Le realizzazioni dell’artista sono inoltre arricchite da concetti filosofici ad esse associati, e invita il fruitore a riflettere. Negli anni Ottanta, Prevedello raggiunge il livello espressivo desiderato, ma l’incontro con il Prof. B. Bedi e la Filosofia Acquariana hanno rappresentato per lei una determinante rivoluzione artistica. Da quel momento l’anima dell’autrice si apre alla pittura psichica. La pittura della Prevedello è avvolta dal silenzio, grazie al quale lei è in grado di percepire il profondo dialogo interiore. Come sostiene Schopenhauer, la pittura oltre che rappresentare la bellezza e la grazia si porta ad un livello superiore rendendo visibile: “Il carattere spirituale dell’individuo quale si traduce negli affetti, nelle passioni e nelle azioni e reazioni scambievoli tra l’intelligenza e la volontà”. La stessa riconduzione delle espressioni artistiche all’unità del soggetto e al suo ruolo di artefice, sposta l’attenzione sull’interiorità, su ciò che Kandinsky chiamerà “das Geistige in der Kunst”. In quanto il pittore grazie alla propria espressione artistica esprime e comunica la propria spiritualità. È il linguaggio della conoscenza che traduce visivamente ciò che è possibile scoprire della natura e dell’uomo, del mondo esterno e della nostra interiorità che si manifesta sensibilmente. Essendo arte del silenzio quella della Prevedello, proprio da questo modo personale di fare arte, lei stessa dal silenzio fa nascere la parola e lì essa stessa incessantemente ritorna. “Nella vita, come nell’arte, è difficile dire qualche cosa che sia altrettanto efficace del silenzio”. Basta leggere questa frase del filosofo austriaco Ludwig Wittgenstein, uno dei più influenti della filosofia del ‘900, in cui segreti e silenzi si alternano ben oltre la diffusa consuetudine dell’universo dei simboli. Nell’opera della Prevedello però il silenzio è una volontà personale atta ad esprimere la sua dedizione e la sua unificazione alla volontà spirituale. Difatti la forma più alta del silenzio è quella conseguita e mantenuta nella contemplazione. Basti pensare che sulla via religiosa e mistica la contemplazione è chiamata: “l’orazione di quiete”. La contemplazione è la forma più alta del silenzio. Il silenzio è la voce dello spirito che si esprime nel linguaggio dei saggi e l’autrice con il suo enorme lavoro introspettivo ogni giorno raggiunge stadi di saggezza sempre più elevati. Maria Carla riesce emblematicamente, attraverso le sue opere, a fondere l’uomo con l’anima della natura e avvicina la polarità umana a quella divina, accendendo così la fiamma della creatività.
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