SESSO SENZA SENSO

La pedofilia è una malattia, deviazione mentale o fuga incontrollata dalla noia sessuale? In realtà nella società contemporanea anche il sesso è diventato un prodotto industriale ed il pedofilo può anche essere una persona qualsiasi che si fa travolgere dall’ insoddisfazione causata dal consumismo del «sesso facile»

In certe vetrine di articoli ottici spesso compare la famosa scala per misurare la propria vista anche restando fuori dal negozio. Essa normalmente è costituita da grosse lettere dell’alfabeto posizionate con una grandezza a scalare verso il basso. Una ditta produttrice di lenti aveva giocato con queste lettere per ottenere un’idea promozionale piuttosto divertente.

Probabilmente il creativo dell’agenzia pubblicitaria aveva quella «notissima» cultura sessuale che prevede la cecità nei casi di un prolungato autoerotismo, infatti, leggendo le lettere di seguito compariva la frase: « TROPPO SESSO ROVINA LA VISTA».

Anche se il «troppo sesso» non comportasse così gravi conseguenze, la disponibilità di «troppo sesso» in certi casi può creare qualche squilibrio mentale.

Tra breve arriveremo alle «notizine», che con prorompenti forme mal contenute in abiti ristretti ci ammalieranno sessualmente durante i notiziari televisivi come «pause» tra un attentato e un gol mancato. Già oggi troviamo dell’erotismo gratuito anche per promuovere un abbonamento sulla rete dei cellulari, idem per un gelato multisensi, stessa cosa dicasi per un vino sardo, ecc.

Scusate. Apro una parentesi.

Ma dove sono finite quelle scatenate femministe che in tutta questa esposizione di «carne» vedevano un uso della donna quale «oggetto» e che, con tali sacrosante motivazioni, facevano partire denuncie alle Preture di mezz’Italia? Sparite in quiescenza o convertite al consumismo? Si sente poco parlare di pubblicità o programmi televisivi censurati (a volte in passato pure soppressi) grazie al loro intervento. «Tremate, tremate, le streghe son tornate» era uno dei loro slogan più noti. Che ritornino e riprendano, con forza e rinnovata energia, i ruoli che Le hanno viste protagoniste. Con rispetto, quale pubblicitario, mi permetto di suggerire loro un nuovo slogan: «più donne al potere, meno guerre!» Ne abbiamo veramente bisogno. Chiusa la parentesi.

Nella società contemporanea anche il sesso è diventato un prodotto industriale. Il pudore femminile, in meno di cinquant’anni, è passato dal due pezzi che permetteva la «scandalosa» vista dell’ombelico, al micro perizoma e… tutto il «resto» al vento. Negli anni del «bikini», i mensili patinati per soli uomini (forse meglio per uomini soli) contenevano l’identico materiale erotico che ritroviamo nella guida dei programmi televisivi alla portata di tutti… Minori compresi.

Già negli anni sessanta l’età delle prime esperienze si era ridotta alla pari del pudore. Il «tutto subito» anche nel «prodotto» sesso, ha portato come conseguenza all’odierno concetto consumistico del: «già visto e provato… passiamo ad altro». L’industria del porno, sempre pronta a soddisfare le esigenze del suo ben pagante mercato, ha immediatamente provveduto con «nuovi prodotti» difficilmente distinguibili da una deviazione mentale, quale potrebbe essere anche la pedofilia. Quest’incertezza nasce da un giudizio che si deve affrontare a mente molto fredda, quasi analitica.

Come giudichereste un imprenditore benestante, con una gioventù ricca di esperienze sessuali, che spende un capitale per incontri pedofili in un Paese asiatico? Un malato mentale oppure un volgare vizioso? Cercate di arrivare alla sentenza senza farvi coinvolgere dal dovuto e naturale impeto dettato dalla morale.

Certamente il suo comportamento va disprezzato. Ma vorrei indurvi a capire, tramite una precisa analisi, se questo suo orrendo e odioso crimine è o non è una deviazione mentale indotta da fattori esterni.

È importantissimo collocare correttamente questo giudizio. Certo, è una sentenza veramente difficile da dare, che riporta al titolo giornalistico: «impazzisce e spara sulla folla». Da quanto tempo prima della strage l’assassino era già un malato mentale? Oppure la società (la folla) da quanto tempo l’ha esasperato con le sue malversazioni sul lavoro, allontanamenti dalla famiglia, abbandoni da parte degli amici e lasciato alla deriva del suo destino che lo ha condotto all’auto-emarginazione del suo «ghetto mentale»?

Da questa indotta situazione d’insanità mentale ha voluto vendicarsi, sparando su chiunque gli capitasse a tiro. Nella sua mente ormai sconvolta tutti erano colpevoli. Prima che iniziasse questa disperazione sfociata nel dramma era però un uomo normale. Così il nostro pedofilo dal turismo sessuale nell’estremo oriente è un deviato mentale oppure è la conseguenza d’una insoddisfazione causata dal consumismo del «sesso facile», dal «già visto e provato… passiamo ad altro»?

Se si tratta di un pazzo, va curato ed assistito fino all’auspicabile guarigione. Se invece si tratta di un vizioso ormai insensibile persino al pianto di un bambino da lui abusato pur di soddisfare la sua insoddisfazione, vada allora rinchiuso in carcere e, considerato che le isole asiatiche erano la meta dei suoi viaggi immorali, si getti la chiave nelle profondità oceaniche.

Non deve però andare in galera da solo, ma in compagnia di tutti coloro che allargano ulteriormente la tolleranza tra il bene ed il male e che giustificano questo loro operato, come evoluzione del costume e della moralità.

In realtà si tratta solo di interessi commerciali che sfruttano il sesso come richiamo al prodotto da commercializzare. Oggi siamo arrivati però all’assurdità di trovarcelo anche nei notiziari televisivi, dove avvenenti giornaliste dalle labbra siliconate sono l’unica attrazione alternativa all’informazione piuttosto standardizzata delle varie emittenti. Sono gli indici d’ascolto a dettare legge e quando il «prodotto è scadente»… ci siamo capiti.

I pedofili sono sempre esistiti ma erano casi psichiatrici piuttosto rari e limitati. Oggi questo orrendo crimine ha raggiunto cifre impressionanti ed è opportuno vengano analizzate subito le cause di questo incremento mostruoso.

Lo si faccia verificando la possibilità dei paesi sottosviluppati di prevenirlo sia dal punto di vista medico che da quello politico. Da quello dell’istruzione nelle scuole dell’obbligo a quello sociale all’interno di famiglie con genitori troppo assenti. Lo facciano le madri che amano veramente i loro figli. Lasciandoli invece incustoditi fino a sera tarda in aree ad alta densità abitativa, non danno loro un segno di democratica emancipazione minorile ma dimostrano una scarsa informazione sui pericoli concreti che essi corrono e che, nel caso di abuso, dovranno giustificarne la mancata tutela.

Paolo Maria Buonsante
Grafico e Tecnico pubblicitario

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