Movimento delle rinascita, Tunisia

Durante la trascorsa estate le pedine dello scacchiere internazionale hanno prodotto qualcosa di insolito che dovrebbe stimolare l’attenzione della comunità internazionale, forse anche più della presa di potere dei talebani in Afghanistan. Uscita a testa alta dalle cosiddette “primavere arabe” la Tunisia oggi è sempre più instabile, in una grave crisi economica: 9 governi in 10 anni, un quadro politico frammentato, senza capacità di costruire una coalizione che possa fare a meno del sostegno di Ennahda, il partito dei Fratelli Musulmani. Questo, con un nome che significa “Movimento della Rinascita”, è una forza politica di orientamento islamista moderato pur restando nell’orbita del pensiero radicale.

Coperto dal clamore mediatico provocato dai Talebani il presidente Kaïs Saïed, indipendente, docente universitario, giurista, il 25 luglio scorso ha sospeso il parlamento assumendo il potere esecutivo. Ha licenziato il premier Mechichi, i ministri della Difesa e della Giustizia e il presidente del parlamento Ghannouchi, leader di Ennahda. Tentando di portare la repubblica verso un regime presidenziale Saied ha ottenuto l’appoggio dell’esercito e del maggiore sindacato del Paese, l’Ugtt. Conservatore e vicino all’islamismo radicale su temi quali l’omosessualità e pari opportunità, ha incentrato il suo programma di governo nella lotta alla corruzione. La crisi politica si è infatti innescata proprio quando Saied si è opposto alla nomina di quattro tra i ministri scelti da Mechichi perché accusati di corruzione e quando, quasi contemporaneamente, Ennahda è finito nel mirino della magistratura per un indagine su finanziamenti illeciti.

Il 22 settembre scorso Saïed ha rincarato quindi la dose concedendosi poteri illimitati. In questi giorni inoltre ha comunicato la nomina di Najla Bouden Romdhane, che diventa la prima donna premier del mondo arabo. La nomina è anch’essa funzionale al contrastare le illegalità di palazzo. Le parole del nuovo primo ministro infatti sono state: ”Il nostro primo obiettivo è quello di combattere la corruzione”. Ingegnere di formazione, Najla Bouden è docente di Scienze geologiche a Tunisi, specializzata in terremoti e catastrofi. Collabora con la Banca mondiale per progetti di istruzione e con il ministero dell’Istruzione superiore e della ricerca scientifica tunisino. 

Effettivamente si potrebbe pensare che un uomo indipendente, un giurista, trovandosi di fronte a numerose violazioni etiche e legali da parte di gran parte del Governo voglia fare piazza pulita e ricostruire tutto in maniera diversa. E le scelte fatte sembrano confermare questo pensiero. Ma non possiamo non inserire questi avvenimenti nell’ambito degli equilibri islamici. Non possono non venire in mente le prove di forza che da lungo tempo caratterizzano il mondo arabo sunnita, in particolare lo scontro fra wahhabismo saudita e fratellanza musulmana che si spartiscono il medio oriente. La fratellanza musulmana, acerrima nemica dell’Arabia Saudita, è legata al doppio filo con la Turchia di Erdogan e al Qatar di Al Thani. Era recentemente salita alla ribalta internazionale favorendo gli accordi a Doha fra USA e Talebani che hanno dato via libera al cambio di potere in Afghanistan. Ma prima di questa crisi in Tunisia, dove sembra aver perso il controllo, era stata estromessa anche dall’Egitto quando Mohamed Morsi nel 2013 venne deposto da un golpe militare e sostituito nel 2014 con il filo saudita al-Sisi.

Non sappiamo esattamente i retroscena della prova di forza di Saïed. Se fosse veramente imparziale, con il suo passato di giurista, anche riducendo il carattere democratico la Tunisia potrebbe trarne beneficio. Importante però è che non si allinei con i regimi non progressisti filo wahhabiti quali appunto Arabia Saudita, Bahrain, Egitto e Algeria che lo renderebbero solo un ulteriore loro pedina nel grande “Risiko islamico”.

Tratto da “La Ragione”.

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

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