Giovanni Arena

Dopo i primi test con l’uso di matite colorate, acquerello e olio, utilizzate per lo studio degli spazi, delle prospettive, per individuare la corsa della luce sulle superfici e soprattutto delle ombre e delle luci, l’artista si è dedicato all’arte scultorea che da anni ormai è predominante espressione della sua creatività.

L’amore nei confronti del lavoro manuale dove tutte le parti del corpo sono attivate, il gettarsi fisicamente nei materiali come terracotta, legno, resine, acciaio e un’attenta e precisa progettazione mentale poi trasferita su carta, danno vita a sculture dall’altissimo impatto visivo. Alla base di tutta la poetica artistica di Giovanni è la continua ricerca del bello, armonia ed equilibrio. Le sue composizioni non sono frutto dell’istinto, ma seguono un preciso e meticoloso progetto di composizione. Le opere così divengono oggetti preziosi di lux e design dedicate ad attenti appassionati d’arte dal fine gusto estetico.

Le opere che si sviluppano consacrano la loro forma alla flora, fauna, moti del mare, vele, e si dividono in cicli dedicati così a terra, acqua e aria.

Il materiale più amato dall’autore è il Corian (composito avanzato di minerali naturali e polimeri acrilici): anche se di difficile lavorazione, egli riesce magistralmente a dominarlo. Le sculture in Corian richiedono un attento studio riferito al loro equilibrio a terra, hanno un’interessante traslucenza ed un’eccezionale malleabilità, lo scultore con questo materiale non si comporterà come lo scultore di legno o marmo, dove usualmente si toglie il materiale in eccesso, ma egli taglierà, assemblerà e modellerà i pezzi prescelti.

Il dettaglio farà successivamente la preziosità dell’opera di Arena e le sue sculture si arricchiranno così di smalti atti a delineare dei dettagli altrimenti poco visibili, incastonamenti di Swarovski che restituiranno una lucentezza e preziosità all’opera rendendola gioiello d’arredamento, foglia d’oro o innesti di luci a led con un’alternanza di colori che verranno assorbiti magicamente dal materiale e che inganneranno l’occhio a tal punto di far credere che il Corian assorba e impasti il colore della luce che lo accarezza.

La flora modellata vede principalmente sfilare fiori, cactus (un ricordo della Sicilia, terra natale di Arena), coralli, agave, palme, rose, orchidee, un giardino dell’eden dove vige l’idea di purezza, rispetto, delicatezza ed equilibrio. Le foglie delle piante o dei fiori seguono una naturale piegatura, un accostarsi armonioso una all’altra per elargire una composizione conclusiva indiscutibile, bilanciata ed estremamente leggera, cosicché il peso del materiale sembra affievolirsi e rimpolparsi d’acqua pulsando conseguentemente di intima vitalità.

Il gioco della luce e delle ombre, determinanti nella scultura, mette in risalto ancora una volta la maestria dell’autore. Queste due componenti sono il valore aggiunto all’opera perché le piegature, non eseguite a caso, si fanno accarezzare dalla luce e creano le ombre necessarie per accrescere ancor più l’attaccamento al realismo delle cose rappresentate.

Un filone molto interessante è quello dedicato alle vele e all’acqua: qui la sintesi si fa padrona della forma e il magister ludi del mare è il vento che accarezza le vele e che tormenta il loro tessuto mentre il mare si gonfia e fa correre sulla sua superficie avvolgente le barche. In questo ciclo Arena attiva tutta la sintesi del segno e né fa scultura raggiungendo risultati d’altissimo spessore artistico.

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