#CORONAVIRUS IN ESTATE, cosa possiamo aspettarci.

Prima di tutto sappiamo che il #Covid19 si concentra prevalentemente nel tratto respiratorio umano e non nel sangue che la zanzara aspira durante la puntura. Il coronavirus poi, come Hiv e Ebola, non è in grado di sopravvivere all’interno della zanzara, albergare quindi nelle ghiandole salivari e venire inoculato alla puntura successiva. Questo perché l’enzima anticoagulante (che la zanzara utilizza per aspirare il sangue più facilmente) denatura e distrugge l’involucro (capside) del virus.

Sopravvivenza al caldo? Sono molti i virus respiratori che si affievoliscono con l’estate. Secondo l’ultimo rapporto tecnico dell’Istituto superiore di sanità il Coronavirus può essere rilevato “fino a sette giorni a 22 gradi, o fino a un giorno a 37°C. Dopo 30 minuti a 56°C e dopo 5 minuti a 70°C”.

Il coronavirus però contagia dovunque (è una pandemia) anche se ci sono alcuni studi che convergono sull’ipotesi che il COVID-19 preferisca un clima fresco e asciutto rispetto a Paesi con clima caldo e umido. Gli studi però sono “osservazionali”. Come si evidenzia dalla foto il 90% dei contagi di COVID-19 sarebbe avvenuto finora in un intervallo specifico di temperatura compreso tra i 3 e i 17 °C, e a un livello di umidità assoluta tra i 4 e i 9 g/metro cubo. Le aree geografiche che tra gennaio e marzo hanno avuto temperature medie superiori ai 18 °C contano oggi, complessivamente, meno del 6% dei casi totali. Per fare un esempio in USA, gli Stati meridionali come Florida, Arizona e Texas stanno assistendo a un’avanzata di COVID-19 più lenta rispetto agli Stati più settentrionali di Washington, New York e Colorado. Anche in Italia il sud sembra essere meno colpito del nord dal Covid-19. Bisogna segnalare però che altri studi negano una dipendenza tra la temperatura atmosferica e la trasmissione del virus.

È possibile però che in estate ci sia un rallentamento dell’infezione ma questo può essere legato semplicemente al fatto che nella bella stagione i contatti possono avvenire più spesso all’aperto. In ogni caso, benché un rapporto della Commissione economica delle Nazioni Unite per l’Africa avverte che la pandemia in questo territorio può fare 3,3 milioni di vittime (in gran parte per carenze sanitarie) potrebbe essere più difficile una diffusione pandemica del virus in paesi equatoriali e tropicali.

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

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