Esseri umani? No, consumatori

Nella nostra società i bambini sono visti e trattati come una categoria del tutto speciale di acquirenti e non come esseri umani. Essi non hanno alcuno strumento per potersi difendere da questo assalto e finiscono per rimanerne vittime per tutta la vita. E così la cultura, l’etica, la politica e con esse l’educazione, finiscono per essere subordinate alla logica del profitto. La società ha sempre meno carattere umano, poiché il suo fine non è quello di perpetuare la specie umana ma quello di garantire l’eternità del capitale

Le società umane hanno sempre messo al primo posto l’educazione e la tutela dei propri fanciulli. La stessa sopravvivenza della società, dipende dalla sua capacità di assicurare alle nuove generazioni un ambiente e condizioni di vita che li mettano in grado di diventare adulti e perpetuare la società in cui hanno conosciuto la vita.
Se dovessimo preconizzare il futuro della nostra società dal modo in cui tratta i fanciulli, il responso non potrebbe che essere fortemente negativo. E non solo per lo sfruttamento del lavoro minorile, per i bambini abbandonati negli slums, per il traffico di organi, per la violenza, i maltrattamenti, la crudeltà. La violenza c’è sempre stata nella società umana, e in un mondo di violenza, quella nei confronti dei bambini degli altri, del nemico, garantisce ai propri maggiori possibilità di sopravvivenza. Basti pensare alla delicatezza con cui i gerarchi nazisti trattavano i propri bambini, e all’efferatezza che esercitavano su quelli del nemico, ebreo, polacco o russo che fosse. La strage degli innocenti si è ripetuta mille volte nella storia, era una regola tragica ed efferata delle società fondate sulla violenza.
L’indifferenza con cui accogliamo le immagini devastanti di violenze perpetrate altrove, che periodicamente i mass media ci propongono, sembra riproporre in una forma diversa questa antica e perversa regola. Invece, noi non abbiamo alcun rispetto, non solo dei bambini degli altri, ma nemmeno di quelli che alleviamo.
Anni fa la Nestlé fu condannata dall’Unesco per una pratica commerciale che ha provocato decine di migliaia di piccole vittime in numerosi paesi africani che e fu dichiarata illegale. La pratica consisteva nel regalare alle puerpere una scatola di latte in polvere affinché i neonati si assuefacessero, costringendo le madri, all’uscita dall’ospedale, ad acquistare il latte per poter nutrire i propri figli. Oltre al problema economico,che pure era di grande importanza, la strage fu favorita dalla mancanza di qualsivoglia cultura di quelle madri nell’uso del latte in polvere, così che molti neonati morirono di malnutrizione e di infezioni causate dalle scarse condizioni igieniche in cui veniva preparato il latte.
Nessuno aveva pensato a queste conseguenze, poiché per la multinazionale l’obiettivo non era la salute dei bambini, che pure veniva agitata come ragione per la diffusione del loro prodotto, bensì il profitto derivante delle vendite.
Allo stesso modo, nella nostra società i bambini sono visti e trattati come una categoria del tutto speciale di consumatori e di potenziali acquirenti di ogni sorta di prodotto e non come esseri umani. I bambini, poi, non hanno alcuno strumento per potersi difendere da questo genere di assalto, e finiscono per rimanerne vittime per tutta la vita. E così la cultura, l’etica, la politica e con esse l’educazione, finiscono per essere subordinate alla logica del profitto e della vendita che sono divenute quelle dominanti.
Il sistema finanziario ha posto sé stesso al primo posto nella società, relegando in secondo piano tutto il resto. La società ha sempre meno carattere umano, poiché il suo fine non è quello di perpetuare la specie umana ma quello di garantire l’eternità del capitale. La fonte della violenza nei confronti dei fanciulli, è in questo rovesciamento del fine stesso della società.
La compravendita dei bambini, dei loro organi, della loro infanzia è la conseguenza naturale della supremazia del capitale finanziario al quale, come a un Moloc, si sacrifica la vita stessa.
La necessità di “rassicurare gli operatori del mercato”, ha reso sistematico e legittimo l’uso della menzogna e questa sta diventando per questa via il fondamento dell’etica, pubblica e privata. Lo stesso meccanismo di creazione del denaro attraverso il debito è nascosto dietro una menzogna che deve restare tale poiché altrimenti la gente perderebbe fiducia nel sistema bancario, e anche questo giustifica l’uso della menzogna sistematica. Tutto ciò che produce profitto è lecito, e nulla ne produce di più della creazione dal nulla di denaro. A forza di ripeterla, persino una menzogna colossale si avvicina alla verità, e solo occhi disincantati e orecchie che non abbiano conosciuto la menzogna possono scoprirla. La voce che gridò per prima “Il Re è nudo”, durante la sfilata in cui tutti facevano finta di vedere il suo meraviglioso ma inesistente vestito, non a caso fu la voce di un fanciullo. Con la speranza che questa volta siano i fanciulli a salvare la società, visto che la società non vuole e non può salvarli.

 

Domenico de Simone
Ha esercitato la professione di avvocato per circa trent’anni. Ha proseguito ed approfondito gli studi di economia e di filosofia che aveva iniziato durante gli anni del ’68 cui aveva partecipato dapprima nel movimento studentesco e poi, fino al 1975, nel Manifesto. Da ottobre 2000, si è dedicato interamente alla scrittura ed alla diffusione delle idee contenute nei suoi libri.

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