Radiologia domiciliare. Opportunità sempre più sfruttata

Già a partire dal 2007 la radiologia domiciliare è una realtà grazie all’avvio di R@dhome, primo progetto di teleradiologia nell’ambito della pubblica sanità. R@dhome nasce nella Regione Piemonte con l’obiettivo di garantire la giusta assistenza radiologica a domicilio per le persone anziane, disabili o in condizioni tali per cui il trasporto in un ospedale o in un centro radiologico sarebbe troppo complicato, sia per i pazienti in sé che per operatori. Nella Casa di Riposo Vernetti di Locana (TO) già nel 2010 era attivo un ambulatorio radiologico in una stazione operativa mobile su una vettura Fiat Doblò. Al suo interno si trovavano un tubo radiogeno portatile, un lettore digitale di immagini di radiologia tradizionale e tutte le apparecchiature necessarie per la teletrasmissione delle immagini acquisite. Tutti i dati venivano poi inviati all’Azienda Ospedaliera Universitaria (AOU) San Giovanni Battista di Torino per essere refertate da un medico radiologo.

In cosa consiste?

L’attività di radiologia domiciliare consiste nell’eseguire a domicilio radiografie del torace, degli arti e della articolazioni in tutti quei pazienti che difficilmente sarebbero trasportabili. Il servizio domiciliare non può essere sostitutivo rispetto ad un servizio offerto all’interno di una radiologia ospedaliera per via dell’impossibilità di esecuzione di alcune metodiche alle volte necessarie. Si possono eseguire, quindi, solo quelle procedure che non implichino una riduzione troppo elevata della qualità diagnostica delle immagini prodotte e che abbiano un alto grado di sicurezza per il paziente e gli operatori.

Come si può ottenere?

La richiesta della prestazione di radiologia domiciliare deve essere eseguita dal Medico di Medicina Generale (MMG). In seguito, il radiologo deve verificare che la prestazione richiesta sia appropriata al tipo di studio da eseguire e che l’esecuzione sia compatibile con il caso clinico.

È fondamentale ricordare che il radiologo deve seguire i tre principi cardine della radioprotezione cioè il principio di giustificazione, di ottimizzazione e la limitazione della dose.

Il principio di giustificazione sancisce che “un’attività nella quale l’uomo o l’ambiente sono esposti a radiazioni ionizzanti può essere svolta solo se commisurata ai vantaggi e ai pericoli connessi”.

Il principio di ottimizzazione, invece, deve seguire a sua volta il principio ALARA (“As Low As Reasonably Achievable), ciò vuol dire che si devono attuare tutte le modalità di acquisizione che permettano di avere informazioni diagnostiche con la minore dose possibile assorbita dal paziente.

Ultima, ma non per importanza, è limitazione della dose imposta dalle normative EURATOM.

Solo dopo l’approvazione da parte del medico radiologo un Tecnico Sanitario di Radiologia Medica (TSRM), appositamente formato, può eseguire l’esame radiologico a domicilio. Una volta eseguita la prestazione le immagini vengono inviate direttamente al medico radiologo e il referto verrà successivamente trasmesso al referente delle cure domiciliari.

La Sirm (Società Italiana di Radiologia Medica e interventistica) ha editato il documento di “Attività di Radiologia domiciliare – Indicazioni e Raccomandazioni” con la collaborazione dell’Aifm (Associazione italiana di Fisica medica) per evitare delle disparità nel trattamento dei pazienti più fragili ed evitando loro possibili rischi, anche per via del fenomeno pandemico ancora presente. Il documento in questione va a definire l’ambito di erogazione delle prestazioni di radiologia domiciliare e i pazienti che possono usufruirne. Scopo del documento è, inoltre, quello di dare delle indicazioni chiare su questo tipo di attività nel rispetto delle norme in tema di autorizzazione, accreditamento delle strutture sanitarie, delle norme di radioprotezione (per gli operatori e per gli assistiti) e di quelle generali sulla tutela della salute e della sicurezza sul lavoro.

I vantaggi nel quotidiano e nelle situazioni di emergenza

I vantaggi che scaturiscono dalla radiologia domiciliare sono molteplici. In primis abbiamo fattori di tipo sociale, economico e relazionale. In ambito domestico l’aspetto umano viene posto al centro del servizio e l’assistito ne trae maggiori benefici. Oltre a favorire il processo di diagnosi e di guarigione si vanno ad eliminare tutti quelli che sono i costi relativi al trasporto del paziente con patologie o problematiche piuttosto importante. Ulteriore elemento da considerare è il risparmio nell’impiego di risorse umane e, quindi, una maggiore quantità di personale sanitario all’interno dell’ospedale.

L’epidemia da SARS-CoV-2, proprio per via della grande richiesta di personale sanitario, ha permesso una accelerazione importante nei cambiamenti fisiologici continuamente in atto all’interno della Sanità italiana dando un ruolo centrale anche a queste procedure innovative. La radiologia a domicilio, quindi, è diventata una risposta valida ad una eventuale emergenza sanitaria da considerare soprattutto in quei pazienti particolarmente a rischio.

Monica De Santis

Monica De Santis è una laureanda dell’Università “La Sapienza” di Roma, dove frequenta il corso di laurea triennale “Tecniche di radiologia medica, per immagini e radioterapia (abilitante alla professione sanitaria di Tecniche di radiologia medica). Nasce a Tivoli il 24 novembre 2000. Si forma presso il Liceo Scientifico “Lazzaro Spallanzani” di Tivoli. Negli anni del liceo ha partecipato alle attività di volontariato per il “FAI” nel “Parco Villa Gregoriana” di Tivoli. Ha partecipato al progetto “Imprese Formative Simulate (IFS)” per l’alternanza scuola-lavoro e ha contribuito al workshop “IFS On Board” organizzato da Grimaldi Lines e CONFAO. Durante i tre anni di università ha maturato esperienze di tirocinio ospedaliero nei reparti di radiologia tradizionale, Tomografia Computerizzata (TC), Risonanza Magnetica (RM) e medicina nucleare del Policlinico Umberto I di Roma. 

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