Mamma, dopo il linfoma di Hodgkin, grazie alla crioconservazione del tessuto ovarico

Una buona notizia per lei e per tutte le donne che devono affrontare le conseguenze della chemioterapia. È infatti la prima che, grazie al prelievo di tessuto ovarico, al reimpianto al termine della cura e, infine, alla fecondazione assistita – seguita al Sant’Orsola dalla professoressa Eleonora Porcu – oggi può stringere tra le braccia il suo bambino.

“Finora al Sant’Orsola sono circa 800 le pazienti oncologiche di cui si è crioconservato il tessuto ovarico in attesa della guarigione” spiega il professor Seracchioli, direttore del reparto di Ginecologia e Fisiopatologia umana del Sant’Orsola di Bologna. “E’ importante che oncologi ed ematologi parlino di questa possibilità alle pazienti” sottolinea la dottoressa Fabbri, responsabile della criobanca del Policlinico bolognese. Oggi, nel mondo, grazie a questa tecnica che richiede esperienza e attenzione sono nati 183 bambini. 

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