Mara Salvatrucha, la gang del terrore dal Salvador all’Italia

Si definiscono eserciti e arrivano dall’America latina. Si tratta delle pandillas (dallo spagnolo bande), gang di latinos che stanno terrorizzando le strade di molte città nelle quali si sono insediate, dall’America all’Europa. Milano, per esempio, è stata invasa da bande latino americane come racconta il quotidiano inglese The Independent. La Mara Salvatrucha o MS13 è sicuramente una tra le più famose e sanguinose. Omicidi, stupri, estorsioni, commercio illegale di droghe, aggressioni a colpi di machete sono solo alcune delle attività di questo gruppo. Definita dall’FBI come “la gang più pericolosa al mondo”, questa banda continua ad essere al centro delle notizie di cronaca, ormai da anni, per la violenza dei crimini commessi. In Italia, la Mara è tornata ad essere attuale dopo l’aggressione ai danni di due ferrovieri, feriti con il machete da tre membri di questo gruppo.

L’origine delle pandillas

La Mara Salvatrucha nacque negli anni Ottanta in California, quando la guerra civile nel Salvador costrinse molti giovani a scappare negli Stati Uniti. Questi emigranti, disadattati, emarginati e senza lavoro, iniziarono a riunirsi in gruppi facendo del legame etnico il valore più alto. L’emarginazione poi li ha spinti alla violenza e alle droghe. Una volta terminato il conflitto salvadoregno, il governo statunitense iniziò ad adottare politiche di tolleranza zero nei confronti degli immigrati, a partire dall’applicazione dell’IIRIRA del 1996. Questi giovani vennero così arrestati e deportati nel loro paese d’origine. In una terra ormai in piena crisi economica e devastata da anni di conflitti, come quella del Salvador, queste bande trovarono il terreno fertile per proseguire le loro attività criminali. Presto le gang, a causa di espulsioni, deportazioni e migrazioni iniziarono a diffondersi diventando una vera e propria piaga. Ad oggi, la Mara Salvatrucha è considerata un’organizzazione criminale con base nel Salvador ma con radici ben salde anche in in altri Paesi tra cui Stati Uniti, Canada, Spagna e anche Italia.

La Mara Salvatrucha: etimologia del nome

Esistono numerose teorie sull’origine del nome della MS13. La prima ipotesi è quella secondo cui il nome di questa gang significherebbe “gruppo di furbi salvadoregni”. Nel loro linguaggio infatti, la parola Mara significa gruppo, folla. Il termine Salvatrucha, invece, si compone di due parti:  salva che definisce le origini (El Salvador) e trucha che significa furbo, dritto. Non si può escludere però che la parola Mara sia l’abbreviazione di Marabunta, cioè un particolare tipo di formica, molto feroce, che divora qualunque cosa si trovi nel suo cammino, che bene rispecchia il modo di agire degli affiliati alla gang. Salvatrucho, invece, potrebbe significare “giovane combattente salvadoregno”. Si potrebbe dedurre, quindi, che Mara Salvatrucha potrebbe anche voler significare “Formica dell’Esercito Salvadoregno”.

Cieca lealtà

Ad oggi, El Salvador è considerato uno tra i paesi più pericolosi del mondo per numero di omicidi, completamente in balia della follia sanguinaria delle gang. Nell’America latina sono loro a dettare legge. Secondo il quotidiano La Opiniòn ,ogni giorno 300 salvadoregni migrano dal paese per scappare dalle maras. La MS13 è una tra le principali cause dell’alto tasso di violenza del territorio. Questa gang si compone per lo più di ragazzini poveri ed emarginati, che cercano nella gang una famiglia per la quale devono essere disposti a tutto. Per farne parte si deve superare una prova di coraggio: i maschi devono subire un pestaggio di gruppo mentre le ragazze uno stupro. Il machete e sicuramente l’arma che li contraddistingue oltre ai tatuaggi indicativi dell’appartenenza alla banda. Uccidono per il gusto di uccidere fin da giovanissimi, ma anche per il controllo del territorio e per i regolamenti di conti con le gang avversarie. A Milano, per esempio, nel 2008 una partita di calcio tra salvadoregni degenerò in scontro, a colpi di machete, tra membri della MS13 e della Mara 18.

MS13: una violenza che non ha fine

Il territorio salvadoregno continua ad essere teatro di guerriglie e morte tra gang. Nemmeno la tregua tra le due principali bande, MS13 e M18, pattuita nel 2012 grazie al sostegno della Chiesa Cattolica, è riuscita a risolvere questa piaga. In Italia, secondo Paolo Lisi, responsabile della sezione Criminalità Straniera della Polizia di Stato, i primi dati relativi alle pandillas risalgono al 2004 ma la situazione è diventata realmente pericolosa solo con l’arrivo della MS13. Nonostante i numerosi arresti dei membri della banda, compiuti dalla Polizia Italiana, la Mara continua a vivere e ad acquisire forza.

La mancata integrazione è centrale nello sviluppo di queste gang.  Per molti la pandilla è una famiglia da non tradire e, a quel punto, la lealtà diventa fondamentale. Mentre in Italia c’è chi richiede, per contrastare questo fenomeno, l’intervento dell’esercito, nel Salvador la situazione è fuori controllo. La Mara Salvatrucha è considerata talmente pericolosa che alcune carceri sono completamente autogestite dai membri della gang. Senza un programma di prevenzione, interventi nel sociale e un’azione decisiva da parte dei governi, l’America Latina continuerà ad essere un luogo dove il tempo è scandito da raffiche di mitra e colpi di machete e gli affiliati alla MS13 continueranno a crescere e a diffondersi, tutti indirizzati verso un unico destino: il carcere o la morte.

Serena Bolzonella

Mi chiamo Serena Bolzonella, sono nata il 02-06-1993 a Camposampiero. Ho frequentato il Liceo Scientifico ed ora, studio all'Università di Padova. Mi interesso prevalentemente di cinema, attualità e problemi sociali. Per me, il termine "diritti umani" indica un macro- contenitore, dove poter inserire tutti quei diritti riconosciuti e garantiti ad ogni essere umano. Non solo. A questi bisogna aggiungere quei diritti che sono sottovalutati e quelli che, invece, sono oggetto di violazione. Per me "i diritti umani" sono un monito che ci ricorda che dobbiamo continuare ad agire affinché questi diritti diventino, effettivamente, di tutti. 

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