“LA RETE È UGUALE PER TUTTI” VERO. VERISSIMO. ANZI, NO.

GLI OSTACOLI CHE IMPEDISCONO DI RENDERE INTERNET ACCESSIBILE E ACCOGLIENTE PER TUTTI SONO ANCORA NUMEROSI. MENTRE SEMPRE PIÙ PERSONE ARRIVANO ONLINE, È NECESSARIO CHE AZIENDE, GOVERNI E LA SOCIETÀ CIVILE LAVORINO INSIEME PER SVILUPPARE MIGLIORI POLITICHE A BANDA LARGA E NUOVI MODELLI DI BUSINESS PER UN ACCESSO EQUO

L’inclusione digitale, o digital inclusion, mira a stabilire una condizione di uguaglianza legata all’accesso e all’utilizzo di Internet, al fine di combattere l’analfabetismo e ogni tipo di discriminazione, creando pari opportunità e attraverso una cultura basata sulla condivisione e l’innovazione.

La forza di Internet sta nella capacità dei suoi utenti di plasmare il Web stesso attraverso contenuti di ogni tipo e, di conseguenza, plasmare anche la società nella forma. Come la società, Internet si rafforza con ogni nuova voce, ogni nuovo contributo, ogni nuova creazione e idea proveniente dal consumer.

Oggi oltre tre miliardi di persone sono online. Sono più numerosi gli utenti nelle economie emergenti che nelle economie sviluppate, e questo è un grande passo verso l’aumento della diversità delle voci e delle opinioni sul web. I telefoni cellulari hanno reso l’accesso ad Internet semplice, immediato e alla portata di tutti, o quasi. Le tecnologie dinamiche e le comunità di hub di innovazione nei paesi in via di sviluppo si stanno espandendo per sviluppare servizi online e aziende che soddisfano le esigenze locali.

L’accesso universale a Internet nei Paesi meno sviluppati entro il 2020 è uno dei nuovi obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Innumerevoli politiche dovranno cambiare per ottenere miliardi di persone online in due anni, ma il vero progresso sta nel fatto che l’accesso a Internet ora si registri ampiamente come cruciale per lo sviluppo o, in alcuni contesti, come diritto umano. Si pensi, ad esempio, all’accesso all’enciclopedia online gratuita, in crowdsourcing, Wikipedia, che continua ad essere una fonte di conoscenza gratuita per un totale di 16 miliardi di pagine visualizzate al mese in 284 lingue.

Nonostante i grandi progressi nell’adozione di Internet in tutto il mondo, l’accesso non è equamente distribuito. Sono tantissimi gli ostacoli che impediscono che la piena diversità del mondo venga riflessa online e che limitano l’accesso a una consistente fetta della popolazione mondiale. Più della metà del mondo è ancora senza Internet, e anche le persone che hanno accesso possono essere limitate da fattori quali costi elevati, connessioni inaffidabili o censura. Diversi governi ne fanno un largo uso, in particolare su questioni di carattere politico e sociale. Nel 2016 ci sono stati 51 arresti volontari di Internet in 18 paesi, secondo AccessNow. Anche la lingua diventa un ostacolo, dal momento che il contenuto Web è prevalentemente in inglese. Si considerino, ad esempio, come lingue come Hindi, Urdu e Bangla siano difficili da scrivere su una tastiera di un computer standard.

Le persone che vivono in paesi più ricchi hanno un accesso molto maggiore, ed è ben documentato il divario di genere che sottolinea come l’adozione di Internet sia più limitata per le donne che per gli uomini in quasi tutte le parti del mondo.

Nel peggiore dei casi, Internet può rafforzare e esacerbare le iniquità, le divisioni e le pratiche discriminatorie esistenti e persino introdurre nuove minacce. Le molestie online sono una piaga in crescita, così come il cyberbullismo e l’hate speech, ovvero l’utilizzo di parole che hanno come obiettivo l’incitamento all’odio. Le donne, in particolare, sono obiettivi di discriminazione su una vasta gamma di piattaforme. Si pensi, ad esempio, agli stereotipi razziali nella pubblicità mirata, agli atteggiamenti aggressivi e ai frequenti riferimenti sessuali. Lo stesso vale per le minoranze, vittime di commenti razzisti, oggi più che mai. Ciò porta inevitabilmente alla sfiducia e nei confronti del Web come mezzo per contrastare le discriminazioni.

Gli ostacoli nel rendere Internet accessibile e accogliente per tutti sono numerosi e non saranno superati dall’attesa. Mentre sempre più persone arrivano online, è necessario che le aziende, i governi e la società civile lavorino insieme per sviluppare politiche a banda larga migliori e nuovi modelli di business per un accesso equo.

Servono nuove pratiche e incentivi per la creazione e la visibilità di contenuti locali e nuove possibilità che consentano agli utenti di giocare un ruolo più forte e attivo per quel che riguarda i contributi al Web, in qualsiasi lingua, formato o supporto che sia più rilevante a livello locale.

Infine, per coloro che minano online il rispettoso discorso civile, è necessaria una combinazione di azioni comunitarie e soluzioni tecnologiche. L’odio, il razzismo e il bigottismo possono essere battuti online, così come offline. L’obiettivo dell’inclusione digitale presuppone che l’essere connessi sia sempre positivo. Tutti abbiamo la responsabilità di garantire che questo sia vero.

Luana Targia

Luana Targia nasce a Palermo nel 1993. Studia lingue, e nel 2016 si laurea in Scienze della comunicazione per i media e le istituzioni all'Università degli studi di Palermo. L'incertezza per il futuro la porta a Londra per due mesi, dove lavora come ragazza alla pari e vive la Brexit in diretta. Torna a casa consapevole che non ci rimarrà per molto, e infatti pochi mesi dopo si trasferisce a Bologna per intraprendere il percorso di laurea magistrale in Comunicazione pubblica e d'impresa. Ama leggere e scrivere, è appassionata alle cause perse, ai diritti umani, alla lotta alla mafia. Probabilmente scrivere è l'unica arma che possiede. 

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