L’Unione Europea frena sulle criptovalute. Decisione saggia o anacronistica?

$ 100, affare, banca

Una scelta che ha scatenato opinioni contrastanti nel mondo della finanza. Si potrebbe infatti sostenere che l’Unione stia apertamente cercando di contrastare un soggetto economico specifico, ovvero Facebook; la multinazionale americana ha infatti appena lanciato il suo progetto di criptovaluta, denominato Libra.

Le schermaglie fra i giganti del web e le autorità dell’Unione sono all’ordine del giorno, ma in questo caso la posta in gioco potrebbe essere molto più saliente. Uno stop alle criptovalute potrebbe impedire al vecchio continente di tenere il passo con Stati Uniti e Cina nella frenetica lotta per la sopravvivenza digitale. Sembrerebbe inspiegabile ed in controtendenza la decisione dell’UE: si vuole forse combattere il progresso e non sfruttare le occasioni che il digitale offre? No, la situazione non è certo così semplice, senza un adeguato controllo da parte dello Stato, vi sono rischi non banali da tenere in considerazione.

Il valore delle criptovalute – come del resto di tutte le valute – si fonda sulla fiducia che investitori e consumatori hanno nei confronti delle stesse: siamo certi che si possa fare più affidamento su un sistema diffuso di creazione di “moneta” o su aziende private come Facebook, rispetto alle Banche Centrali? Il tema della fiducia è chiave: senza una forte autorità dietro alla creazione di una criptovaluta, è possibile che essa possa essere soggetta ad un’altissima volatilità, e quindi inflazione. Infine, una tematica sollevata da alcuni ricercatori riguarda l’impossibilità di utilizzare la politica monetaria a supporto dell’economia reale, in un ipotetico mondo dominato dalle criptovalute. Come detto, il ruolo delle Banche Centrali sarebbe notevolmente ridimensionato e quindi la capacità di influenzare l’economia tramite espansioni o contrazioni della base monetaria sarebbe prossima allo zero. Possiamo immaginare un’Unione Europea senza politica monetaria? Evidentemente no. 

Dunque, è ancora presto per poter lasciare mano libera a bitcoin, libra e similari. La decisione del Consiglio può dirsi saggia nel salvaguardare i cittadini europei. E tuttavia, la tendenza del mondo economico-finanziario volge sempre più in favore delle criptovalute. Riuscire a sfruttarle in maniera efficace potrebbe rivelarsi un asset chiave per le economie avanzate. Evidentemente, per l’UE la via migliore è quella di regolamentarle il più possibile in un’ottica di tutela dei consumatori. Ma la vera soluzione a tutti i rischi potrebbe essere l’emissione diretta di criptovalute da parte della Banca Centrale Europea, anche se ciò comporta un cambio di normativa ed un ingente investimento da parte dell’UE. Ma, certamente, questo garantirebbe accountability politica e controllo centralizzato, con un conseguente aumento della fiducia degli attori economici verso la moneta virtuale.

Potrebbe essere questo il futuro dell’Euro? 



Piero Lorenzini

Mi sono laureato in Affari Internazionali presso l’Università di Bologna e presso la Johns Hopkins University, con focus in Affari Europei ed Economia Internazionale. Appassionato di politica, economia, giornalismo e di sport; nel tempo libero sono infatti un ciclista agonista che compete a livello nazionale ed internazionale. 

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