Libia, nuova terra di conquista dei paesi arabi

Dopo l’intervento della NATO nel 2011, la Libia è sprofondata in una guerra civile che, oltre a dividere il Paese, divide anche la comunità internazionale. Da una parte, c’è il Governo di Tobruk con un proprio parlamento creato il 25 giugno del 2014 riconosciuto dalla Camera dei Rappresentanti libica e dal Generale Khalifa Belqasim Haftar, ma non dalla Corte Suprema Libica, che vede come Primo Ministro Abdullah Al-Thani. Dall’altra, ci sono le forze di Alba Libica (Lybian Dawn) anch’esse con un parlamento proprio, insediate perlopiù a Tripoli e Misurata, sostenute dal Nuovo Congresso Nazionale Generale in carica dall’8 agosto del 2012.

A questo quadro si aggiunge il sedicente Stato Islamico che controlla le città di Sirte e Derna oltre a numerose milizie legate alle tribù distribuite in tutto il paese.

In seguito ai negoziati promossi dall’ONU, tra i due contendenti, nel marzo 2016, si è inserito un Governo di Accordo Nazionale, con sede a Tripoli, che ha come primo ministro Fayez al Sarraj ma che non ha ancora ottenuto la fiducia da parte dei due parlamenti e del Generale Haftar.

 

mappa guerra libia

 

I paesi arabi hanno fin da subito mostrato il loro supporto all’una o all’altra coalizione, nello specifico: Emirati Arabi Uniti ed Egitto a fianco del Generale Haftar contro le forze di Alba Libica e dell’ISIS, dall’altra il Qatar e la Turchia a favore delle milizie di Libyan Dawn.

Nel dicembre 2013, il Nuovo Congresso Nazionale Generale, con il supporto del governo di Ankara e Doha, ha votato a favore della Sharia in Libia con il conseguente rafforzamento delle milizie (come la Brigata Martiri 17 Febbraio) e dei partiti filoislamisti che hanno subito attaccato la città di Bengasi con l’obiettivo di strapparla alle truppe governative. La reazione del Generale Haftar non si è fatta attendere e nel maggio del 2014 ha dato inizio alla, cosiddetta, ”operazione Dignità” per contrastare tale minaccia.

Con il supporto del Libyan National Army (LNA) e, in particolare, della componente aerea del nuovo esercito libico (la Free Libyan Air Force – FLAF)  il Generale ha attaccato le forze islamiste e alcuni campi d’addestramento a Bengasi. In questo modo, ha colpito anche le milizie di Ansar Al-Sharia legate ad Al-Qaeda, sostenute dal Qatar che le rifornisce, costantemente, di armi e munizioni mediante aviolanci o per via mare.

Il 13 luglio 2014, Alba Libica ha lanciato una massiccia operazione per occupare alcune città e i luoghi di maggior interesse strategico, come l’aeroporto internazionale di Tripoli e la base aerea di Mitiga, diventata, dopo la battaglia, il quartier generale della neonata Libyan Dawn Air Force (LDAF) grazie all’impiego degli aerei abbandonati trovati nella base.

Laddove la FLAF non poteva intervenire, a causa della mancanza di aeroporti in cui rischierare i propri aerei, le forze aeree di Algeria ed Egitto sono accorse al fianco del Generale Haftar.

L’Egitto, tra l’altro, è molto attivo in Libia anche contro l’ISIS, soprattutto dopo gli attentati compiuti da Daesh contro la comunità Copta egiziana. Inoltre, Il Cairo è uno dei fornitori di parti di ricambio per i caccia della FLAF.

guerra libia civile isis

Credits: John Moore/Getty Images)

Degna di nota anche l’attività svolta dagli Emirati Arabi Uniti sempre al fianco del Generale fin dall’inizio della battaglia: partendo dalla base di Al Khadim, nordest della Libia, i raid hanno riguardato sia Alba Libica che Daesh. Alcune fonti riportano che a pilotare gli aerei rischierati in zona siano contractor (ovvero personale addestrato che per conto di un cliente, come uno Stato o un ente privato, svolge determinate attività) americani appartenenti alla nota agenzia Academy (ex Blackwater), nota per le sue operazioni durante la seconda guerra dell’Iraq.

La volontà da parte degli Emirati di garantire la propria presenza in Libia aumenta sempre di più, tanto da dover considerare l’impiego di contingenti e mezzi di maggior impatto (droni armati compresi) e l’utilizzo di bombe guidate ad alta precisione per poter colpire anche la zona occidentale della Libia e difendere la regione centrale del paese in cui sono concentrate le riserve petrolifere.

Da qualche anno il paese arabo mantiene costantemente un proprio distaccamento in Eritrea, da dove potrebbero partire altri velivoli militari per colpire l’area in cui le milizie di Alba Libica sono concentrate.

“Una tale potenza –  commenta Wolfang Pusztai, addetto militare dell’Ambasciata austriaca in Italia e in Libia – potrebbe incoraggiare Misurata a negoziati diretti con il Governo Nazionale Libico, il che sarebbe molto positivo.”

In questo quadro non devono essere tralasciate le attività compiute dai Servizi Segreti dei vari paesi, Italia compresa, e delle Forze Speciali nella guerra contro lo Stato Islamico e per la difesa dei relativi interessi economici in Libia.

Un panorama complesso, quindi, che vede sempre di più la presenza dei paesi arabi come attori in questo contesto così intricato come i conflitti interni del Nord Africa, contribuendo a rendere dinamico e del tutto unico il quadro che le guerre in questi ultimi anni hanno determinato.                                                                                                                                                                       

 

 Enrico Malgarotto

 

Enrico Malgarotto

Enrico Malgarotto nato il 19/01/93 a Venezia, ho conseguito la maturità classica e la laurea in Scienze Politiche, Relazioni Internazionali e Diritti Umani presso l’Università di Padova. Da sempre ho maturato vivo interesse per l’aviazione, la storia e le relazioni internazionali, perfezionato poi con il percorso di studi. Su SocialNews desidero condividere esperienze e conoscenze, con l’opportunità di approfondire la tematica dei diritti umani, che considero come il fondamento del vivere civile, da altre prospettive. 

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