Ricchezza, libertà & Sanità

Invece lo abbiamo vissuto sul serio: le città del mondo deserte. Che poi non è neanche vero che è tutto fermo. Buona parte dei lavoratori e delle aziende sono rimasti attivi. Ma ritrarre New York o Parigi, Roma o Londra, in pieno giorno e senza un passante supera i confini della nostra immaginazione di prima. Nonché quelli della realtà di poi. Tutti in un quadro di De Chirico, non lo avrebbe immaginato neanche lui.

Taluno ha sostenuto che si deve scegliere fra salute e ricchezza. Grosso errore: il mondo dove c’è più salute è quello ricco, la salute e la ricchezza sono sorelle inseparabili. Naturalmente non ci si deve giocare l’una per l’altra, ed è l’equilibrio il compito della politica. In emergenza contagi, ma non solo in quel momento.

Inoltre: potremmo sospendere le regole della privacy e utilizzare i terminali di telecomunicazione, a cominciare dai telefoni cellulari, oppure le telecamere per strada al fine di tenere costantemente sotto controllo chi si sposta e cosa fa, in modo da tracciare chi può diffondere il contagio e meglio difenderci dalla sua troppo veloce diffusione? Quesito complicato.

Istintivamente la risposta sarebbe affermativa. Perché a fin di bene. E chi si rende conto delle controindicazioni aggiunge: temporaneamente. Già, perché quello sarebbe un controllo talmente invasivo e potenzialmente distruttivo della libertà personale da superare quanto immaginato da George Orwell nel suo “1984”. Quindi la risposta potrebbe ben essere: no. Epperò noi sappiamo che l’uso fraudolento dei nostri dati (si pensi al caso di Cambridge Analytica) già è in atto, sicché si tratterebbe di rinunciare al lato utile tenendosi quello criminale. Così il quesito resta sospeso, almeno per chi ha scienza e coscienza.

Una cosa dobbiamo dirla subito, prima che si cominci: quei dati devono essere disponibili solo ed esclusivamente per la salute. Tracciare chi è infetto o chi si scopre esserlo e risalire ai contatti dei giorni precedente deve servire solo ed esclusivamente a tutelare la salute pubblica. Non si venga poi a tirare in ballo la mafia, i riciclaggi o quale che sia faccenda: quei dati non dovranno mai essere disponibili per altro. Altrimenti il baratto di salute e libertà diventa troppo pericoloso per la seconda.

Quelle strade, però, voglio che suggeriscano una cosa: la libertà personale non fa venir meno responsabilità e ragionevolezza; quello che abbiamo sperimentato non è il futuro, semmai vogliamo che sia velocemente passato. Dopo di che sarà la vita a vincere. Ricchezza, libertà e sanità non devono divorziare. Mai.

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