Il 25% dei maschi di classe povera ha subito abusi sessuali in confronto al 15% dei ragazzi delle classi medie. Nelle ragazze povere l’incidenza è del 7% comparata al 3,2% (più del doppio) delle ragazze nelle classi sociali medie. In Sri Lanka molti uffici sanno quello che succede ma non lo denunciano e noi non dobbiamo esitare ad accusarli
Le conseguenze dell’abuso sessuale avvenuto nell’infanzia si manifestano spesso nell’età adulta e possono includere nevrosi, psicosi, confusione, prostituzione, omosessualità e molestie sessuali su altri bambini.
Infatti è noto che lo stupro dei bambini è una delle cause di incrementano nella società di incidenza di abusi sessuali sia nelle donne che nei bambini, situazioni queste gravemente nocive sia per l’individuo che per la collettività. Purtroppo quello che percepiamo è solo la punta dell’iceberg. L’incesto è la forma più comune di abuso sessuale seguito dall’abuso da amici della famiglia, mentre l’abuso sessuale di turisti stranieri è meno comune. Per abuso sessuale si intende la molestia fisica e verbale, il rapporto sessuale e lo stupro ma anche la produzione di materiale pornografico è incluso sotto questa forma di abuso.
Nel nostro paese leggiamo frequentemente articoli di giornali sulla prostituzione di bambini ( Ceylon Daily News….” La prostituzione di bambini in Asia è un affare di milioni di dollari..”, molestie (Divaina) “…bambino molestato da un’uomo d’affari…il sospettato è latitante..”e sugli omicidi dopo il rapimento “..Un bambino rapito e ucciso…”
Per valutare meglio la situazione abbiamo consegnato un questionario anonimo a 899 studenti di livello scolastico superiore e universitario. Il 18% dei ragazzi e il 4,5% delle ragazze ha ammesso di essere stato abusato durante l’infanzia. Ma è molto più difficile interpretare il significato dell’incidenza dell’abuso sessuale delle varie classi sociali soprattutto quelle meno agiate.
Inizialmente dalle nostre ricerche è risultato che il 25% dei maschi di classe povera ha subito abusi sessuali in confronto al 15% dei ragazzi delle classi medie. Nelle ragazze povere l’incidenza è del 7% comparata al 3,2% (più del doppio) delle ragazze nelle classi sociali medie. Queste differenze sono statisticamente significative. Nel caso dei maschi, la maggior parte è stato abusato sia da parenti che da vicini di casa; altri da fratelli, insegnanti e sacerdoti. Un fatto significante è stato che vari ragazzi sono stati abusati da donne più grandi di loro. Nel caso delle ragazze , la maggior parte non ha denunciato l’abuso, ciò fa pensare che l’abusante era un membro vicino alla loro famiglia. In uno studio più recente, lo stesso questionario è stato sottoposto in una scuola di ragazze dopo che una parte dei dati ottenuti erano stati pubblicati.
Come ci aspettavamo, più bambini volevano denunciare l’abuso e l’incidenza aumentò del 12% (in opposizione al 4,5% dello studio precedente) e ci si può aspettare che, con la presa di coscienza del problema, questi dati si modifichino ulteriormente negli anni. Un’ altra osservazione significativa era che l’abuso, quasi sempre era perpetrato da un membro della loro famiglia, spesso da un fratello o zio, incluso il padre e in alcuni casi dalla madre.
Che cosa si può fare riguardo il problema dell’abuso sui bambini? Questa è la domanda cruciale che dobbiamo porci come cittadini responsabili e come professionisti. Alcuni anni fa ci confrontavamo con molti problemi amministrativi perchè un buon sistema organizzativo non esiste in Sri Lanka come negli stati dell’occidente. Questo specialmente perché nessuno ha mai denunciato esattamente le carenze del nostro Paese. E’ giunto ora il momento di riconoscere la grande rilevanza e la gravità dell’abuso sessuale, considerando specialmente le conseguenze che l’abuso ha sui bambini.
La responsabilità del pediatra dovrebbe essere quella di scoprire, trattare e prevenire ulteriori abusi.
Quando c’è il sospetto di abuso sessuale, devono essere informate le autorità competenti (l’ufficio legale probatorio e il giudice medico dell’ufficio JMO, in Sri Lanka). Tutta la situazione deve essere documentata e notificata e la custodia protettiva del bambino è assolutamente importante. Purtroppo in Sri Lanka per ottenere questo ci sono ancora molti problemi.
I genitori spesso rifiutano il ricovero in ospedale, forse perché sono responsabili dell’abuso sul bambini o per paura di ritorsioni o semplicemente per non essere marchiati dalla società come famiglia impura. In caso di riscontro di abuso sul minore è inoltre importante esaminare i fratelli che potrebbero essere stati anch’essi abusati. Un team di professionisti multidisciplinari deve essere coinvolto, incluso il pediatra, psicologi, psichiatri e dove è possibile un’infermiera o una suora (in Sri Lanka per ottenere gli assistenti sociali che sono designati a investigare sul problema, ci vogliono 10 mesi e dozzine di lettere prima di ottenere un risultato). Dovrebbero esserci dei coordinatori per organizzare incontri con la polizia e gli uffici legali. A questi incontri deve essere presa una decisione riguardante la sicurezza del bambino. Questa decisione deve essere rivalutata periodicamente, specialmente tenendo conto delle relazioni dopo il monitoraggio dei progressi fatti dall’ufficio probatorio. Inizialmente ci siamo confrontati con molti problemi inclusi i lunghi ritardi di risposta delle agenzie di protezione, ci siamo confrontati con omicidi/suicidi conseguenti al rilevamento dello stupro, minacce della madre per liberare il bambino, molti incidenti e tentativi di interferenze specialmente da politici e da persone della polizia. Nonostante ciò una volta formato il gruppo di professionisti questi problemi divennero ordinari.
Al momento il sistema di protezione è mal organizzato e la necessità di protezione è capita a stento dalle autorità. Quando viene scoperto un caso di abuso dalla polizia o dall’ufficio probatorio, il bambino è presentato prima all’JMO per i problemi legali, ma non ad un pediatra o ad uno psichiatra, a meno che non ci sia un’immediata necessità medica. Attualmente non è riconosciuta la necessità di un accertamento psicologico e riabilitativo, e questi bambini vittime dello stupro sono scaricate in case di detenzione minorile o case accoglienza. Queste case sono superafollate, hanno minime comodità con ridotti finanziamenti, come la carenza di personale, specialmente quello abile alla riabilitazione e come risultato questi bambini diventano nuovamente delle vittime. Per aggiungere ingiuria all’insulto, questi bambini sono nuovamente oggetto di abusi, specialmente sessuali.
Per fare alcuni esempi, parecchie ragazze ospitate presso la Casa di Halpatota erano state abusate dai guardiani. Nella scuola di Patana, HIKKADUWA, uno studio fatto da noi ci ha rivelato che il 20% dei ragazzi ospitati abusano all’interno dell’istituto destinato alla loro protezione. Tra gli abusanti, sono inclusi i sorveglianti di turno. Non dimentichiamo poi i sospetti di abuso sessuale dei nell’orfanotrofio di Baiks villane, inclusa la produzione e la visualizzazione di materiale pedopornografico da parte dell’insegnante che era anche incaricato nella disciplina nella principale scuola in Galle, i portinai coinvolti nello scandalo sessuale nell’orfanotrofio di Beruwala.
Molti uffici sanno quello che succede ma non denunciano gli accadimenti e non dobbiamo esitare ad accusarli come “perpetuatori passivi”. E’ necessario cerare un gruppo di supervisione all’interno delle famiglie o nell’unità di protezione temporanea dopo l’avvenimento dell’abuso, bisogna trovare famiglie selezionate che abbiano il titolo di assistente sociale e soprattutto questi bambini non devono essere esposti ai problemi delle case di detenzione. Questa è l’unica soluzione in modo da poter cambiare radicalmente questa drammatica situazione..
Harendra De Silva (tradotto da Paola Pauletig)
Medico pediatra presidente della Protection Unit Child Autority
(foto: Harendra De Silva durante un meeting con Massimiliano Fanni Canelles)