Questo istituto non esiste dal punto di vista giuridico e l’adozione nazionale resta una e risulta perfetta quando il bambino è in stato d’abbandono e da questo stato, conclamato da decreto del Tribunale per i Minorenni, passa alla coppia adottiva idonea, con ulteriore provvedimento dell’autorità giudiziaria minorile
I termini Adozione Mite e Adozione Aperta serpeggiano in documenti, relazioni di convegni più o meno seri, fino anche a timide proposte di legge, e rimbalzano nelle interviste che magistrati più o meno competenti rilasciano alle emittenti nazionali. Un termine che rassicura molte coppie, che maternamente abbracciano il desiderio di poter, finalmente, avere un figlio.Se in Italia l’adozione internazionale è sinonimo di difficoltà, raggiri, speculazione, mutuo, spese inarrivabili e soprattutto 3 o 4 anni di estenuante attesa, l’adozione mite si spaccia per soluzione lampo, a costo nullo, e indolore. Ma così non è proprio per niente. L’adozione mite o aperta non è una soluzione facile e realizzabile con serena facilità. Almeno non lo è e non lo sarà qua in Italia. E vediamo di capirne bene, ed in maniera trasparente e completa, i tanti risvolti problematici da nessuno, in questi mesi, espressi chiaramente. L’adozione in Italia è un istituto giuridico che non ha alternative, miti, soft, dolci, dure: l’adozione è adozione e basta. Le leggi istitutive, la 184/83 e la 149/2001 non hanno usato mezzi termini o mezze parole, così come è giusto che sia. L’adozione è perfezionata quando, una volta contestato lo stato d’abbandono del minore da parte del Tribunale per i minorenni, i familiari entro il 4° grado non abbiano opposto ricorso o non lo abbiano vinto anche se proposto alla Corte d’Appello e poi Cassazione contro la decisione del Tribunale Minorenni. A quel punto il Tribunale Minorenni individua la coppia idonea all’adozione e procede con l’adozione nazionale, che è gratuita e definitiva. Il bambino entra anagraficamente e legittimamente nella nuova famiglia, entrando anche nell’asse ereditario. L’adozione mite non esiste come istituto giuridico. Quindi l’adozione nazionale è una ed una solamente. Non esiste un’adozione mite, aperta, soft, lunga, breve, dura o moscia. L’adozione è perfetta quando il bambino è in stato d’abbandono e da questo stato, conclamato da decreto del Tribunale per i Minorenni, passa alla coppia adottiva idonea, con ulteriore provvedimento dell’autorità giudiziaria minorile. Ad ogni decreto esiste la verifica da parte della Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni; un’ulteriore forma di controllo e garanzia nei confronti dello stato del minore. In Italia c’è solo questa adozione nazionale. Non ne esistono altre, a parte quelle internazionali. Ma allora che cosa ci raccontano queste persone, alla ricerca di facili guadagni anche nelle adozioni nazionali, dopo il business che hanno con quelle internazionali? Che cosa ci raccontano questi fanfaroni ai convegni estivi nella riviera romagnola che ogni anno sfornano inesattezze, statistiche discutibili, e con relatori di sempre minor spessore e qualità? Quanti sono i minorenni che non vivono con i genitori in Italia? E che età hanno? Nelle dichiarazioni che emergono si vuol far credere che esistono in Italia tanti bambini abbandonati e rinchiusi da uomini e donne cattive in tanti Istituti. Le statistiche ufficiali (fonte ISTAT, che purtroppo di meglio non c’è) parlavano nel settembre 2004 di 2.800 minori accolti in strutture vecchio stile (Istituti appunto). Solo noi esperti del settore siamo andati oltre il primo dato, leggendo la seconda voce presente che parlava di oltre il 70% di questi 2.800 (cioè ben oltre 2.100 minori) in età compresa tra i 16 ed i 18 anni. Il restante 30 % aveva un anno fa un’età tra i 13 ed i 16 anni. Nessun bambino, quindi, neanche delle scuole elementari, abbandonato in Istituti squallidi e raccapriccianti in Italia. Da questa inconfutabile verità c’è una certa macroscopica distanza rispetto agli sventolati 30.000 bambini (nell’ideale degli italiani di età tra 1 e 6 anni) che sarebbero in stato di abbandono e quindi, per sillogismo, adottabili da altrettante idonee coppie adottive. Un dato di verità, volutamente confuso, era stato dato dai mass media scopiazzando male le statistiche ISTAT (anche questa con un’attendibilità non certo rigorosa); in Italia circa 28.000 (ventottomila) minori non erano accolti nel proprio contesto familiare, ma erano affidati a terze persone o strutture. Ma chi sono queste terze persone o strutture? Cosa significa che i minorenni sono affidati a terzi? Chi sono questi terzi? Terzi, nella idea del legislatore, sono tutti coloro che non sono genitori naturali. Possono però essere i parenti, ad esempio i nonni o gli zii, a causa di spostamenti per lavoro, per malattia o, purtroppo, per la morte di uno o di entrambi i genitori. O anche a causa della reclusione. Possono essere famiglie affidatarie che, progettualmente, scelte dal Tribunale per i Minorenni o dai Servizi Sociali competenti, accolgono temporaneamente i minori con difficoltà familiari. Possono essere poi le comunità di tipo familiare e le comunità di accoglienza per minori, strutture che hanno nomi talvolta molto diversi ma che si accomunano per accogliere un piccolo numero di minori, di età variabile dagli 0 (zero) ai 18 anni. Queste strutture hanno un menage tipicamente familiare e sono ubicate in civili abitazioni, normalmente grandi appartamenti, villette o case coloniche ristrutturate. Poi ci sono le case famiglia, luoghi nei quali una coppia residente con i propri figli accoglie un massimo di 3 o 4 minori, sempre residenzialmente. Ma cosa significa allora l’adozione mite? La domanda vera dovrebbe essere, “ma che cos’è questa adozione mite?”. Farla però senza aver fatto questa minima premessa non avrebbe avuto senso. L’adozione mite è:
1. il verniciare con una mano di pittura l’affido familiare sine die (cioè senza termine fissato o fissabile);
2. giungere ad un decreto di stato di abbandono controfirmato dai genitori naturali che però ottengono in cambio di poter incontrare o mantenere i rapporti con i figli;
3. una adozione nazionale a tutti gli effetti, con l’ingresso nell’anagrafe del bambino nella famiglia adottiva e con la decadenza del cognome originario;
4. una adozione nazionale per cui il minore entra, a tutti gli effetti e senza nessun limite, nell’asse ereditario della famiglia adottiva;
5. una adozione nazionale di un bambino che ha gravi situazioni di degrado familiare; i cui genitori possono essere zingari (italiani, rumeni o montenegrini che siano), tossicodipendenti, con problemi psichici rilevanti e che non si lasciano seguire dal Centro per l’igiene mentale, malavitosi comuni e affiliati alle organizzazioni criminose (italiani, albanesi, cinesi, rumeni, medio orientali);
6. una adozione nazionale dove però la famiglia di origine sa dove andranno i propri figli: se non lo sa subito lo saprà non appena incontrerà il figlio che, serenamente, dirà loro dove vive e tanto altro ancora;
7. una adozione nazionale che puzza molto di spada di Damocle nella consapevolezza che, appena formalizzata l’adozione, la coppia adottiva sarà sola con il proprio ruolo, senza altre tutele alle inevitabili, ed intuibili, ingerenze esterne.
Ma dove si vuole arrivare con l’adozione mite o aperta? Non credo che coloro che hanno ideato questa pantomima abbiano ben chiare le conseguenze di questo scellerato progetto di istituto giuridico. Non hanno chiare le conseguenze per i minori adottati e per le coppie adottive. Si dice una bugia, si racconta una favola e poi chi s’è visto s’è visto. Ci saranno fallimenti, ci saranno successi. Abbiamo preso un coccio bucato, l’abbiamo verniciato e crediamo che le coppie adottive italiane siano tanto sciocche da non accorgersi della patacca che si stanno per beccare? Resto convinto della necessità che le adozioni siano intanto gratuite: sia quelle nazionali che quelle internazionali. Resto dell’idea che la proposta di legge n. 4998 del 2004, redatta dal sottoscritto assieme allo staff di www.LoretoBambino.it (tra cui Ennio Montesi), e presentata alla Camera dei Deputati dall’On.le Marco Zacchera e da altri 73 parlamentari, abbia alcuni elementi fondamentali di cui necessitano con urgenza le adozioni internazionali e quelle nazionali compresi appunto la gratuità ed il sistema di controllo, che manca in assoluto. Questa favola dell’adozione mite è pericolosa perché priva di ogni senso logico, concreto e di tutela dei minori e delle coppie affidatarie e adottive italiane.
Alessandro Maria Fucili
Responsabile di LoretoBambino.it
direttore Ce.I.S. Ancona Onlus