La legge contro la tratta e lo sfruttamento degli esseri umani, le norme contro la pedofilia on-line, i provvedimenti contro le mutilazioni genitali sono altrettante tappe di un percorso che il Paese ha fatto negli ultimi anni per contrastare l’oppressione delle donne immigrate da parte di sfruttatori senza scrupoli e pesanti retaggi culturali.
Sin dall’inizio di questa legislatura, l’attività del ministero per le Pari Opportunità si è caratterizzata per un approccio moderno al concetto di Pari Opportunità inteso come lotta ad ogni forma di discriminazione, con un significativo ampliamento della sfera di intervento ben oltre il tradizionale ambito della parità di genere uomo-donna. Tra le priorità di questo ministero rientrano infatti anche le politiche di tutela dei soggetti deboli e vittime di violenza, in particolare delle donne e dei minori.
Quando si affrontano temi delicati come questi, quando si vedono persone a cui vendono intollerabilmente negati i diritti umani fondamentali, credo sia impossibile restare indifferenti. La legge contro la tratta degli esseri umani, le nuove norme di contrasto delle pedofilia on – line, la campagna di informazione e dissuasione sulla pratica delle mutilazioni genitali femminili. Tutte le battaglie che ho affrontato nel corso di questi anni mi hanno coinvolta profondamente.
La legge contro la tratta e lo sfruttamento degli esseri umani è nata dall’esigenza di tutelare le decine di migliaia le persone che ogni anno giungono nel nostro paese con la violenza o l’inganno per essere destinate alla prostituzione, all’accattonaggio, al traffico di organi.
Il provvedimento studiato dal Governo introduce per la prima volta la riduzione in servitù e schiavitù come nuove fattispecie di reato punendo questi crimini con pene severe, che prevedono fino ai 20 anni di reclusione. Questa legge nasce dall’esigenza di combattere lo sfruttamento sessuale e il fenomeno della prostituzione. Una realtà che tocca principalmente le donne immigrate arrivate in Italia clandestinamente che, proprio per questo loro status di irregolari, diventano vittime di organizzazioni criminali che vivono dei proventi del fiorente mercato del sesso a pagamento.
Per il recupero delle vittime è stato creato un apposito Fondo per le misure anti-tratta, destinato al finanziamento dei programmi di assistenza e di protezione sociale, già previsti nel Testo Unico sull’immigrazione che hanno consentito di salvare dalla schiavitù oltre tremila donne nell’arco di tre anni. La legge punta anche sulla prevenzione del fenomeno con campagne di informazione nei paesi di prevalente provenienza delle vittime e l’organizzazione di speciali corsi per l’addestramento degli appartenenti alle forze di polizia finalizzati alla formazione di personale specializzato nel contrasto al racket delle persone.
Ha da poco preso il via anche il programma si assistenza alle vittime della tratta previsto dalla legge e che sarà realizzato dal Governo in collaborazione con gli Enti locali e con le Ong. Il Progetto garantisce alle vittime, in via transitoria, vitto, alloggio, assistenza sanitaria e psicologica, contribuendo in tal modo ad un reinserimento delle vittime all’interno della società civile.
Tale iniziativa si somma a quelle previste dalle legge sull’immigrazione che con i suoi programmi che consentito di salvare dalla schiavitù 5000 donne in cinque anni e che si avvale anche del supporto di un numero verde antitratta l’800 290 290.
Per tutte le donne vittime di violenza intra ed extra familiare abbiamo inoltre attivato un numero verde gratuito, un servizio dove possono contattare persone preparate e competenti in grado di valutare le denunce, o anche solo le richieste di assistenza ed innescare gli interventi necessari. È un progetto a cui tenevo molto e cui lavoravamo da tempo: sono felice di averlo regalato alle donne proprio in occasione dell’8 marzo.
Il ministero per le Pari Opportunità gestisce il nuovo servizio attraverso un call center che risponde alla numerazione breve 1522 a cui ogni donna in difficoltà può rivolgersi per ricevere un primo supporto specialistico sia psicologico che giuridico. Gli operatori raccolgono denunce, richieste di assistenza e sono inoltre in grado di mettere in contatto le donne vittime di violenze con le strutture di assistenza, pubbliche e private, presenti sul territorio.
È un servizio capace di mettere in rete tutte le strutture, servizi sociali territoriali, Asl, Forze dell’Ordine se necessario, per fornire ad ogni Sos femminile, non solo relativo a violenze ma anche a richieste di aiuto, a denunce di disagio, la risposta più rapida, più adeguata, più vicina. Sin dal primo giorno di attivazione il servizio è stato “assaltato” dal pubblico, la prima mattina sono arrivate una media di 100 telefonate l’ora.
Questa risposta ad un servizio appena entrato in funzione è il segnale di quanto serio e sentito sia nel nostro paese il problema della violenza sulle donne. Al telefono sono arrivate molte segnalazioni di abusi subiti, ma anche tante chiamate per avere chiarimenti e per manifestare apprezzamento per l’attivazione del nuovo servizio.
Nel mese di dicembre dello scorso anno il Senato ha approvato all’unanimità in via definitiva la legge sulle mutilazioni genitali femminili, un provvedimento che qualifica il nostro Parlamento dimostrando grande sensibilità attenzione verso questa problematica. Le mutilazioni genitali sono un fenomeno lontano dalla nostra cultura che è stato introdotto in Europa e nel nostro paese da alcune comunità di immigrati provenienti dai territori in cui l’infibulazione delle giovani donne è purtroppo una consuetudine. Questa pratica, oltre a violare l’integrità fisica di molte bambine, può provocare gravi danni alla salute della donna e in particolare alla sua sfera riproduttiva.
Prima del varo definitivo di questa legge, il ministero per le Pari Opportunità ha promosso una grande campagna di informazione e sensibilizzazione sul tema, volta a diffondere la conoscenza del fenomeno con particolare riguardo ai rischi per la salute e alla sua illegalità. Abbiamo pubblicato un opuscolo informativo tradotto in sei lingue, destinato agli extracomunitari provenienti dalle zone interessate dal fenomeno e distribuito tramite i Consigli Territoriali per l’Immigrazione operanti presso le Prefetture del Mezzogiorno d’Italia.
Con l’approvazione della legge contro le mutilazioni genitali, l’Italia si è allineata alle legislazioni più avanzate del mondo, prevedendo una fattispecie di reato specifica duramente punita e perseguibile anche se questa è commessa all’estero.
La legge, oltre all’inasprimento del profilo repressivo, prevede anche una serie azioni di carattere culturale e formativo dirette alle comunità che ancora praticano le mutilazioni e che sono residenti nel nostro paese. E’ previsto inoltre un coordinamento delle attività di informazione, sensibilizzazione culturale e prevenzione promosse dagli enti locali nonché delle attività di formazione del personale sanitario che si trova spesso ad affrontare situazioni complesse, sia sul piano clinico che psicologico, legate alla realtà dell’infibulazione.
Ma per porre fine a questa pratica inumana, la battaglia da vincere è soprattutto quella socio culturale nei confronti delle comunità provenienti da Paesi interessati dal fenomeno. Su questo fronte l’Italia è già impegnata a livello internazionale in tutte le iniziative finalizzate ad estirpare la consuetudine delle mutilazioni genitali di cui sono vittime oltre centotrenta milioni di donne nel mondo e che ancora oggi segna intollerabilmente tre milioni di bambine all’anno.
Per tutelare maggiormente i minori vittime di violenza il ministero per le Pari Opportunità è stato inoltre delegato al coordinamento delle politiche di contrasto della pedofilia.
Per combattere il dilagante fenomeno della pedopornografia abbiamo creato il Ciclope – Comitato interministeriale di coordinamento per la lotta alla pedofilia – un tavolo tecnico che riunisce i rappresentati di dodici ministeri e che si avvale dell’esperienza e della collaborazione di numerosi enti e associazioni attive da anni sul territorio. Da lavoro del Ciclope è nato il Primo Piano Nazionale di prevenzione e contrasto della pedofilia.
Frutto del Primo Piano Nazionale sono anche le nuove norme di contrasto alla pedofilia on-line, approvate recentemente dal Parlamento. Oltre a colpire la diffusione di materiale pedopornografico, questa legge punta soprattutto sul blocco dei flussi finanziari che ruotano attorno ai siti incriminati mediante la revoca delle convenzioni con le carte di credito, mezzo più usato per i pagamenti su Internet. L’obiettivo è quello di contrastare chi lucra su tali perversioni, frapponendo quanti più ostacoli possibili alla veicolazione di materiale pedofilo.
Il provvedimento sancisce il divieto assoluto di rapporto con minorenni in cambio di denaro e prevede l’esclusione del patteggiamento per i reati di sfruttamento sessuale, evitando così che gli autori dei reati sui minori possano avvalersi dei meccanismi premiali di riduzione della pena.
Per le persone condannate per questo tipo di crimini sono previste pene ancora più dure ed è inoltre comminata l’interdizione perpetua dall’attività nelle scuole di ogni ordine e grado e negli uffici o servizi in istituzioni o strutture prevalentemente frequentate da minori. Tra le novità contenute nel provvedimento c’è anche l’istituzione, presso il ministero dell’Interno, del “Centro nazionale per il contrasto della pedopornografia sulla rete Internet”, a cui è stato affidato il compito di raccogliere tutti i dati, le informazioni e le segnalazioni provenienti dall’Italia o dall’estero, da soggetti pubblici e privati, su siti che diffondo materiale pedopornografico.
Con questo pacchetto di provvedimenti, che sono una novità assoluta in campo internazionale, il nostro Paese si pone in prima linea nella lotta contro questo turpe fenomeno e la speranza è che possano rappresentare un efficace esempio in sede europea ed internazionale.
Stefania Prestigiacomo
Ministro delle pari opportunità