Perche il #coronavirus è più pericoloso per gli uomini che per le donne

Sostanzialmente nel tempo non si nota una prevalenza di contagi fra uomo e donna. Si contagiano in maniera uguale. Il dato importante invece è la prevalenza di mortalità che resta ampiamente sbilanciata dalla parte degli uomini. È stato chiaro fin da subito come il coronavirus provocasse danni maggiori ai maschi. Questa differenza di genere si è vista anche per l’epidemia del 2003, quella della SARS, non è dunque un dato nuovo. Gli uomini mostrano una sintomatologia peggiore, quindi un maggiore aggravamento delle condizioni generali di salute. La spiegazione di questo può essere sia molecolare che ormonale.

Il Covid-19 entra nelle cellule sfruttando un enzima che si chiama ACE2 presente sulla superficie cellulare. L’attuale coronavirus riesce a sfruttare questa proteina per iniettarvi all’interno il suo codice genetico (RNA) e sfruttare così i meccanismi cellulari per produrre nuovi virus che, dopo essere usciti “rompendo la cellula-mamma”, infettano così altre cellule riproducendo lo stesso meccanismo e facendo aumentare l’infezione virale. La porta ACE2 è regolata diversamente tra soggetti di sesso femminile e maschile. Questo enzima si è visto essere molto più espresso nella popolazione maschile rispetto a quella femminile. Quindi il virus nell’uomo trova più porte per entrare nella cellula.

Per quanto riguarda l’aspetto ormonale e da considerare che il testosterone, l’ormone tipico dei maschi, sembra attivare il sistema ACE2 e quindi spalancare le porte all’ingresso del virus e all’infezione; invece gli estrogeni bloccano il sistema ACE2, un’attività che riprende in menopausa proprio quando nella donna si ha un calo della componente estrogenica. Quindi la donna ha meno “porte” che il virus può utilizzare per entrare e queste “porte” sono maggiormente chiuse. Per continuare sull’aspetto ormonale è da considerare che testosterone è un ormone con capacità di immunosoppressione, mentre gli estrogeni sono immunostimolanti.

Le ricerche dimostrano che le donne godono, almeno fino all’insorgere della menopausa, di una “protezione” naturale data dagli estrogeni, che concedono meno malattie cardiovascolari e aumentano le risposte del sistema immunitario. Nell’infezione da covid-19 l’aspetto ormonale sembra però meno importante di quello molecolare. Durante la menopausa gli estrogeni sono meno presenti, se questi ormoni avessero un peso rilevante, la letalità tra le donne con COVID-19 non dovrebbe differenziarsi sensibilmente da quella degli uomini. Invece anche le donne anziane si mostrano meno soggette agli effetti del coronavirus, una circostanza rilevata in tutti i paesi. In Italia, per esempio, nella fascia di età tra i 70 e i 79 anni il tasso di letalità degli uomini è del 30 per cento circa, contro il 17 per cento delle donne.

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

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