Dalla parte dei bambini

Se di diritto di minore dobbiamo continuare a parlare allora è necessario intraprendere una nuova strada. Possibilmente partendo dall’affetto di un bambino e non dalla Legge degli adulti. In questo modo forse è ancora possibile costruire una società che privilegi e faciliti adozioni e affidamenti, esprima una politica a favore della Famiglia

Maria, bambina contesa tra una famiglia italiana e Bielorussia. Madonna e il figlio “rapito”. Bambina abbandonata sul marciapiede. Sono solo alcune tra le ultime notizie che si riferiscono al mondo dell’infanzia: da una parte chi nasconde per difendere, dall’altra chi paga per avere, senza dimenticare chi non può o non vuole tenere il figlio neonato e lo abbandona sul ciglio di una strada. Al centro di queste vicende sempre i bambini. Gli unici a non avere la possibilità di parlare, non tanto per l’età, quanto perché sono sempre gli adulti che si esprimono, decidono, programmano per loro. Non che questo sia sbagliato a priori, solo che qualcosa da rivedere, in simili contesti c’è. Le vicende sono l’una completamente diversa dall’altra è vero ma un punto in comune esiste: si tratta di comprendere il limite degli adulti nel decidere del futuro di un bambino. Il dubbio è legittimo, soprattutto quando si osservano i cambiamenti legislativi in Spagna oppure quando ci ricordiamo che nel mondo sono milioni i bambini soli, che vivono in orfanotrofi, quando sono fortunati, o vengono utilizzati come merce di scambio in attività illecite. Solo che la nostra capacità di  gridare allo scandalo è tanto maggiore quanto più la vicenda è vicina al nostro contesto culturale. Allora urliamo al mostro per un bambino abbandonato sul ciglio di una strada ma ci dimentichiamo che è solo uno, su centinaia di casi. Ancora, come siamo bravi a sdegnarci per una popstar che nell’intento di adottare un bambino paga lautamente chi di dovere: ci sconvolgiamo perché ha pagato o perché ha pagato per avere un bambino? Mi chiedo se, nella società di oggi, esista ancora una differenza. In un modo o nell’altro esistono comunque due possibilità: gli adulti che decidono della vita di un bambino e un bambino che altro non può fare se non subire le scelte di un adulto. L’egoismo non consiste nel vivere come ci pare ma nell’esigere che gli altri vivano come pare a noi, scriveva O. Wilde. Esistono lunghe e numerose liste di coppie che vorrebbero adottare un bambino e famiglie che vorrebbero avere un figlio adottivo ma i tempi sono decisamente ampi a causa di una troppo complessa burocrazia, non solo in Italia. Cosi un minore deve attendere le decisioni di un adulto, le scelte politiche di un governo e la valutazione di esperti sulla sua situazione senza poter proferire verbo. Eppure la Dichiarazione dei Diritti del Fanciullo delinea la necessità di parlare di benessere del minore: una parola, benessere, di dubbio significato: chi decide quale valore deve avere il benessere? Dal punto di vista del bambino, essa ha il chiaro significato di permettere al minore di legarsi affettivamente non solo a persone che lo accudiscono ma anche al contesto familiare che per lui è più rappresentativo, in termini di attaccamento e di sentimenti positivi. Guardando queste vicende con gli occhi di un bambino non possiamo che riflettere su un sentimento spezzato da accordi di Governo, sul non più dorato futuro che attendeva un bambino nato poverissimo, sulla mancanza di sostegno sociale che trascina una donna a gettare il proprio figlio. Se di diritto di minore dobbiamo continuare a parlare allora è necessario intraprendere una nuova strada. Possibilmente partendo dall’affetto di un bambino e non dalla Legge degli adulti. Cambiare prospettiva garantirebbe un maggiore interesse al Bene – Essere del minore e non una sorda e cieca attenzione solo al comportamento, deplorevole o meno, di un adulto. È in quest’ottica che può essere richiamato il senso della famiglia: partendo dalle necessità affettive di un bambino è ancora possibile costruire una società che privilegi e faciliti adozioni e affidamenti, esprima una politica a favore della Famiglia, base della società e colonna  per la crescita morale dei nostri figli, naturali, adottati o affidati.

Manuela Ponti
Presidente Mo.d.a.v.i. Futuro Pensato
Psicologo esperto in psicologia della testimonianza

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