Maltrattamento e abuso sono comportamenti che non dovrebbero essere assunti nei confronti delle persone in particolare dei bambini. Si tratta di forme di espressione comportamentale definite devianti. Questi fenomeni possono essere posti sotto analisi scientifica, ma questa, per prassi, prevede una serie di fasi necessarie e utili per capire e comprendere il fenomeno
Maltrattamento, abuso sessuale, violenze fisiche e psichiche, pedo-pornografia su internet, negligenza nei confronti dei bambini, sono fenomeni che distruggono in nostro tessuto sociale, in quanto vanno a colpire quella fascia di popolazione che un domani dovrò guidare la società. Purtroppo tutti noi dobbiamo prendere atto che se non interveniamo e facciamo qualcosa per prevenire tale crimine, possiamo fin da ora ritenerci responsabili, perché in non agire implica il non mettere in atto azioni giuste e necessarie per prevenire il fenomeno. Oggi dobbiamo chiederci, che valori e sentimenti metteranno in atto questi Bambini? Anche fino a quando esisterà solo un bambino in pericolo noi siamo civilmente impegnasti a combattere per aiutarlo!
L’associazione @uxilia sta conducendo una ricerca inerente alla valutazione del fenomeno. Ha ritenuto opportuno iniziare con un monitoraggio della situazione partendo dalle istituzioni, enti e associazioni che trattano il problema. In seguito verranno esposti alcuni risultati fino ad ora prodotti.
Le leggi di riferimento
Le principali leggi internazionali e dello stato italiano attualmente in vigore specifiche, per contrastare e prevenire i fenomeni di abuso e maltrattamento nei confronti dei bambini e della famiglia, sono le seguito:
· Convenzione Internazionale dei i Diritti del Fanciulli sancita a New York nel 1989 e ratificata dallo stato italiano nel 1991
· “Misure contro la violenza nelle relazioni familiari”, legge numero 154 del 5 aprile 2001
· “Norme contro la violenza sessuale” legge numero 66 del 15 febbraio 1996
· “Norme contro lo sfruttamento della prostituzione, della pornografia, del turismo sessuale in danno di minori, quali nuove forme di riduzione in schiavitù”, legge numero 269 del 3 agosto 1998
· Codice di autoregolazione Internet e Minori
· “Disposizioni per la promozione di diritti e di opportunità per l’infanzia e l’adolescenza”, legge 285 del 28 agosto 1997
· Il codice penale: art. 578 Infanticidio, art. 591 Abbandono di persone minori o incapaci, art. 571 Abuso di mezzi di correzione o di disciplina, art. 572 Maltrattamento in famiglia o verso fanciulli, art. 574 Sottrazione di persone incapaci o di un minorenne, art. 570 Violazione degli obblighi di assistenza familiare, art. 609 bis Violenza sessuale, art. 609 quater Atti sessuali con minorenne, art. 609 octies violenza sessuale di gruppo.
Descrizione della ricerca – il monitoraggio sul campo
Maltrattamento e abuso sono comportamenti che non dovrebbero essere assunti nei confronti delle persone in particolare nei bambini. Purtroppo molto spesso vediamo e veniamo a conoscenza che ciò non è così anzi tante famiglie e bambini sono vittime di questo aberrante crimine.
Da un punto di vista sociologico, sono forme di espressione comportamentale definite devianti. Questi fenomeni possono essere posti sotto analisi scientifica. Questa per prassi prevede una serie di fasi necessarie e utili per capire e comprendere il fenomeno. Nella prima fase per prassi comune si procede con la documentazione bibliografica e dall’analisi del territorio, per poi procedere con la verificazione dell’ipotesi iniziale. La ricerca sociale, infatti risulta uno strumento utile per dare significato e comprensione a fenomeni sociale che si verificano nel nostro vivere quotidiano.
Il nostro quesito iniziale parte dalla necessità di capire innanzitutto quali enti e istituzioni, pubbliche o private, sono a contatto con tale problematica, per mandato o per scelta. L’ipotesi iniziale invece era, capire se attraverso la prevenzione primaria il fenomeno può essere alleviato e con l’auspicio anche migliorato.
Questo testo vuole raccontare il lavoro e il risultato fino ad ora ottenuto. La ricerca è iniziata in dicembre 2004, attualmente è ancora in corso.
Lo strumento di osservazione usato è l’intervista aperta. Abbiamo voluto osservare e capire come queste istituzioni intervengono, qual è il loro ruolo, che azioni mettono in atto. Inoltre l’intervista prevedeva una serie di domande inerenti all’intensità del, se è possibile quantificarlo, quali, secondo loro, sono le motivazioni che lo fanno ritenere così importante e se il fenomeno è in crescita.
Un altro aspetto analizzato è legato alle modalità di prevenzione, di sensibilizzazione, qual è il tipo di target d’intervento e di relazione con le scuole.
Abbiamo pensato di contattare i seguenti soggetti istituzionali: la prefettura, la questura, i servizi territoriali, le forze dell’ordine, il tutore pubblico dei minori, il telefono azzurro, il provveditorato degli studi e l’ospedale infantile. Gli ultimi due soggetti non sono stati intervistati. Contemporaneamente è stata fatta una ricerca bibliografica e una lettura scientifica di testi che trattano il fenomeno. Abbiamo evidenziato i seguenti: l’associazione “Save the Children” promotore del programma Stop-it e gli studi portati avanti dall’Istituto degli Innocenti di Firenze. Inoltre personalmente ritengono fondamentale tutto il sapere trasmesso dalla professoressa Marinella Malacrea presiednte del CISMI (Coordinamento Italiano dei Servizi contro il Maltrattamento e l’Abuso all’Infanzia).
Gli aspetti più significativi che emergono dalla ricerca, fino ad ora attuata possono essere riassunti nei seguenti paragrafi. In seguito, a conclusione della ricerca verranno pubblicate dettagliatamente tutti gli aspetti e i dati emersi. Per chi fosse interessato a contribuire e/o collaborare può contattarci scrivendo a info@auxilia.fvg.it .
Il Tutore Pubblico dei Minori del Friuli Venia Giulia, ha focalizzato la sua attenzione prevalentemente su due aspetti molto importanti: come si struttura il meccanismo di adescamento del minore e quali potrebbero essere i luoghi frequentati dai ragazzi, maggiormente a rischi. Infatti pone l’attenzione sulle sale giochi e sugli esercizi pubblici, che spesso sono loghi di aggregazione poco supervisionate. Alla domanda inerente alla prevenzione, racconta che non è presente una modalità adeguata per contrastare il fenomeno.
Tra le forze dell’ordine sono stati contattati rispettivamente la Polizia Postale di Udine, attiva nel settore della multimedialità, la Questura di Trieste, Squadra Mobile, 3^ Sezione Reati contro la persona, sessuali e a danno di minori e la Polizia Anticrimine, Nucleo Polizia Giudiziaria – Ufficio Minori.
Il commissario responsabile della Polizia Postale di Udine ha raccontato che il loro mandato istituzionale prevede la ricerca di crimini e reati commessi in internet. Denuncia una mancanza di norme per poter procedere contro questi crimini. Emergono disagi legati all’uso delle chat, come forme di adescamento e di sfruttamento. Un altro problema è legato ai mms, infatti ci sono persone che ricaricano il telefono se in cambio ricevono foto di ragazzine che le ritraggono nude. Secondo una sua opinione, le persone soffrono di solitudine e usano internet per una facile e veloce comunicazione, dove quasi tutte le barriere di inibizione sono abbattute. Inoltre ritiene che le famiglie sono assenti, che non vigilano i ragazzi quando sono su internet e che tutti i siti pedo-pornografici sono registrati all’estero, perciò non punibili e perseguibili dalla legge italiana.
Presso la Squadra Mobile abbiamo potuto osservare come si attua il loro intervento relativo agli abusi sessuali. Il moro mandato può essere attivato a su richiesta dell’Autorità Giudiziaria o su richiesta privata. Il loro compito è di raccogliere prove del presunto crimine. Evidenziano circa 10 casi di indagine annue, perciò si può affermare che il fenomeno risulta alquanto diffuso. Nelle loro indagini collaborano spesso con i servizi socio assistenziali e sanitari del territori, con le scuole, con i medici di base. Raccontano che c’è molta difficoltà soprattutto legata alla sfera personale di chi è coinvolto, è difficile entrare nelle dinamiche di vita di una famiglia. Consigliano una maggiore sensibilizzazione del problema nelle scuole e nei centri di aggregazione giovanile, soprattutto nei luoghi dove i bambini sono più a rischio. L’Ufficio Minori si occupa prevalentemente di indagini sui maltrattamenti. Anche questi su iniziativa privata o su ordine dell’autorità privata. Il loro compito è di raccogliere le prove per le indagini. E’ un fenomeno diffuso ma difficilmente si riesce a controllarlo anche perché risulta molto difficile entrare e penetrare nella sfera familiare. Una funzione molto importante che essi svolgono è legata alla raccolta di dati e alla produzione di statistiche relative al fenomeno. Questi dati vengono inviati al ministero che ha cura a raccoglierli per poi pubblicarli.
Con certezza ci si rende conto che il minore è il soggetto debole che necessita di tutela, infatti questo non avviene anzi spesso il maltrattamento nasce tra le mura di casa, dalle persone di cui lui maggiormente si fida. Questi bambini vanno aiutati attraverso un intervento e presa in carica congiunto tra più servizi, proponendo loro e alle loro famiglie un percorso di cura e di successiva riabilitazione.
Il Malab (Maltrattamento Adolescenti e Bambini) è un servizio specializzato su abusi intrafamiliari, attivo per la provincia di Trieste. Si occupano di maltrattamento grave e di abuso nei confronti dei minori. Intervengono per mandato istituzionale dalle autorità giudiziarie o dai servizi territoriali. Lavorano prevalentemente per il recupero del minore e della famiglia. Fanno sensibilizzazione e prevenzione, inoltre offrono consulenza ai servizi.
Dati di riferimento
L’associazione Linea Azzurra è un’organizzazione che opera su tutta la provincia. Uno dei loro servizi offerti è la linea telefonica gratuita per chiamare in caso di necessita o per segnalare situazioni difficili, anche per i più piccoli.
Hanno contribuito anche con la fornitura di alcuni dati significativi. Nel 2003 ci sono state 220 segnalazioni 110 dalla provincia e città di Trieste e 110 dalla Regione. Tra queste 166 erano fatte da adulti e 54 da minori. Tra le chiamate fatte dai minor 45 sono state approfondite e risultava: 4 maschi e 41 femmine. Queste chiamate suddivise in base alla segnalazione, fatta da chi chiamava, emergeva rispettivamente: 2 di emergenza, 31 a rischi e 12 continuative nel tempo, perciò il ragazzo ha chiamato più volte. Inoltre su 45 chiamate è risultato che 14 erano nuove segnalazioni 31 minori hanno chiamato per informazioni e 31 erano casi già noti.
La Direzione Centrale della Polizia Criminale ha pubblicato i seguenti dati relativi al reato Violazione sessuale in pregiudizio di minori, dati relativi alla nostra regione: nel 2002 3 vittime nel 2003 10 vittime, fenomeno in aumento. La nazionalità dell’abusante è prevalentemente italiana. Nella distribuzione per relazione tra abusante e vittima è nel 30% dei casi è familiare, 85% è scolastica e nel 50% sociale (allenatore, religioso, baby sitter, ecc.)[1].
Conclusioni
Il lavoro da noi prodotti fino ad ora non è sicuramente sufficiente per esaurire le nostre conoscenze sul fenomeno. Riteniamo opportuno continuare con la ricerca di monitoraggio. Siamo indirizzati verso le agenzie di aggregazione giovanile come le scuole, gli oratori, i ricreatori, i centri giovanili e quant’altro.
Stiamo cercando di attivare una rete per prevenire e riconoscere il disagio. Il progetto prevede: attivare una rete sociale per prevenire e riconoscere il problema dell’abuso e sviluppare una cultura di sostegno del minore, andare a lavorare con i ragazzi e con gli insegnanti, per raccogliere i loro pensieri e fare prevenzione primaria e formazione appropriata, attivare una rete di supporto per le persone interessate al problema. Ci rendiamo conto che sono traguardi molto difficili, ma il nostro impegno e grande.
A conclusione della ricerca verranno pubblicate dettagliatamente tutti gli aspetti e i dati emersi in questa ricerca. Per chi fosse interessato a contribuire e/o collaborare può contattarci scrivendo a info@auxilia.fvg.it .
[1] Dati elaborati dalla DCPC – UAG – 3° Settore – 4^ Area.
Ivana Milic