Una donna per presidente

La candidata Anab Mohamed Dahir racconta il suo impegno e il suo auspicio per una Somalia libera dalle dittature e dai populismi

Anab M. Dahir

Sono certa che la gente desidera conoscermi, nella mia duplice veste di candidata alla presidenza della Somalia e di semplice persona. Sono certa che desidera sapere cosa farò di diverso, se eletta, e quale sia il mio programma per correggere gli errori di chi mi ha preceduta. Sono certa che desidera capire cosa mi rende diversa dagli altri candidati. Il mio nome è Anab Mohamed Dahir. Mi sono laureata a Bologna e ho conseguito il titolo di dottore in Scienze Politiche alla Saint Cloud State University, Minnesota. Sempre negli Stati Uniti ho frequentato un corso per diventare interprete medica. Ho anche presieduto una commissione per le principali esigenze della Somalia, quali sviluppo, ricostruzione, servizi sociali, mezzi di sussistenza e valutazione congiunta dei bisogni con la Banca Mondiale ed il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo.
Nel triennio 2002-2004 ho lavorato come assistant manager per l’Istruzione e la Ricerca e mi sono occupata di erogazione di aiuti umanitari a favore della Somalia da parte degli Stati Uniti destinati alle Regioni di Bay e Bakool.


Molte persone che rischiavano di morire di fame sono state così salvate. Ho sacrificato la mia vita personale e professionale per studiare ciò che può essere fatto per indirizzare la Somalia nella direzione giusta e in che modo la comunità internazionale possa considerare il mio Paese un’opportunità. Ho deciso di puntare alla più alta carica del Paese per perseguire lo sviluppo ed attuare le riforme politiche, economiche e sociali orientate all’affermazione della Democrazia, davvero carente.
Perché sono diversa dagli altri candidati? Sono fermamente convinta di essere la più adatta a guidare la Repubblica federale di Somalia. Possiedo eccellenti qualifiche professionali e molti anni di esperienza in posizioni amministrative e gestionali nel Paese e all’estero. Sono rimasta sempre estranea ad ogni tipo di crimine: guerra civile, abusi dei signori della guerra, corruzione, impunità, violazione della legge e della Costituzione, tradimento, violazioni dei diritti umani, cattiva gestione e reati finanziari o qualsiasi altro reato. Accolgo con entusiasmo l’opportunità di sfidare gli altri candidati, forte del mio background culturale, delle esperienze politiche e di governo, delle mie eccellenti credenziali di persona onesta che mi rendono sicuramente diversa dagli altri nella corsa presidenziale. In Somalia gli amministratori pubblici hanno cercato solo di arricchirsi e beneficiare di privilegi in uno scenario di povertà assoluta. Serve una leadership capace di guidare il Paese alla crescita, ma sono tutti acciecati da avidità ed auto-referenzialità.
Qual è, dunque, il mio programma? Se sarò eletta Presidente, mi impegno a rispettare la legge e la Costituzione, a tutelare i diritti delle persone, a ripristinare ordine e legalità, a ricostituire e riformare le forze dell’ordine con vertici, stipendi e dotazioni adeguati, a garantire istruzione e sanità, acqua e igiene, sviluppo delle istituzioni, a contrastare il terrorismo ed i suoi finanziatori, a combattere la corruzione e l’impunità, a stroncare il traffico di armi e di droga. Mi impegno anche a valorizzare le risorse del territorio, quali agricoltura, allevamento e pesca.

Gli abbondanti giacimenti di petrolio e di gas andranno a beneficio della popolazione e non rimarranno inutilizzati o destinati all’estero. La nostra gente ha fame. E di fame e di povertà mi occuperò, così come di disoccupazione in un Paese dall’economia in stagnazione. Posso affermare che, sotto la mia guida, la Somalia saprà ripartire e verrà posta fine alle sofferenze della sua gente. Avremo bisogno dell’assistenza della comunità internazionale per gli aiuti umanitari e per la presenza di una forza multinazionale di pace. Verranno così gettate le basi per la riforma delle istituzioni, la ricostruzione delle infrastrutture e l’avvio di un processo
democratico. La Somalia e la sua gente non hanno conosciuto nulla di buono dopo la caduta del generale Mohamed Siad Barre nel 1990: guerra civile, secessione del Nord, ONG, signori della guerra, violenza, estremismo, esecuzioni, kamikaze, saccheggi, pirateria, terrorismo, crisi umanitarie, carestia, siccità. Molti Somali sopravvivono in squallidi campi profughi nei Paesi limitrofi o rischiano la vita imbarcandosi in cerca di asilo in Occidente. Voglio cambiare questo scenario, l’immagine internazionale della Somalia. La motivazione che mi spinge a concorrere per la guida del Paese nasce dai problemi che affliggono la sua popolazione. Abbiamo di fronte una scelta semplice: si combatte mettendo in gioco la propria vita per salvare la Somalia o si attende il compimento del proprio ineluttabile destino. Credo valga la pena lottare per difendere la nostra religione, la lingua, la cultura, le tradizioni, l’onore, il futuro delle nostre donne, dei nostri figli, delle generazioni a venire.
Per questi motivi correrò per le Presidenziali. Devo vincere per salvare la Somalia e la sua gente, che soffre da più di un secolo. Desidero che la gente conosca i miei valori e la motivazione che mi ha spinta a candidarmi: cambiare il Paese, in politica, in economia, nella società.
Il mio programma sarà sicuramente accolto con favore a livello nazionale ed internazionale. In sintesi, politica economica, politica estera, relazioni con i Paesi della Regione, diritti individuali, Giustizia, pace, sicurezza, stabilità, disarmo, lotta alla corruzione, al terrorismo, alla droga e dialogo con Somaliland. Con la mia leadership la Somalia può risolvere i suoi problemi, non vi è alcuna ipotesi di fallimento. Dobbiamo avere successo. Non possiamo pensare ad altro.

Anab M. Dahir, candidata alle elezioni presidenziali in Somalia

Rispondi