “giornata particolare”, quella dell’arrivo di Hitler a Roma il 6 maggio 1938, nella quale tutti gli abitanti del palazzo dei due protagonisti sono andati alla grande manifestazione fascista. Antonietta, inseguendo un pappagallo fuggito dalla gabbia, si imbatte nel suo coinquilino ma sulle prime, messa in allarme dalle chiacchiere di una malevola portinaia, diffida di lui. Poi, il dialogo e la comprensione reciproca hanno il sopravvento: l’uomo e la donna si confidano le loro pene ed hanno un breve incontro d’amore. La sera sarà tutto finito: Antonietta tornerà ad essere la schiava del marito, Gabriele verrà prelevato da due poliziotti e inviato al confino.
Martina Seleni