Un confronto sugli aspetti sociali, psicologici, sanitari e giuridici per combatter il fenomeno del maltrattamento.
Il Convegno “Silenzio spezzato” organizzato dalla Commissione Pari Opportunità del Comune di Udine in collaborazione con l’Azienda Sanitaria Medio Friuli e il Progetto Zero Tollerance, svoltosi il 17 marzo nel salone del parlamento del Castello di Udine è parte del progetto “Città Sane” del comune di Udine inerente alla prevenzione e sensibilizzazione sul tema del maltrattamento alle donne.
Ad aprire il convegno è stata la Dott.ssa Cinzia Del Torre (Presidente della Commissione Pari Opportunità del Comune di Udine) che ha sottolineato come le violenze sulle donne sono ampiamente diffuse indipendentemente dallo stato sociale e quello culturale della donna stessa e si consuma per la maggior parte dei casi all’interno delle mura domestiche.
La Dott.ssa Gianna Del Fabbro ( Presidente della Commissione Consiliare Politiche Sociali e
Diritti di Cittadinanza) ha evidenziato come questa violenza colpisce l’identità delle donne e come sia diffusa e occulta nel mondo. “ Lo Stato deve assumersi la responsabilità di questo problema” afferma, “è gli Enti Locali devono lavorare in rete con le Associazioni, con i Servizi Sanitari, con la Polizia , con la Magistratura e con i Gruppi di Aiuto”. Gli ambiti di intervento si possono schematizzare in tre gruppi: preventivo, formativo e interventistico
La Dott.ssa Marina Ellero (Coordinatrice del Progetto Zero Tolerance) ha illustrato il Progetto nato 7 anni fa dalla volontà del Comune di Udine per affrontare per avviare un sistema di sinergie e strategie per la Prevenzione della violenza e per promuovere e coordinare servizi di supporto alle donne in difficoltà. Le violenze evidenziate non sono solo fisiche ma psicologiche sessuali ed anche economiche. Di solito è il coniuge che provoca violenza e le denunce che le donne fanno sono poche. Le donne si rivolgono a noi chiedendo consulenza legale, arrivano dopo aver contattato il Consultorio o Associazioni oppure per informazioni da altre donne.
La Direttrice del Distretto Sanitario e Coordinatrice Tecnico-Scientifica del Progetto O.M.S.”Città Sane” Dott.ssa Gianna Zamaro ha evidenziato che la violenza è un fatto sociale non esclusivamente privato e che è molto difficile quantificare il fenomeno perché c’è molta reticenza a parlare del problema anche per i modelli educativi che abbiamo avuto. Viene sottolineata ancora la necessità di percorsi integrati e condivisi tra tutti gli erogatori di aiuto attraverso una rete di comunicazione.
La professoressa Patrizia Romito docente di psicologia sociale all’Università degli Studi di Trieste ha ricordato le donne vittime che hanno lavorato per difendere i loro diritti a partire dagli anni 60 con i movimenti sociali ed ha evidenziato come che oltre alla violenza familiare esiste anche la molestia sessuali sul luogo di lavoro.
La dott.ssa Lessio Sostituto Commissario della Questura di Udine ha specificato che negli ultimi 10 anni l’approccio della polizia nei confronti di queste problematiche è molto cambiato, la polizia è più vicina alla gente ed essendo questo un reato alla persona implica aspetti sociali ai quali anche gli operatori della questura devono essere pronti ad approcciarsi.
La Dott.ssa Maria Grazia Zaina Pubblico Ministero della Procura di Udine ha spiegato le ragioni per le quali una donna deve sporgere denuncia. Ha ribadito l’importanza che l’accettazione della violenza si ripercuote sui figli i quali portano i segni per tutta la vita.
In conclusione , il fenomeno della violenza vive e si nutre di omertà e paura, ma può, e deve, essere combattuto, è necessario contribuire a rompere il circuito della vergogna, colpa, rabbia e vendicatività promuovendo un progetto di crescita culturale.
Paola Pauletig