Pensato non solo per le scuole secondarie di primo e secondo grado, il progetto è nato nell’anno scolastico 1997-1998 dal concorso di vari fattori e utilizza un approccio che favorisce l’esperienza pratica, per consentire ai partecipanti di scoprire da soli, guidati dal formatore, i meccanismi che sono all’origine dei conflitti, per imparare a trasformarli e migliorare i rapporti tra le persone
Si è svolto nel 97-98 e si sta nuovamente svolgendo a Bologna in questi anni un percorso di formazione alla Mediazione che ha coinvolto gruppi di docenti, collaboratori scolastici e genitori di alcuni Istituti cittadini: Aldini-Valeriani, Laura Bassi, Pacinotti-PierCrescenzi e Liceo Copernico, dove sono presenti un progetto denominato” Cantiere di Mediazione” e un laboratorio di Mediazione teatrale.
L’attività ha coinvolto in un percorso autonomo e parallelo, gruppi di allievi dello stesso Liceo e del Liceo Artistico e anche ex allievi. Per la buona realizzazione dell’esperienza occorre che ogni gruppo non superi le 14 persone che partecipano volontariamente al progetto dopo incontri di sensibilizzazione per condividere lo spirito della mediazione.
Il progetto di Mediazione interessa tutte le componenti scolastiche per facilitare un cammino, dentro e fuori la scuola, verso relazioni meno conflittuali e di reciproco riconoscimento. Con la presenza di Jacqueline Morineau si realizza una esperienza pilota di Mediazione a scuola che diventa così anche scambio culturale a livello europeo.
Come nasce il progetto di mediazione
Il progetto sviluppa il concetto di mediazione in relazione al conflitto. “La trasgressione, il reato è innanzitutto, prima di diventare il sintomo di una sofferenza, un momento reale, concreto in cui si consuma la crisi o la rottura di una relazione umana”.
Pensato non solo per le scuole secondarie di primo e secondo grado, il progetto è nato nell’anno scolastico 1997-1998 dal concorso di vari fattori: la mia esperienza, quale docente e pedagogista, ha fatto emergere la necessità di sviluppare la Cultura della Mediazione in ambito scolastico con il progetto” Rapporto e stili di comunicazione fra ragazzi che fanno e/o subiscono prepotenze a scuola”, presentato al Provveditorato agli Studi di Bologna nell’ambito dell’Osservatorio Provinciale, per la dispersione scolastica. Facevo parte di questo Osservatorio, nella sua composizione interistituzionale, in qualità di giudice onorario, rappresentante del Tribunale per i minorenni di Bologna; la mia formazione presso il Centre de Mèdiation et de Formation à la Mèdiation di Parigi con Jacqueline Morineau che approfondiva il mio rapporto con la mediazione, rendendo più saldo il proposito di intervento in ambito scolastico; l’esperienza di “Mediazione a scuola” del Centre de Médiation et de Formation à la Médiation di Parigi, realizzato in alcuni istituti francesi, su progetto di Jacqueline Morineau, incluso nel programma di Cultura di Pace dell’UNESCO; la volontà dell’Osservatorio Provinciale, coordinato dalla preside Marina Cinotti, di sviluppare una esperienza di Mediazione per impegnarsi al superamento di espressioni di violenza e di sopraffazione anche in ambito scolastico.
Dispositivo pedagogico
Il percorso di mediazione utilizza un approccio che favorisce l’esperienza pratica, per consentire ai partecipanti di scoprire da soli, guidati dal formatore, i meccanismi che sono all’origine dei conflitti, per imparare a trasformarli, per migliorare i rapporti tra le persone. Nel percorso esperienziale, i partecipanti scoprono, praticandola, cos’è la mediazione: crescita di conoscenza interiore e capacità di incontrare l’altro come persona. Il percorso prevede: l’ascolto, il suo ruolo nella trasformazione del conflitto, il ruolo del silenzio; la pratica dell’empatia, l’accoglienza delle emozioni, la comunicazione verbale e non verbale; il non detto, “si può parlare per non dire, il che non significa dire nulla”; i giochi di ruolo e le simulazioni come prima tappa verso la mediazione strutturata.
Si analizza come si vive una mediazione nelle sue varie fasi. Il tema del conflitto viene proposto a turno dai partecipanti. Segue la valutazione attraverso l’analisi del vissuto da parte “dei confliggenti, dei mediatori e degli osservatori”, tutti ruoli che di volta in volta i partecipanti assumono nel loro percorso di formazione personale. Attraverso l’ analisi del lavoro compiuto, ognuno chiarisce a se stesso il processo evolutivo effettuato.
Valutazione degli stages
Al termine degli stages è seguita la valutazione dell’esperienza fatta: nel “sentito” individuale, nel rapporto con il gruppo, nella propria formazione. Nel confronto delle varie esperienze, gli adulti hanno confermato che un primo passo per il superamento delle conflittualità è prendere atto del proprio mondo interiore e della realtà esterna. Il passo successivo, operando nella realtà stessa, è creare il clima che dia a tutti la possibilità di comunicare in modo autentico come persone, dando spazio al dialogo, all’ascolto empatico e quindi all’accettazione della propria identità e della diversità.
Solo in tale clima è possibile affrontare i problemi di formazione umana e di apprendimento, di lavoro insieme, di programmazione, di scambio.
Il gruppo degli studenti ha rilevato che spesso i rapporti fra i compagni e con gli insegnanti, si interrompono o si deteriorano per la difficoltà di trovare spazi di parola e di incontro che permettano di interiorizzare le regole sentite come espressione di valori archetipi dell’uomo: giustizia, verità e libertà.
Durante questo cammino di formazione si riesce a chiarire e superare il proprio disagio in un clima di autentica comunicazione. Nel percorso si evidenziano due momenti “forti”:
Il cerchio di parola
Il tempo dell’esposizione del “qui e ora” che permette di rilassare le tensioni per rendersi disponibili al percorso formativo, il tempo della narrazione delle esperienze personali che comprendono anche riflessioni su grandi tematiche. Il tempo del narrarsi.
I Giochi d’ascolto
I “giochi “proposti, consentono un potenziamento progressivo degli “strumenti” di ognuno: attenzione, rispetto, empatia, ascolto sempre più sottile, fiducia, capacità di distinguere il ruolo dalla persona, acquisizione della capacità di lettura del linguaggio non verbale, ed affinamento delle proprie capacità di percezione, nella accettazione della percezione dell’altro; accettazione, quindi, delle diversità.
In questo contesto si inserisce la proposta del Centro Italiano di Mediazione e Formazione alla Mediazione C.I.M.F.M. – Bologna, di un Progetto di Formazione alla Mediazione per Giovani Mediatori Europei in collaborazione con il Centre de Médiation et de Formation à la Médiation di Parigi-C.M.F.M e l’Association Européenne de Jeunes Médiateurs (A.E.J.M.) di Parigi per la costituzione di una connessione europea di Giovani Mediatori, Réseau Européenne des Jeunes Médiateurs (R.E.J.M.)
di Maria Rosa Mondini
mediatrice sociale e scolastica – Bologna