Bambini nell’occhio del ciclone

Alcuni segmenti della società dello Sri Lanka sono responsabili di molte violazioni dei diritti del bambino e portate ancor di più alla luce a seguito del disastroso tsunami del dicembre 2004. Ma sono anche molti gli attori di pace, assertori della promozione del rispetto dei diritti dell’uomo e dell’infanzia, che tacciono in merito all’arruolamento dei bambini tra i combattenti

Le idee ed i pensieri espressi dall’autore del libro “Power Games in War and Peace” *  sono quelle di un uomo amareggiato. L’autore, il prof. Harendra de Silva, è un pediatra molto noto in Sri Lanka, attualmente docente di pediatria presso l’università di Kelaniya e Presidente dell’Autorità Nazionale per la Protezione del Bambino.

Da anni strenuo difensore dei diritti dell’infanzia contro gli abusi, ha condotto la maggiorparte delle sue ricerche mentre era docente di pediatria all’università di Ruhunu.

Attraverso le pagine del suo libro, de Silva effettua una panoramica del paese, lo Sri Lanka, dall’era coloniale fino all’indipendenza ed al periodo successivo ad essa.

I continui attacchi terroristici su obiettivi civili, la violenza istituzionalizzata e la corruzione sociale vengono descritti con le loro ricadute sulla conseguente instabilità economica, politica e sociale.

Vengono affrontati da un punto di vista critico quei segmenti della società che de Silva ritiene essere i responsabili di molte delle reiterate violazioni dei diritti del bambino tuttora presenti in Sri Lanka – in particolare nel nord est del paese dove i conflitti sono in atto da decenni – e portate ancor di più alla luce a seguito del disastroso tsunami del dicembre  2004.

Nel libro viene data molta enfasi alla manipolazione delle giovani generazioni per riempire la cosiddetta “Agenda degli adulti”.

L’interesse dello studioso si focalizza sulla vulnerabilità dei bambini e l’estrema facilità di arruolarli come combattenti: la partecipazione dei giovanissimi alla guerra è un grave deterrente sia per il raggiungimento della pace sia per il loro stesso futuro in una società senza violenza.

De Silva condanna con fermezza gli adulti e le organizzazioni umanitarie di tacere simili infamie, attribuendo alle mancate denunce il ripetersi di abusi e violazioni; contesta gli attuali processi di pace e la partecipazione scarsa o nulla della società civile in tali processi; esprime il proprio dissenso verso ciò che definisce un “pace imposta” da parte degli esponenti politici locali e verso le forze di pace internazionali, che esercitano forti pressioni per il raggiungimento di una soluzione comune tra le parti in conflitto.

Egli puntualizza come molti attori di pace, assertori della promozione del rispetto dei diritti dell’uomo e dell’infanzia, di fatto tacciano in merito all’arruolamento dei bambini tra le fila dei combattenti. E’ importante – sottolinea – ristabilire i processi democratici per non alimentare più questa pratica ormai dilagante.

Non sono risparmiati i commenti sul governo locale e sulla corruzione, entrambi letti in chiave di fattori che influenzano negativamente sia una “pace sostenibile” che il benessere stesso dei bambini: egli osserva l’ingenuità di taluni che, auspicando che le vittime dimentichino quanto subìto in passato, al tempo stesso polarizzano con posizioni estreme le opinioni delle comunità coinvolte nei conflitti, rinnovando così la fiamma dell’odio.

Il professor de Silva constata amaramente che gli incontri ed i seminari sul problema ancora irrisolto della pace in Sri Lanka, promossi da organismi occidentali, siano superficiali e di scarso impatto concreto, e suggerisce al lettore il quadro di un paese abbandonato alla propria angosciante realtà.

Le auspicabili conclusioni di questo studio del prof. de Silva sono una pronta legittimazione della società ed un processo di pace che veda quali attori principali proprio i bambini, le future generazioni, per promuovere un cambiamento radicale “dal basso verso l’alto”, poichè nel benessere dei bambini risiede il benessere del paese di domani.

* “Giochi di potere in tempo di Guerra e di Pace”, presto disponibile in Italia.

Alla dott.ssa Fernanda Flamigni che sta curando la traduzione in lingua italiana, vanno i più sentiti ringraziamenti da parte dell’associazione @uxilia.

Il compenso della traduttrice sarà devoluto, al pari del ricavato dalla vendita del volume, al Prof. de Silva per continuare a fornire il proprio concreto supporto ai bambini dello Sri Lanka.

 

Marina Galdo

Rispondi