Nel 2034 potrebbe scoppiare la terza guerra mondiale?

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Nel 2034 potrebbe scoppiare la terza guerra mondiale? WIRED, il magazine americano dedicato all’innovazione e alle tecnologie – una rivista che studia come le tecnologie emergenti influenzino la cultura, l’economia e la politica – ha cominciato a pubblicare in sei puntate fino al 2 marzo un estratto del nuovo romanzo dello scrittore Elliot Ackerman e dell’ex ammiraglio James Stavridis, l’ex comandante supremo delle Forze alleate della Nato, che ipotizza, in una fiction ben orchestrata, una escalation militare tra gli Stati Uniti e la Cina proprio nel corso del 2034.  Ricco di complicate provocazioni e reazioni su più fronti che si svolgono in un universo immaginario in cui le calotte polari sono solo dei gusci e Mike Pence è stato presidente per un solo mandato, il romanzo, che si intitola «2034: A Novel of the Next World War», sembra spaventosamente verosimile.

“WIRED è sempre stata una pubblicazione sul futuro – sulle forze che lo plasmano, e sull’aspetto che vorremmo assumesse – scrive la redazione – a volte, per noi, ciò significa essere degli incrollabili ottimisti e immaginare gli scenari che più ci entusiasmano. E a volte questo significa fare uno sforzo enorme per immaginare gli scenari futuri che vogliamo evitare  davvero, sul serio. L’auspicio, rendendo chiare e nitide queste traiettorie da incubo, è che si possa dare alle persone la capacità di riconoscerle e di cambiare direzione. Praticamente, più o meno allo stesso modo in cui un vaccino insegna al sistema immunitario da cosa proteggersi. E questo è quello che questo numero di WIRED cerca di fare”. 

Nel corso degli ultimi anni, le relazioni tra gli Stati Uniti e la Cina si sono deteriorate. Ed è improbabile che migliorino rapidamente. Anzi, è verosimile che al di là delle relazioni economiche le tensioni di politica estera e di sicurezza continuino a crescere tra Pechino e Washington. 

Viviamo in una fase storica in cui una potenza a lungo dominante (gli Stati Uniti) deve fronteggiare una potenza emergente (la Cina). Fu proprio Xi Jinping, qualche anno fa, a evocare la trappola di Tucidide, sostenendo che Stati Uniti e Cina avrebbero dovuto fare tutto il possibile per non cadervi dentro. Resta il fatto che quando una potenza emergente minaccia di spodestare quella dominante, il risultato più plausibile è la guerra: questa è la dinamica, la «trappola» appunto, che scandisce da sempre la storia. 

A proposito della guerra del Peloponneso, che devastò l’antica Grecia, lo storico Tucidide spiegò che furono l’ascesa di Atene e la paura che la sua scalata instillò in Sparta a rendere la guerra inevitabile. Come ha chiarito il professore emerito di Harvard Graham Allison in un bel libro di qualche anno fa («Destinati alla guerra. Possono l’America e la Cina sfuggire alla trappola di Tucidide?») che ha indagato le diverse sfaccettature della contesa tra Stati Uniti e Cina, da cinquecento anni a questa parte tali condizioni si sono ripresentate sedici volte; e in dodici casi hanno portato a una conclusione violenta. Allison ha spiegato anche come in passato una prudente e ingegnosa arte di governo sia riuscita a evitare la guerra, e quali dolorosi passi siano oggi necessari per evitare il disastro; e si tratterà di trovare qualche forma di “competizione strategica gestita”, che possa definire anche una cornice per i paesi terzi. A questo punto, tuttavia, i due paesi non sono solo concorrenti strategici ed economici; hanno anche iniziato a dividersi in sfere tecnologiche sempre più separate, trasformando la corsa alle innovazioni nell’intelligenza artificiale, nel calcolo quantistico e nelle armi informatiche in quello che potrebbe diventare un gioco a somma zero. E non sparirà neppure la politica ipernazionalista, perché “si tratta di qualcosa che ci divora”. 

La redazione della rivista americana racconta che qualche tempo fa, discutendo con Elliot Ackerman, è venuta a sapere che lo scrittore e romanziere stava finendo un romanzo, scritto a quattro mani con l’ammiraglio James Stavridis, che cerca di immaginare in che modo le attuali condizioni politiche e tecnologiche potrebbero sfociare in una guerra tra gli Stati Uniti e la Cina. 

Ackerman, che ha scritto cinque romanzi e un libro di memorie, ha prestato servizio in cinque missioni come Marine in Iraq e Afghanistan ed ha alle spalle un mandato come membro della Casa Bianca durante l’amministrazione Obama

Stavridis, invece, ha comandato flotte di cacciatorpediniere, il gruppo di battaglia di una portaerei e il Comando Sud degli Stati Uniti prima di prestare servizio come comandante supremo delle Forze alleate della NATO dal 2009 al 2013; in seguito è diventato preside della Fletcher School of Law and Diplomacy alla Tufts University. Si tratta di due autori che si occupano di sicurezza nazionale; e nessuno dei due brama una guerra con la Cina.

Stavridis ha poi spiegato alla rivista che per scrivere il romanzo ha tratto ispirazione dalle opere di narrativa uscite nel corso della Guerra fredda. Forse, ha detto, uno dei motivi per cui quel conflitto non è deflagrato in una Terza Guerra Mondiale ha a che fare con il fatto che moltissimi autori hanno lavorato meticolosamente per immaginare lo scenario peggiore, per rendere l’impensabile il più possibile vivido e incisivo. Chi non ricorda «The Day After» del 1983, il film per la TV più visto di tutti i tempi, che descriveva minuziosamente le conseguenze della guerra nucleare in una città del Kansas? È stato visto da 100 milioni di americani, tra cui il presidente e i capi di stato maggiore. Il libro di Ackerman e Stavridis, un lavoro estremamente ben informato, si propone perciò di lanciare un identico incantesimo contro il «sonnambulismo» che potrebbe condurre ad una guerra con la Cina. 

“L’idea di fondo di questo libro con Elliot è che un brutto esempio potrebbe aiutarci a stare alla larga da qualsiasi evento del genere” dice Stavridis. 

Quindi WIRED ha deciso di fare “qualcosa di insolito”: pubblicare un estratto del libro. “Consideratelo un altro vaccino contro i disastri. Per fortuna, questa dose non causerà una febbre temporanea; e si dà il caso che sia una splendida lettura. Si scopre che perfino un sogno angoscioso può essere eccitante, specie quando il futuro che ci emoziona di più è quello in cui quegli incubi non si avverano mai”.

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