Il nuovo rinascimento saudita

beige concrete cathedral


Recentemente, il noto programma giornalistico d’inchiesta ‘’Report’’ ha incentrato la propria
attenzione sulle consulenze e i convegni tenuti dal senatore Matteo Renzi in Arabia Saudita, le quali
sono state oggetto di critiche sia per gli ingenti compensi ottenuti dal leader di Italia Viva, sia per il
ruolo assunto dal Paese medio-orientale nella tutela dei diritti umani, spesso messo in dubbio dal
coinvolgimento in alcuni omicidi sospetti, come quello del giornalista Jamal Khashoggi nel 2019.


Attualmente il PIL dell’Arabia Saudita è in enorme crescita rispetto ai primi anni ’90, superando
quello della Svezia e Belgio.
Tale situazione, però, nasconde alcuni problemi, come quelli relativi all’organizzazione politica.
L’Arabia Saudita, infatti, è di fatto una monarchia assoluta, in cui esiste una netta distinzione tra le
persone comuni, i funzionari della Casa Reale e la Famiglia Reale, legati alla casata Sa’ud, che
consta di circa 15 mila persone.
Inoltre, alla morte del primo re il trono è passato al figlio Sa’ud, mentre i sovrani successivi sono
stati selezionati tra i vari fratelli, portando a regnare individui con un tasso anzianità crescente.

L’attuale regnante, il re Salman, con età di 85 anni e asceso al trono nel 2015, aveva deciso di
scegliere come proprio successore il figlio Mohammad bin Salman, conosciuto in Occidente come
colui il quale ha promosso una serie di iniziative e di riforme considerate progressiste per gli
standard sauditi: ha permesso alle donne di guidare, ha tolto la polizia religiosa e ha cercato di
modernizzare il Regno per creare dei nuovi Rinascimenti, oltre ad aver acquistato la squadra della
Premier League inglese, il Newcastle, e investendo in impresa in Europa, conquistando la
gratitudine di una parte del popolo, la fascia dei più giovani, mentre risulta essere meno apprezzato
da parte della vecchia guardia.

Ciò che non viene raccontato, però, è che queste riforme, portate avanti da bin Salman, fanno parte
di una battaglia finalizzata a rompere uno status quo presente nel paese, all’interno del quale è
presente la divisione dei poteri: la Corte Reale, in mano alla casata Sa’ud, detiene il controllo del
potere politico e riceve la benedizione divina da parte dei Wuahhabiti, i quali possono, invece,
continuare ad esercitare il potere religioso.
Secondo alcune indiscrezioni, infatti, lo scopo di tali provvedimenti è quello di accentrare tutte le
funzioni nelle mani del sovrano e indebolire il potere religioso.

Accanto al principe ereditario, un ruolo particolare viene rivestito da Saad Al-Jabri, ex poliziotto e
uno dei punti di riferimento dell’intelligence saudita sotto il potere del re Abdallah, diventato il
braccio destro di Bin Nayef, fratello di Salman e reale erede al trono della casata Sa’ud, per
scappare via dal paese per chiedere asilo politico in Canada nel 2017.
Al-Jabri avrebbe deciso, infatti, di raccontare la sua storia per salvare i suoi due figli, chiusi in
carcere, facendo emergere che bin Salman, nella sua opera di modernizzazione del paese, avesse
fatto catturare e torturare i familiari delle persone fuggite alle sue purghe per potere farle rientrare in
patria.

Le autorità americane hanno confermato che, nel Febbraio del 2018, 6 persone erano state fermate
perché sospettate di aver voluto agire per punire delle persone residenti sul territorio canadese,
immediatamente rimpatriandole.
Nell’intervista del broadcast ”60 minutes”, Al-Jabri descrive bin Salman come un uomo crudele,
sociopatico e che era giunto all’attenzione dei servizi segreti perchè sospettato di aver tentato di
avvelenare il precedente re al fine di favorire l’ascesa al trono di suo padre Salman.
Le dichiarazioni dell’ex poliziotto non sono state le uniche a denunciare le azioni del principe ed
evidenziano come l’Arabia Saudita sia un paese che mostra notevoli perplessità circa il reale
rispetto dei diritti umani.

Simone Cartarasa

Simone Cartarasa è studente dell'Università ''Alma Mater Studiorum'' di Bologna, dove frequenta Giurisprudenza. Nasce a Caltanissetta l'11 Giugno 1999, ha vissuto sino all'età di 8 anni a Nuoro, dove coltiva la sua passione per il calcio, per poi fare ritorno alla sua città natale con la sua famiglia. Si forma presso il Liceo Scientifico ''A. Volta'' e, successivamente, si trasferisce a Bologna per gli studi giuridici. Nel 2017 viene selezionato tra i candidati per una visita formativa al Parlamento Europeo di Bruxelles guidata dall'On. Ignazio Corrao, membro della Commissione per lo Sviluppo e dell'Agricoltura. Nel 2019 viene altresì selezionato per partecipare all'udienza pubblica della Corte Costituzionale del 23 Ottobre relativa al Caso Cappato. 

Rispondi