“Prozac” un libro di Andrea Pamparana

In Italia i dati epidemiologici parlano di tre milioni di persone affette da depressione. L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che nel 2020 la depressione occuperà il secondo posto tra le malattie più gravi e invalidanti in tutto il mondo. Siamo di fronte a dati da pandemia e bisogna anche considerare i costi che la depressione comporta per la società, costi che sono superiori a quelli di qualsiasi altra patologia, eccetto le malattie cardiovascolari. 

Il libro “Prozac” affronta un tema che riguarda quindi milioni di individui: donne, uomini, adolescenti che raccontano casi di depressione. Gente comune che hanno scritto a “L’indignato speciale”, rubrica di RTL 102.5 ideata dall’autore del libro, come anche storie di personaggi noti e famosi. Hemingway, che si è suicidato nonostante fosse un uomo di talento, ricco, famoso, adorato dalle donne e vincitore di un Nobel per la letteratura; Robin Williams, attore poliedrico, divertente, famoso, anche lui morto suicida.

L’uomo moderno non vuole più soffrire, o meglio non accetta come dignitosa la sofferenza basata su un malessere, su disturbi che non si possono toccare, palpare, esportare chirurgicamente. La depressione al microscopio non la vedi, come è invisibile alla Tac, alla più sofisticata tecnica radiologica, anche se con l’evoluzione tecnologica  l’imaging cerebrale sta migliorando di anno in anno. Tutto questo rende la malattia insidiosa e stigmatizzata da pregiudizi che favoriscono lo sviluppo di questo male sottotraccia, volutamente reso il più possibile invisibile alla società. 

L’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2001 ha introdotto lo slogan: «Contro il pregiudizio, il coraggio delle cure». Eppure ancora oggi molti cittadini, uomini, donne e sempre più giovani, soffrono in silenzio, nella  scarsa capacità di affrontare le problematiche da parte del cosiddetto medico di base e delle istituzioni. 

Anche la terapia per questa patologia non ha le caratteristiche delle altre patologie organiche. Questa si applica con prodotti chimici, di cui appunto il Prozac è il capostipite dei farmaci antidepressivi, fino ad arrivare ai trattamenti cognitivo comportamentali. Si perché anche se la depressione è una patologia a base biologica, come riportano i dati scientifici, non significa però che non ci sia spazio per la terapia della parola. Fin dai primi anni Novanta la disponibilità di farmaci antidepressivi di seconda generazione ha certamente favorito il loro uso nel trattamento dei disturbi dell’umore grave, anche se questi hanno poca probabilità di essere più efficaci del placebo nella depressione lieve. La  tristezza e la demoralizzazione ad esempio non risentono  della loro azione terapeutica di questi farmaci. 

L’obiettivo del libro “Prozac” è quindi far parlare e far parlare di un male oscuro quanto pericoloso. Prozac è la fotografia di un mondo reale scattata da un cronista del disagio.

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

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