Isisk

Il più grave attentato degli ultimi 10 anni verso i militari USA è una vittoria mediatica spettacolare per l’Islamic State Khorasan Province (Iskp o ISIS-K). Ma il doppio attentato all’aeroporto di Kabul, che ha provocato la morte di quasi 200 civili afgani e 13 militari americani, era ampiamente previsto da diversi servizi d’intelligence e non sarà l’ultimo. Per capire cosa sta succedendo bisogna però comprendere cosa sia esattamente questo gruppo terrorista e i reali rapporti delle forze in campo. I primi adepti dell’ISIS-K  furono alcune centinaia di pakistani, il leader era Hafiz Saeed Khan, membro di Tehrik-e Taliban Pakistan (TTP), che nel 2015 giurò fedeltà a Abu Bakr al Baghdadi, allora leader dell’ISIS in Siria e Iraq, che a sua volta tentava di espandersi in Asia. L’ ISIS-K in quel periodo non reclutava solo dai villaggi, dalle moschee e madrase ma anche dalla classe media urbana e dalle università, in particolare docenti di diritto islamico e studenti dell’Università di Kabul. Negli anni successivi riuscì a scacciare i talebani dai distretti di Nangarhare e dalle province di Khorasan, Helmand e Farah. Si rafforzò poi ulteriormente legandosi al Movimento islamico dell’Uzbekistan (IMU) quando anch’esso promise fedeltà all’ISIS. 
Il contrasto tra Talebani e ISIS-K, tutte e due di estrazione sunnita e salafita radicale, nasce dal fatto che i talebani, di etnia Pashtun, vengono considerati un gruppo islamico non “puro” e che per di più traffica droga. Ma la loro rivalità si è alimentata anche perché i primi collaborarono con al Qaida, nemica dell’ISIS in Siria. Inoltre, per contrastare l’avanzata dell’ISIS-K, i Talebani iniziarono a dialogare con le forze americane segnalando le posizioni di questi nei vari distretti Afghani. Dialogo che proseguì negli anni grazie anche alla mediazione del Qatar e che raggiunse il suo apice con l’accordo di Doha nel febbraio 2020. Questo, concluso durante la presidenza Trump, prevedeva i ritiro delle truppe USA entro aprile 2021. Di fatto questo evento portò alla legittimazione politica dei Talebani e quindi alla successiva e già programmata vittoria nell’agosto 2021. Ma la colpa di aver collaborato con il demone straniero non poteva andar bene ai militanti jihadisti, frange di gruppi salafisti radicali si sono spostate sempre più verso l’ISIS-K per poter mettere in pratica la legge della sharia e la jihad, la guerra santa, contro il nemico occidentale e soprattutto statunitense. Oggi secondo l’Onu l’ISIS-K, guidato dall’arabo Shahab al Muhajir, può contare su 2.200 miliziani nella provincia di Kunar, al confine con il Pakistan. Sono pashtun, pakistani, disertori afghani, estremisti uzbeki, reduci dell’ISIS, uomini provenienti dal Tagikistane Uzbekistan e dalla Rete Haqqani, che negli anni ha sviluppato molta esperienza nella guerriglia urbana con diversi attentati all’attivo proprio a Kabul. L’inasprimento delle tensioni tra le varie fazioni, se non una vera e propria guerra civile, è alle porte e nel frattempo le rappresaglie statunitensi non si sono fatte attendere, alcuni leader dell’ISIS-K sono stati uccisi, ma il rischio di rimanere ancora una vota coinvolti in un conflitto non proprio e creato ad arte è seriamente concreto.
L’11 settembre 2021 il presidente statunitense Biden parlerà alla nazione in commemorazione del ventennale all’attacco delle torri gemelle. Sperava di poter raccontare una vittoria americana ma non potrà che constatare che questa guerra al terrorismo ha portato non solo più guerra, ma anche a più terrorismo

Tratto da “La Ragione”.

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

Rispondi