Le iniziative da realizzare nei Paesi beneficiari dell’Aiuto pubblico allo sviluppo italiano consistono in una serie di programmi e progetti bilaterali e multilaterali a favore dei minori realizzati attraverso le Agenzie delle Nazioni Unite, le Organizzazioni internazionali e le Organizzazioni non governative specializzate, le Regioni e gli Enti locali e l’impegno partecipato della società civile organizzata di ogni Paese.
Nel quadro della lotta alla povertà la Cooperazione allo Sviluppo, parte integrante della politica estera italiana, promuove i diritti fondamentali di bambine, bambini, adolescenti e giovani donne minorenni realizzando iniziative multisettoriali integrate che vedono nelle nuove generazioni le risorse fondamentali per lo sviluppo sostenibile, per il consolidamento dei processi di democratizzazione e di pacificazione di ogni Paese e per il rafforzamento delle politiche di genere.
Le Linee Guida della Cooperazione Italiana sulla Tematica Minorile, adottate dalla Direzione Generale della Cooperazione allo Sviluppo (DGCS) del Ministero degli Affari Esteri il 26 novembre 1998 e aggiornate il 15 maggio 2004, riflettono i principi ispiratori della Cooperazione internazionale in materia d’infanzia e adolescenza. Le iniziative della Cooperazione Italiana da realizzare nei Paesi beneficiari dell’APS (Aiuto Pubblico allo Sviluppo) italiano, consistono in una serie di programmi e progetti bilaterali e multilaterali specifici a favore dei minori di età, realizzati attraverso le Agenzie delle Nazioni Unite, le Organizzazioni internazionali e le Organizzazioni non governative (ONG) specializzate, le Regioni e gli Enti locali e l’impegno partecipato della società civile organizzata di ogni Paese.
La finalità di ciascun programma è quella di contribuire alla promozione dei diritti fondamentali dei e delle minorenni, per sostenere e rafforzare un’azione di cambiamento culturale che contrasti ogni forma di disparità e di discriminazione degli esseri umani fin dalla nascita. Le iniziative sono mirate alla rimozione delle cause di fondo che determinano fenomeni gravi e complessi a danno delle persone minori di età, quali: le generali condizioni di grande povertà, i processi di urbanizzazione selvaggia, la disgregazione del tessuto familiare e comunitario, il fenomeno dell’esclusione sociale e dei bambini di strada, il traffico transnazionale di persone e in particolare di “donne” ancora minorenni, adolescenti e bambini, lo sfruttamento del lavoro minorile nelle sue peggiori forme, il mercato delle adozioni internazionali clandestine, lo sfruttamento sessuale e commerciale anche nel turismo e la pedopornografia via Internet, l’utilizzo nei conflitti armati dei bambini soldato, l’emigrazione dei minori non accompagnati a livello interregionale e transnazionale.
FOTO : La Farnesina
Si tratta di fenomeni tra i più gravi che vedono i bambini, gli adolescenti e i giovani vittime di violenze e abusi, causati dall’assenza di una solida cultura che riconosca i diritti della persona minore, specie se appartenente al genere femminile. Per quanto concerne le azioni in Italia, Il Ministero degli Affari Esteri (MAE), attraverso la Direzione Generale della Cooperazione allo Sviluppo (DGCS), coerentemente al proprio mandato è impegnato, in collaborazione con le Regioni, gli Enti locali e le Organizzazioni non governative a promuovere e sostenere le iniziative di educazione allo sviluppo e all’intercultura quali mezzi per accrescere la conoscenza e la consapevolezza riguardo alla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza nei Paese di Cooperazione e di quella immigrata in Italia, con l’applicazione di norme e iniziative a loro favore.
Compito fondamentale delle iniziative di cooperazione è quindi quello di promuovere una maggiore sensibilità ed attenzione, da parte delle istituzioni e della società civile sia nei Paesi destinatari degli aiuti e sia in Italia, sulle tematiche minorili attraverso una azione informativa ed educativa sui temi dell’abuso e dello sfruttamento dei minori e di realizzare concrete azioni di cooperazione caratterizzate da strategie e metodologie di intervento altamente partecipative.
Lo sfruttamento sessuale commerciale dei minori
Lo sfruttamento sessuale commerciale dei minori rappresenta una delle forme più aberranti di violazione dei diritti umani e la Cooperazione Italiana, recependo i piani d’azione delle Conferenze internazionali di Stoccolma (1996) e Yokohama (2001) e del protocollo addizionale dell’ONU sulla CRC contro il traffico di minori per sfruttamento sessuale ha finanziato alcune importanti iniziative in diversi Paesi del mondo, iniziative che vengono realizzate, in contesti diversi e con diverse modalità, in collaborazione con Agenzie delle Nazioni Unite, Organismi Internazionali specializzati, ONG, Regioni e Enti locali italiani.
Nel quadro di una coerente linea che si ispira a tali importanti Convenzioni e Protocolli ratificati dall’Italia, la Cooperazione Italiana propone una strategia di intervento duplice, proprio in considerazione delle complesse variabili che entrano in gioco. Da una parte appare fondamentale intervenire sulle istituzioni responsabili a livello nazionale e decentrato, rafforzandone le capacità di analisi e di intervento attraverso programmi bilaterali e dall’altra si ritiene indispensabile intervenire a livello del territorio, sostenendo e rafforzando quelle organizzazioni della società civile, sia laiche che religiose, tra le più impegnate e qualificate in favore dei diritti dei minori. La Cooperazione Italiana sta intervenendo in questo senso con programmi bilaterali nella Repubblica Dominicana e in altri otto Paesi del Centro- America e dei Caraibi, in sei Paesi del Sud Est asiatico, in Nigeria e in Senegal.
Oggi sappiamo che le diverse forme assunte dal mercato del sesso a danno dei minorenni anche in giovanissima età, quali la pedopornografia via Internet, l’induzione alla prostituzione, lo sfruttamento sessuale anche attraverso il turismo rappresentano un interesse finanziario illegale di ingenti dimensioni. Le vittime inconsapevoli del mercato del sesso, per la maggior parte di genere femminile, sono adolescenti e spesso anche bambini/e piccolissimi, abbandonati o fuggiti da casa o spinti dalle loro stesse famiglie, gravate da condizioni di estrema povertà culturale ed economica. Il traffico dei minori per sfruttamento sessuale commerciale, è quasi sempre transnazionale e riduce le vittime in schiavitù.
La filosofia di fondo che caratterizza il lavoro della nostra Cooperazione è in primo luogo quella della tutela e della promozione dei diritti della persona minore fin dalla nascita. Nessuna forma di sfruttamento o di abuso che abbia per oggetto un minore può essere giustificata in alcun modo. Va combattuto quella sorta di “relativismo culturale” che talvolta viene addotto per giustificare l’utilizzo di un minore straniero povero ai fini sessuali. Il turista deve essere ben consapevole che nessuna giustificazione è ammissibile: lo dicono chiaramente i Codici di Condotta definiti da Ecpat congiuntamente all’Organizzazione Internazionale del Turismo (OMT) che i nostri programmi di cooperazione hanno l’obiettivo di applicare.
Il contributo che la Cooperazione allo Sviluppo può dare per prevenire e combattere la grave problematica dello sfruttamento sessuale minorile può essere rilevante. Analizzare e affrontare le cause di fondo del sottosviluppo è compito primario della Cooperazione internazionale poiché consente di leggere il problema dello sfruttamento sessuale dei minori attraverso gli strumenti dell’analisi e del lavoro sociale. Particolarmente grave appare il fenomeno dello sfruttamento sessuale attraverso il turismo poiché implica spesso anche turisti provenienti da Paesi a democrazia avanzata, dove il rispetto dei diritti del fanciullo dovrebbe essere un fatto acquisito. Il turismo sessuale a danno di minori si dirige quasi esclusivamente verso Paesi ove si registrano i più bassi indici di sviluppo e di qualità della vita: reddito pro-capite, salute, educazione, aspettativa di vita, e dove si riscontra spesso una serie di fenomeni sociali negativi, quali la violenza diffusa, la disoccupazione, il degrado sociale, la corruzione, che alimentano e perpetuano un circolo vizioso povertà-sottosviluppo e assenza di una cultura basata sul rispetto dei diritti umani e civili delle persone e tantomeno di quelle minorenni.
Siamo quindi di fronte ad una lettura più ampia del concetto di povertà: non solo e non tanto povertà economica, ma anche povertà morale, degrado familiare e relazionale, assenza di politiche istituzionali per una maternità consapevole e responsabile, scarsa considerazione attribuita alla donna sin dalla nascita, indebolimento e perdita delle reti sociali comunitarie di sostegno, queste ultime vero e proprio collante sociale e psicologico. Intervenire in tali contesti, indirizzando le risorse disponibili per prevenire e contrastare gravissimi fenomeni quali quello dello sfruttamento sessuale dei minori, rappresenta una modalità di realizzare concrete azioni di sviluppo sociale, recuperando e valorizzando le migliori risorse sulle quali un Paese possa contare per costruire il proprio futuro. Per affrontare efficacemente problematiche qual’è quella del turismo sessuale, ad esempio, è necessario creare una vasta coalizione costituita dalle principali istituzioni dei Paesi di provenienza del turismo sessuale a danno dei minori e di quelli di destinazione (Ministeri Interni, Affari Sociali, Interpol, Direzione Nazionale Antimafia, Parlamenti ecc.), dall’UE, dalle Agenzie delle Nazioni Unite e dalle Organizzazioni Internazionali come ECPAT, Save the Children e Terres des Hommes, maggiormente impegnate, insieme ad altre ONG e Associazioni locali ed internazionali, coinvolgendo allo stesso tempo tutta la società civile. In questo ambito di lavoro la Cooperazione Italiana può continuare a dare un contributo rilevante.
Dott.ssa Paola Viero (esperta referente per le tematiche minorili della Direzione Generale della Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Esteri).