Turismo sostenibile: sì viaggiare, con rispetto

Il concetto di turismo sostenibile è nato negli anni Ottanta e mira a soddisfare i bisogni dei viaggiatori e delle popolazioni ospitanti, senza danneggiarle in alcun modo e, anzi, favorendo e proteggendo le opportunità per il futuro. Significa viaggiare facendo attenzione alle tre E: Ethics, Economy ed Environment, osservando attentamente l’impatto etico, economico e ambientale e, quindi, viaggiare nel pieno rispetto della cultura ospitante e dell’ambiente naturale, scegliendo di arricchire l’economia del Paese in modo che la popolazione ne tragga un reale vantaggio. Spesso si confonde con il turismo responsabile, la cui differenza è davvero minima. Infatti, se il turismo sostenibile si concentra di più sull’impatto ambientale, il turismo responsabile valorizza l’impatto etico sulla popolazione e sulla cultura locale, con un occhio di riguardo anche sullo sviluppo economico del Paese ospitante. Due concetti che oggi hanno lo stesso peso, dal momento che si fa attenzione sia all’impatto ambientale che a quello etico ed economico, nel pieno rispetto della cultura locale.

La parola chiave del viaggio sostenibile e responsabile è, quindi, rispetto. Rispetto verso il luogo che si intende visitare, la popolazione ospitante con la propria cultura e le proprie tradizioni, verso l’ambiente e l’economia locale. L’idea è quella di contrastare i danni di cui si rende colpevole il turismo di massa dilagante, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo in cui il turismo deve essere un’opportunità piuttosto che un altro potenziale disastro con cui fare i conti. Il turismo è e deve essere solo opportunità, anche nel caso in cui si tratti di un Paese non in via di sviluppo. Il motivo è molto semplice: una vacanza non è solo una via d’uscita dalla quotidianità o un’occasione per visitare luoghi bellissimi, lontani e vicini. È anche e soprattutto accoglienza e condivisione di valori e tradizioni, un incontro fra due culture spesso totalmente diverse l’una dall’altra, e l’unico modo corretto per affrontare le differenze è il rispetto e l’apertura. Solo con queste premesse il viaggio diventa sinonimo di arricchimento.

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Turismo sostenibile: come fare?

Spesso non si ha la minima idea delle scelte da fare per intraprendere un viaggio che rispetti l’ambiente, la popolazione e l’economia di un Paese, e lo si considera quasi un turismo di nicchia, per pochi avventurieri. Si tende a prediligere soluzioni del “tutto compreso” classiche del turismo di massa, più semplici e alla mano, ma che non tengono conto dell’impatto che il soggiorno potrebbe avere. Invece non solo un viaggio sostenibile può essere adatto anche ai meno avventurieri, ma è anche più semplice di quanto si pensi, basta solo qualche accorgimento.

Come si fa, dunque, a fare le scelte giuste? Ci sono delle semplici regole che garantiscono un viaggio sostenibile. La prima è sicuramente quella di preferire delle strutture alberghiere sostenibili, che prediligano cioè la valorizzazione del territorio e la tutela ambientale evitando lo spreco di risorse energetiche. Il riciclo e il riutilizzo sono infatti pratiche molto importanti che devono essere attuate anche e soprattutto dal turista, oltre che dalla struttura. Fondamentale, in questo senso, è la scelta di tour operator che davvero prendano in considerazione questa tipologia di turismo, lontano dall’ottica della moda del momento. Un tassello importante è quello di scegliere mezzi di trasporto sostenibili, come auto elettrica, bici o treno, anche se, ovviamente, l’aereo a volte è davvero necessario per coprire distanze piuttosto lunghe. Scegliere prodotti locali e a chilometro zero aiuta la crescita dell’enogastronomia locale e lo sviluppo economico, oltre a favorire la completa esplorazione del posto ospitante. E chi ha detto che la tecnologia è totalmente fuori delle soluzioni per un viaggio sostenibile? Ci sono alcune app, mappe interattive , guide e siti web che condividono con chi le utilizza informazioni pratiche relative agli itinerari da percorrere, alle tappe in cui soffermarsi e alle strutture più sostenibili in cui soggiornare con annesse informazioni su prodotti tipici del luogo, caratteristiche naturali e culturali.

Il rispetto degli stili di vita locali e della cultura del luogo è, come detto, un requisito fondamentale. La chiave è aprirsi in un dialogo continuo, senza pregiudizi, che arricchirà di sicuro il viaggiatore in un continuo scambio di idee e culture. Spesso, specie nei Paesi in via di sviluppo, questo scambio è sottovalutato. Si pensa che le popolazioni più povere non siano in grado di dare nulla, al contrario degli occidentali che vivono in Paesi economicamente più sviluppati. Nulla di più falso. Lo scambio culturale va oltre le possibilità economiche, prescinde dalla ricchezza materiale, basandosi esclusivamente su quella interiore fatta di cultura, arte, tradizioni, sorrisi. Un esempio pratico si trova in Ghana, al A&Y WildCampGhana Aflasco, situato in un villaggio di pescatori, sotto la supervisione di una coppia ghanese e italiana. Qui si può esplorare una parte del Ghana che difficilmente si trova negli itinerari programmati, immersa nella natura, tra la laguna e l’oceano Atlantico. Le stanze sono costruite con materiali locali nel pieno rispetto della natura circostante e della semplicità, i letti sono fatti di bambù, il cibo è fatto a mano, l’ambiente è totalmente autentico e naturale. Così com’è autentica la povertà degli abitanti del villaggio, tanto che la coppia che gestisce il WildCamp organizza giochi, esercizi, corsi di disegno, di lettura, d’inglese per bimbi dai 7 agli 11 anni che abitano lì, in modo da supportare e incoraggiare la socializzazione e la condivisione. Provvedono anche, quando possono, a fornire loro del cibo. Questo è un ottimo esempio di come si può coniugare il turismo allo sviluppo del luogo ospitante, senza che questo ne risenta negativamente.

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Un’immagine del Wild camp Ghana

Un tipo di turismo sostenibile e responsabile è quindi possibile. Non a caso il 2017 è stato nominato dalle Nazioni Unite l’Anno internazionale del turismo sostenibile per lo sviluppo, con l’obiettivo di favorire le economie in difficoltà. E per chi non vuole allontanarsi, ci sono diverse alternative anche sul territorio: trekking in Sardegna nella gola di Gorropu, immergersi nel meraviglioso verde del parco dei Nebrodi in Sicilia, montare in sella negli itinerari del Salento. Insomma, tutto quello che si deve fare è scegliere una meta, mettere in valigia vestiti e voglia di condivisione, e andare via per assaporare un’esperienza che restituirà più di quanto ha preso. La cosa importante, come sostiene Alastair Fuad-Luke, autore del libro “Eco-travel handbook”, è solo una: divertirsi, non distruggere.

 

Luana Targia

Luana Targia nasce a Palermo nel 1993. Studia lingue, e nel 2016 si laurea in Scienze della comunicazione per i media e le istituzioni all'Università degli studi di Palermo. L'incertezza per il futuro la porta a Londra per due mesi, dove lavora come ragazza alla pari e vive la Brexit in diretta. Torna a casa consapevole che non ci rimarrà per molto, e infatti pochi mesi dopo si trasferisce a Bologna per intraprendere il percorso di laurea magistrale in Comunicazione pubblica e d'impresa. Ama leggere e scrivere, è appassionata alle cause perse, ai diritti umani, alla lotta alla mafia. Probabilmente scrivere è l'unica arma che possiede. 

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