Fate più figli. Spenderete meno

La diminuzione della natalità sta assumendo dimensioni preoccupanti in diversi paesi europei, tra cui l’Italia. Il fenomeno è pesante in Friuli Venezia Giulia, dove la Regione si sta muovendo a sostegno della genitorialità che non può limitarsi all’attuale assegno di maternità, contributo una tantum che ha dimostrato in questi anni di applicazione tutti i suoi limiti.

La famiglia rappresenta oggi l’anello debole del sistema sociale italiano. Sulla famiglia si scaricano pesanti oneri economici, difficoltà di organizzazione della vita quotidiana, incertezza per il futuro. Non si rilancia il sistema di welfare, e dentro il welfare non si tutela la famiglia, se non c’è innovazione e se non si assumono questi temi come una priorità della politica. L’Italia è il paese più vecchio d’Europa e la situazione demografica incide in profondità sulle prospettive di crescita e di sviluppo. È noto che i paesi più giovani sono anche quelli più dinamici, crescono ad una velocità superiore rispetto ai paesi in cui è prevalente la componente anziana della popolazione. La diminuzione della natalità ha assunto dimensioni traumatiche: nel 1970 in Francia, Gran Bretagna e Italia nasceva grosso modo lo stesso numero di bambini: circa 900 mila. Nel 2003 quei 900 mila bambini sono scesi in Francia a 780 mila, in Gran Bretagna a 670 mila e in Italia a 530 mila.

La situazione nel Friuli Venezia Giulia è ancora più preoccupante. Secondo l’ultimo censimento, ben l’81% delle 497 mila famiglie della nostra Regione non hanno più di 3 componenti e sono quasi 115 mila le coppie senza figli. È necessaria quindi un’azione specifica della Regione a sostegno della genitorialità che non può limitarsi all’attuale assegno di maternità, un contributo una tantum, che ha dimostrato in questi anni di applicazione nel Friuli Venezia Giulia tutti i suoi limiti.

La proposta di legge all’esame del Consiglio regionale prevede invece una serie di interventi che accompagnino la famiglia nella sua crescita. Quello più significativo è rappresentato dalla “carta famiglia” che attribuisce ai genitori di almeno due figli (ma si sta studiando la possibilità di estenderla anche a quanti hanno un solo figlio) il diritto all’applicazione di agevolazioni e riduzioni di costi e tariffe come la luce, il gas, l’acqua, i trasporti, ovvero di particolari imposte e tasse come l’ICI o la tassa sui rifiuti. Sarà un regolamento regionale ad individuare quindi le diverse intensità di intervento a seconda dei limiti di reddito e del numero dei figli.

Accanto alla “carta famiglia”, una misura di carattere universalistico alla quale potranno accedere tutti i genitori della Regione, gli interventi più propriamente di sostegno alle famiglie in difficoltà, con l’assegno alle gestanti e gli assegni di educazione, i quali faranno riferimento ai fondi del reddito di cittadinanza previsti dalla legge regionale di riforma del welfare, e i prestiti d’onore, anch’essi già previsti dalla legge sul welfare.

La legge non contiene però solo interventi di carattere economico. Prevede il rilancio dell’azione dei consultori, vincolando in tal senso i piani territoriali dei distretti socio sanitari, il sostegno alle adozioni internazionali, la promozione dell’associazionismo familiare. Viene inoltre costituita la Consulta regionale per le famiglie, un organo consultivo che interverrà con pareri obbligatori su tutti i provvedimenti che in qualche modo riguardano l’istituzione familiare, a cominciare dai regolamenti previsti dalla legge stessa.

È un provvedimento quindi dedicato ai genitori, a tutti i genitori sposati o non sposati in quanto la Costituzione italiana, alla quale la nostra legge fa riferimento, non prevede distinzioni fra figli nati all’interno o fuori dal matrimonio. Ma soprattutto è una legge pensata per sostenere non tanto e non solo “chi fa figli”, ma “chi ha figli”.

Cristiano Degano
Presidente gruppo consiliare Margherita del FVG

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